Il Comune di Reggio Emilia approvò un piano particolareggiato a Ghiardello, in territorio del comune, relativo alla M&F General Service ditta con socio Francesco Macrì, finito implicato nell’inchiesta di ‘ndrangheta Aemilia. A rivelarlo tramite un accesso agli atti è stato il consigliere comunale M5s Ivan Cantamessi che ha chiamato di nuovo in causa il sindaco Pd di Reggio Emilia Luca Vecchi e sua moglie Maria Sergio, allora dirigente comunale. “Al momento dell’approvazione nel 2004 Vecchi non era in consiglio e sua moglie non lavorava in Comune”, la replica dell’amministrazione . Macrì era finito agli arresti domiciliari nel gennaio 2015 con l’accusa di essere un prestanome di Michele Bolognino, uomo di spicco, secondo la ricostruzione dei pm, della ‘ndrangheta reggiana. Nei giorni scorsi è uscita la notizia che la moglie del primo cittadino, Maria Sergio, nel 2012 aveva comprato la casa (dove ora risiede con la famiglia) proprio da Macrì e dalla sua ditta M&F.

“Un nuovo accesso agli atti del Movimento 5 Stelle rileva che il 2 dicembre del 2006 il Comune approvò il piano particolareggiato della M&F General Service. Luca Vecchi e Maria Sergio – scrive Cantamessi in una nota – erano già rispettivamente consigliere comunale (allora DS) e lei dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio, nominata da Delrio e fu lei come dirigente a valutare ed approvare il piano. Il piano viene presentato il 30 ottobre 2003 in epoca Spaggiari-Malagoli e viene approvato in era Delrio”.

Secca la replica dell’amministrazione comunale di Reggio che allega i verbali e smentisce tutta la ricostruzione: “Il Piano Ta 6 presentato dalla ditta M&F General Service srl è stato approvato in data 19 aprile 2004. All’epoca Maria Sergio non era in servizio presso questa amministrazione comunale. L’attuale sindaco Luca Vecchi non era consigliere comunale”.

Il M5s nelle ultime ore aveva anche portato a galla alcuni lavori affidati dal Comune a un’altra ditta di cui era socio Macrì, tra il 2003 e il 2012, per un totale di circa 280mila euro. Ora infine la vicenda di Ghiardello: “Nulla di illegale – spiega Cantamessi – ma anche questo atto dimostra che Macrì non era un marziano nel Comune di Reggio. Peccato che per saperlo dopo gli arresti di Aemilia, di un anno fa, è stato necessario fare un accesso agli atti. Un anno fa il sindaco in consiglio comunale aveva rassicurato tutti”. Il Movimento 5 stelle infatti contesta a Vecchi non tanto il fatto dell’acquisto della casa in sé: nel 2012 Macrì, ora imputato, risultava incensurato e la sua azienda non era tra quelle, tante a Reggio, prese di mira da provvedimenti antimafia.

Piuttosto i Cinque stelle contestano il fatto che nei giorni successivi agli arresti, davanti al consiglio comunale Vecchi non disse che tra gli arrestati c’era chi aveva venduto la casa alla moglie: “Mi si chiede se ‘sapevo o non sapevo’ – ha detto Vecchi in consiglio il 26 gennaio scorso – Certo ho letto gli esiti dell’inchiesta Aemilia, migliaia di pagine. Non ho colto il nome dell’imprenditore, fra i 250 indagati. Comprata l’abitazione, con un atto regolare e con un prezzo congruo, la casa è stata in me derubricata nel momento in cui si è chiuso l’accordo davanti al notaio”.

Ma la vicenda di Reggio mobilita anche la politica nazionale. Intanto la Commissione parlamentare antimafia potrebbe presto occuparsi nuovamente di Reggio Emilia. Ad annunciarlo il senatore Luigi Gaetti, vicepresidente della commissione, anche lui del Movimento 5 stelle. Poi ci sono le parole di Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia dal 2004 al 2013 e oggi ministro del governo Renzi che ha difeso il suo successore e la moglie: “Mi pare che dietro le polemiche di questi giorni ci sia molta speculazione politica perché qualcuno forse vuol far dimenticare altri episodi avvenuti”, ha detto riferendosi al recente caso di Quarto. “Sono a fianco di Luca Vecchi e Maria Sergio”.

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