Le Unioni civili sono legge. La Camera ha approvato con 372 sì e 51 no il provvedimento: a favore la maggioranza, i verdiniani e una parte di Forza Italia; astenuto il Movimento 5 stelle e il partito di Pippo Civati Possibile; contrari la Lega Nord e Fratelli d’Italia. Nel pomeriggio il governo ha ottenuto la fiducia a Montecitorio e in un secondo momento c’è stato il via libera al testo che, frutto di una mediazione di maggioranza con lo stralcio della stepchild adoption, ha fatto discutere fino all’ultimo. La fiducia è la numero 53 del governo Renzi. I sì sono stati 369, con 193 contrari e 2 astenuti. Le destre, da Fdi a Passera al Carroccio, hanno già annunciato che cominceranno a lavorare per un referendum abrogativo e Matteo Salvini ha fatto un appello ai sindaci leghisti perché disobbediscano e non applichino la legge.

Il Pd e Matteo Renzi esultano nonostante il testo non sia forte come l’originale. “E’ un giorno storico”, ha detto il presidente del Consiglio. “Approviamo la legge mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. In queste ore decisive tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie”, ha concluso il leader dem citando l’amica ed ex assessora alla provincia di Firenze Alessia Ballini, personaggio famoso per le sue battaglie per i diritti civili e che è morta a 41 anni a causa di un tumore. “Così perdo voti? La battaglia andava fatta“, ha commentato in serata a Radio Capital. Il renziano Andrea Marcucci ha voluto ringraziare pubblicamente la maggioranza e i verdiniani: “Non si può fare lo stesso con i parlamentari del M5S, la cui doppiezza ha messo realmente a rischio un provvedimento di civiltà, che ci riporta in Europa”. Intanto i principali giornali stranieri, in testa Le Monde e El Paìs, hanno “celebrato” il risultato del governo Renzi. L’Italia “era l’ultimo grande Paese dell’Europa occidentale – sottolinea il quotidiano francese – a non avere ancora una legge in materia”. “Matteo Renzi vuole tirare fuori l’Italia dal suo ritardo di decenni in materia di diritti civili”, scrive il giornale spagnolo.

Il disegno di legge in questi mesi ha mobilitato il fronte degli oppositori delle nozze gay. In prima linea la Chiesa che, solo ieri, ha criticato la decisione del governo di porre la fiducia: “E’ una sconfitta per tutti”, ha detto il segretario della Cei Nunzio Galantino. Dai promotori del Family Day è arrivato l’avvertimento direttamente al presidente del Consiglio: “Ce ne ricorderemo al referendum sulle riforme”. ha detto il portavoce del Family day Massimo Gandolfini in un’intervista a Repubblica. “Renzi va fermato”. Poi il tweet con la foto-insulto del sedere della ministra per le Riforme e la scritta: “La Boschi ci mette la faccia”. La deputata da ieri è anche titolare della delega per le Pari opportunità e si è presentata in Aula con una piccola coccarda arcobaleno appuntata alla giacca. Altri parlamentari democratici hanno seguito il suo esempio.

Il mondo lgbt ha atteso con ansia l’ultimo via libera al provvedimento, nonostante negli scorsi mesi abbia fortemente criticato i tentativi di ammorbidire il testo. Gay Center ha lanciato anche una provocazione: “Invitiamo Renzi a celebrare la prima unione civile”. Restano invece molte perplessità tra le famiglie arcobaleno: “Un passo importante per molti omosessuali italiani ma è stata persa un’occasione verso la civiltà sacrificando i diritti dei bambini. Questa legge segna un solco profondo tra quello che è la politica e la realtà che vivono le famiglie arcobaleno. Il fatto che siano stati stralciati i diritti dei bambini pur di ottenere un risultato politico è inaccettabile”, ha detto all’AdnKronos Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno.

