La faccenda dei superospiti stranieri deve essere sfuggita di mano a Carlo Conti. Un tempo, neanche troppi anni fa, si arrivava al ruolo di superospite solo in caso di miracolo accertato dalla Santa Sede, e in genere il superospite era straniero, per non creare conflitto tra chi andava in gara e chi a fare promozione. Per dire, se ci fossero stati i superospiti non avremmo avuto i Pooh con Uomini soli, o Riccardo Cocciante con Se stiamo insieme.

Perché rischiare di fare una brutta figura non vincendo o, peggio, magari rischiando di essere eliminati? Meglio andare da superospite, più spazio, miglior trattamento e nessun rischio. Per questo un tempo i superospiti non esistevano e capitava di vedere Renato Zero lì sul palco, a cantare Spalle al muro. Oggi le cose vanno diversamente. Alcuni artisti o vanno protetti, o “non vanno” e i picchi di ascolto dei vari momenti delle ospitate danno ragione a questa nuova tendenza. Quindi ecco Laura Pausini, ecco Eros Ramazzotti, ecco i Pooh in versione a cinque, ecco Renato Zero per la finale, e ecco Elisa, stasera. Stop. Qualcosa non quadra.

Siamo sicuri che Elisa, quella, per intenderci, che poi va tutte le settimane a fare il caposquadra o come diavolo si dice a Amici sia una superospite? Cioè ha alle spalle una carriera pari agli altri artisti in lista? Sicuri sicuri? Perché l’impressione è che, al pari di una Giorgia, sulla cui presenza in gara quest’anno si era favoleggiato, o di altri artisti di quella “taglia”, Elisa avrebbe potuto ambire a gareggiare, ma non certo a presentarsi come superospite acclamato al pari di chi ha fatto, ci piaccia o meno, la storia della musica leggera italiana. È vero, Elisa ha vinto Sanremo con Luce (tramonti a nord est), ma non ha mai fatto quel salto di seguito e di vendite da giustificare questa collocazione.

Brava è brava, e l’ultimo singolo No hero, la proietta di nuovo verso quella aura da rocker in chiave pop che così tanto ci aveva fatto apprezzare i suoi primi album, ma difficilmente Elisa potrà dar vita a medley all’altezza, parlo di notorietà e riconoscimento, pari a quelli dei suoi colleghi di cartellone. Forse Elisa dovrebbe tornare a concentrarsi di più sulla sua carriera, magari affidarsi di più ai consigli di chi le sta intorno, e tirare fuori qualche altro gioiello come Asile’s World o Pipes and flowers, sfornare altre hit come Luce e lasciar perdere coi duetti con Emma e affini. Intanto stasera sarà lì, su quel palco, mentre Patty Pravo è in gara, ma del resto la Pravo ha solo venduto centoventi milioni di album e sta festeggiando i cinquant’anni di carriera. Che vorrà mai dire…

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