Ieri sera, nel corso di una bruttissima serata televisiva, Simona Ventura ha deciso di salvare il programma che per un mese l’ha dipinta come una strega cattiva e che l’ha trattata a pesci in faccia, forse venendo meno al clamoroso accordo che l’aveva portata da concorrente nel programma che è indissolubilmente legato al suo nome. La Ventura perde il televoto contro Jonas Berami con un eloquente 67%. Dovrebbe tornare a casa, dunque, ma c’è Playa Soledad, cioè l’antica Ultima Spiaggia con un nome nuovo, e la conduttrice di Chivasso accetta e rimane da sola a combattere la sua battaglia che somiglia sempre più a quella di Don Chisciotte.

Eppure Mara Venier (che oltre a essere una sua ritrovata amica è anche la moglie del padre del compagno della Ventura) ha provato a farle capire che forse era il momento di tornare a casa, di non insistere troppo, di incassare il ritorno a Mediaset e magari un programma tutto suo, che i bene informati dicono sia parte dell’accordo isolano. Invece no, SuperSimo non è donna che si arrende. E allora, dopo aver preso una batosta clamorosa contro lo spocchiosetto Jonas Berami (attore de Il Segreto e poi tronista a Uomini e Donne), si rialza in fretta e continua, lancia in resta, la sua folle corsa. Dove la porterà non è dato sapersi, ma di sicuro lo sanno i pigri autori di questa disgraziata edizione dell’Isola dei Famosi, visto che non hanno ancora avuto un’idea originale che sia una e si sono limitati a massacrare la Ventura e a utilizzare vecchie prove-leader di dieci anni fa.

Ventura a parte, che non è certo sprovveduta e affronterà le conseguenze della sua scelta incauta (potrebbe vincere, magari, ma a che prezzo?), la puntata di ieri sera dell’Isola grida vendetta. Lasciando perdere le solite strategie da reality messe in campo dall’accozzaglia di morti di fame che popolano Playa Uva, quello che non potremo mai dimenticare è la prova assurda che i vulcanici autori del programma avevano “pensato” per la serata: una piscina di fango, un concorrente contro l’altro a strattonarsi e prendersi letteralmente a botte. Scene vergognose, di violenza pura, tra gente che non si sopporta a vicenda, esasperata dalla fame, con tanto di capelli tirati e seni al vento. Una prova così offensiva per i concorrenti e per il pubblico che a un certo punto è stata sospesa e annullata, precisamente dopo che Simona Ventura, strattonata come una bambola di pezza da Mercedesz Henger, si è accasciata al suolo, colpita allo sterno. Mamma mia che violenza, mamma mia che brutta prova, mamma mia che spavento! Conduttori, opinionisti, registi, attrezzisti, magari anche trucco e parrucco dietro le quinte, sottolineavano la bruttezza del “giochino” tra il fango, quasi come se lo avessero scelto gli spettatori o i concorrenti, e non proprio loro, in evidente e imbarazzante crisi creativa.

Una prova-leader serve, però, dunque che si fa? Si organizza velocemente una interminabile gara di apnea tra due gruppi. Tutto a posto, no? Nemmeno per sogno, visto che Mercedesz Henger, evidentemente dotata di branchie, stava resistendo per un tempo interminabile, tanto che in studio è scattato il panico, complici anche le espressioni preoccupanti della figlia di cotanta madre. Quando persino il regista Roberto Cenci ha deciso di intervenire, invitando l’inviato Alvin a far uscire dall’acqua la ragazza, ad Alessia Marcuzzi è partita qualche coronaria, Mara Venier si è messa a correre per rincuorare Mamma Henger in studio. Una roba che, se non fosse involontario e insostenibile orrore televisivo, farebbe ridere a crepapelle.

C’è stato, poi, un episodio che sicuramente ha fatto impazzire chi da settimane parla di dualismo Marcuzzi-Ventura: la prima tenta di interrompere la seconda, che va come un fiume in piena e parla, parla, parla. Alla fine la Marcuzzi sbotta: “Simona, se vuoi conduci tu da lì e io mi siedo accanto a Mara e Alfonso!”. L’indicibile è stato detto. Che poi è quello che molti hanno suggerito alla conduttrice romana su social e blog, facendola arrabbiare assai la settimana scorsa.

Il resto (eliminazione di Simona Ventura, Jonas che gongola convinto di essere l’uomo più amato d’Italia, Playa Soledad e quisquilie varie) è una puntata infinita, brutta, ancora una volta priva del benché minimo canovaccio. E per un attimo, quando la Ventura sembrava titubante, quasi pronta a riprendere la via dell’Italia, abbiamo immaginato la scena nello stanzino degli autori del programma qualora Nostra Signora del Canavese avesse deciso di dire basta: pianti, urla, capelli strappati, magari harakiri truculenti. Perché senza Simona Ventura, questa edizione dell’Isola dei Famosi sarebbe praticamente finita. Ci abbiamo sperato, dobbiamo essere onesti, perché in fondo è quello che si meriterebbe chi si ostina a voler prendere per il culo milioni di spettatori. E forse la verità è un’altra, ed è ancora più categorica: Pechino Express a parte (che è un gioiello di narrazione e di scrittura televisiva), i reality andrebbero chiusi d’imperio, vietando per legge la loro riproposizione. La deriva di questo genere televisivo è ormai arrivata al limite. Abbiamo sopportato per anni tutte le orripilanti trashate che i reality tv ci propinavano. Ora ci siamo francamente stufati. Non per snobismo o sterile spocchia, nossignore. Semplicemente perché un reality, anche il più brutto e volgare, andrebbe scritto, o perlomeno abbozzato, da gente pagata profumatamente proprio per questo.

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