Renzi: “Perdo voti? La battaglia andava fatta”
Il presidente del Consiglio intervistato da Radio Capital in serata ha condannato la protesta dei sindaci del Carroccio che intendono non applicare il provvedimento. “Nessuno”, ha detto, “ha diritto a disapplicare la legge, di fronte alla legge si ferma il politico, persino il magistrato. Se a Padova Bitonci non vorrà celebrarle, lo farà qualcun altro ma il Comune ha l’obbligo e la responsabilità giuridica di farlo, Bitonci non potrà rifiutarsi di delegare a qualcun altro. E’ una battaglia finalizzata solo alla strumentalizzazione”. E alla domanda se ha paura che l’approvazione del ddl faccia perdere voti ai democratici ha replicato: “Non so dire, nessuno ha fatto calcoli o verificato le posizioni con i dati dei sondaggi. Perché quando ci sono cose giuste vanno fatte. Punto. Se uno deve perdere i voti per una battaglia giusta li perde. L’atteggiamento di parte del mondo cattolico è atteso e persino comprensibile, solo un po’ fuori luogo le dichiarazioni di chi collega questo al referendum costituzionale”. E il riferimento è proprio ai rappresentanti del Family Day che hanno detto si ricorderanno della decisione in occasione della consultazione di ottobre.

Alfano: “Senza di noi sarebbero state una fotocopia del matrimonio”
A votare a favore della fiducia al governo e anche del provvedimento c’è il Nuovo centrodestra che, in passato, non aveva nascosto le sue perplessità anche minacciando di uscire dalla maggioranza. Oggi il ministro dell’Interno e leader Ncd Angelino Alfano ha difeso la posizione del partito rivendicando anche le varie azioni che hanno ammorbidito il ddl: “Senza di noi le Unioni civili”, ha detto in una nota, “sarebbero state una fotocopia del matrimonio e le adozioni per le coppie gay sarebbero state consentite”. Altro punto molto contestato è stato quello sulle adozioni del figlio del partner, che però è stato stralciato dal provvedimento: “Di tutto questo i tribunali, che finora hanno deliberato in assenza di una norma, dovranno obbligatoriamente tenere conto, perché ora una legge in materia c’è ed è chiara e non interpretabile creativamente”.

Verdiniani per il sì insieme al governo: “Atto di civiltà”
Renzi ha incassato anche l’appoggio dei deputati verdiniani di Ala. “Sulle unioni civili è arrivato il momento della verità”, ha detto Ignazio Abrignani. “L’equilibrio raggiunto con il ddl Cirinnà è solido e personalmente ritengo questo provvedimento un atto responsabile, che non ha nulla di ideologico, ma che punta, in modo serio, al riconoscimento di alcuni diritti per coloro che fino ad oggi sono stati considerati dei cittadini di seconda classe. I cittadini sono tutti uguali e tali devono essere anche i doveri e i diritti. Il sì alle Unioni civili è un atto di civiltà”.

Fi: “Diciamo no a queste legge perché è un imbroglio ipocrita”
A votare contro la fiducia anche Forza Italia. “Diciamo no a questa legge”, ha commentato il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. “perché è un imbroglio ipocrita. Potevano fare il matrimonio per le coppie omosessuali, noi saremmo stati ovviamente in disaccordo ma almeno sarebbe stato chiaro il loro intento”. Poi nel voto sul provvedimento verrà lasciata libertà di coscienza. Sono infatti una decina i deputati azzurri che hanno votato a favore del ddl. Tra loro: Renata Polverini, Giorgio Lainati, Stefania Prestigiacomo, Elio Massimo Palmizio, Elio Vito, Mara Carfagna, Laura Ravetto, Nunzia De Girolamo, Lorena Milanato.

Piepoli: “Marchini contro Unioni civili? Ha guadagnato due punti nei sondaggi”. Swg: “Non cambia voti”
Il testo non fa discutere solo dentro il Parlamento, ma è diventato anche tema di campagna elettorale per le amministrative. Nelle scorse ore il candidato per Roma sostenuto da Forza Italia Alfio Marchini ha detto che “non celebrerà le Unioni civili”. Una dichiarazione che, secondo il sondaggista Nicola Piepoli, gli ha fatto guadagnare consensi: “Con quelle affermazioni”, ha detto all’agenzia Adnkronos, “ha guadagnato un paio di punti e forse la vittoria al ballottaggio. A Roma l’appoggio della Chiesa è ancora molto importante, a differenza di Milano, dove si giudicano le cose in maniera laica. Marchini conosce bene la sua città e sa come funziona”. Diversa l’opinione di Swg: “Matrimoni gay e unioni civili sono temi trasversali”, ha detto il presidente Maurizio Pessato. “Ci sono favorevoli e contrari nel centrodestra come nel centrosinistra e anche il M5S è diviso. Spesso la politica fa questo errore, pensando ad automatismi per schieramento anche quando non ci sono”.

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