Era un congegno perfetto. Le imprese, i grandi appalti e le fondazioni politiche, vere camere di compensazione. Un crocevia attraversato da tangenti, favori personali, promesse di voto e di assunzioni degli amici. L’operazione “Dama nera”, arrivata oggi al secondo step, ha di nuovo puntato i fari sul sistema Anas, la società pubblica con in mano uno dei più ricchi portafogli di commesse. Milioni di euro che già lo scorso ottobre aveva portato la Procura di Roma a chiedere ed ottenere 10 custodie cautelari (5 in carcere e 5 ai domiciliari) per alcuni funzionari apicali dell’Anas. Dopo quell’operazione la principale indagata, Antonella Accroglianò, detta la “Dama nera”, ha iniziato a collaborare con la giustizia, riempendo diverse pagine di verbale, aiutando gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria e del Gico della Guardia di Finanza di Roma a completare la mappa della corruzione, già emersa dalle intercettazioni telefoniche e ambientali.

Diciannove gli arrestati nell’operazione di questa mattina e 35 gli indagati. Primi fra tutti il deputato di Forza Italia Marco Martinelli, componente della commissione lavori pubblici della Camera dei deputati, raggiunto da un comunicazione di garanzia nella sua residenza romana. Un nome che riporta alla Fondazione della libertà per il bene comune presieduta da Altero Matteoli, l’ex ministro dell’Ambiente e delle infrastrutture già rinviato a giudizio dal Gip di Venezia per l’affare Mose. Un indirizzo che conta nella Roma della politica, dove – secondo le indagini – sarebbero passati parte degli accordi corruttivi.

Ci sono poi gli imprenditori, i beneficiari finali del sistema di lavori pubblici targati Anas finiti nelle indagini della procura romana. Cantieri stradali dalla Sicilia all’Abruzzo, passando per la Calabria attraversata dall’eterno cantiere dell’autostrada che il premier Renzi ha promesso di inaugurare il prossimo dicembre. Tra gli imprenditori finiti agli arresti domiciliari questa mattina c’è un nome che conta in provincia di Messina, Giuseppe Ricciardello, originario di Brolo. È accusato di aver versato una tangente da 30mila euro che, per il Gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, sarebbe stata poi divisa tra la “Dama nera” Antonella Accroglianò, il presidente della commissione di gara per i lavori sulla strada statale 117 “Centrale sicula” Giuseppe Barilà e il deputato di Forza Italia Marco Martinelli. Con la promessa di una ulteriore tranche di 270mila euro, mazzetta destinata allo stesso schema di sparizione.

A finire ai domiciliari è anche Sergio Vittadello, titolare della Intercantieri Vittadello spa, che, secondo i magistrati, avrebbe pagato 30mila euro alla Accroglianò per sbloccare alcuni contenziosi con l’Anas. Coinvolta nell’indagine è anche un’altra impresa storica dei lavori pubblici italiani, la Costruzioni Romane ICS spa, riconducibile all’imprenditore Claudio Salini, deceduto lo scorso anno. Anche in questo caso la tangente contestata dalla procura – pari a 10mila euro – sarebbe servita per oliare i complessi meccanismi dei contenzioni derivati dai grandi cantieri stradali. A finire agli arresti domiciliari per questa accusa è Andrea Musenga, consulente di Salini. Tante le società coinvolte: tra le altre la Tecnis Cogip, per i cantieri del Basentino, in provincia di Potenza. Tutti nomi ben noti nell’ambiente dei grandi lavori.

Mentre gli arrestati venivano portati, uno ad uno, nella storica caserma Cadorna della Guardia di finanza a Roma, la capitale iniziava a specchiarsi ancora una volta con un sistema di corruzione che appare sempre più evidente. Il sistema è sottile, impalpabile. Ma pesante come una cappa di piombo. Ci sono le discrete stanze delle Fondazioni che, trasformandosi in ufficio politico di deputati e senatori, tengono fuori per legge le microspie delle procure, grazie al sistema della guarentigie parlamentari. Snodi vitali tra il sistema di condizionamenti degli appalti – gestiti dalla vera casta della burocrazia pubblica – e le imprese “amiche”.

Ed è qui, nello snodo delle fondazioni, che appare chiaro, secondo i magistrati romani, il ruolo del deputato Marco Martinelli, vice presidente della Fondazione della libertà per il bene comune. La dama nera per riuscire a “risolvere” positivamente per l’imprenditore siciliano Ricciardello l’aggiudicazione degli appalti contestati si rivolgeva ad un altro funzionario chiave, Elisabetta Parise, finita anche lei agli arresti domiciliari, perché ritenuta il tramite tra i vertici Anas coinvolti nell’inchiesta e il mondo della politica, passando attraverso la rete di relazioni di Martinelli.
Gli uffici politici, secondo gli investigatori, erano il luogo sicuro dove discutere gli accordi al riparo da orecchie indiscrete. Quando Ricciardello chiedeva ad Antonella Accroglianò il telefono per contattare Martinelli, la dirigente gli spiegava: “No, non lo chiami, vada direttamente, la sta aspettando in fondazione, perché non ci fa un salto?”. Un appuntamento che poi i militari della Guardia di finanza hanno documentato attraverso un servizio di appostamento.

Da quando ha iniziato a collaborare con la magistratura la “Dama nera” è un fiume in piena. Ai magistrati della Procura di Roma ha raccontato quello che avveniva in cene e riunioni lontane dalle microspie, rafforzando il quadro di indizi emerso nel corso delle indagini. Il 3 dicembre scorso, sentita a verbale, ha riferito di un incontro dello scorso maggio, dove, secondo la sua ricostruzione, all’ordine del giorno c’erano gli accordi tra la politica e le imprese: “Organizzavamo una cena – si legge nell’ordinanza eseguita oggi – in cui eravamo presenti io, Ricciardello, Martinelli e la Parise. In quella circostanza – ha raccontato nella sua testimonianza la “Dama nera” – Martinelli assicurava al Ricciardello che si sarebbe impegnato a parlare con l’onorevole Matteoli per favorirlo nell’aggiudicazione della gara in Sicilia”.

L’ex ministro, che non risulta tra gli indagati, è il presidente della Fondazione della libertà per il bene comune. Un sospetto che oggi ha un peso politico notevole: dallo scorso dicembre Altero Matteoli è presidente della commissione Lavori pubblici del Senato.

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