Una funzionaria di polizia si toglie il casco e stringe la mano a un lavoratore dell’Ilva. E’ questa l’immagine che chiude i tre giorni di tensione vissuti a Genova. Dove circa duemila persone si sono mobilitate con scioperi, manifestazioni e proteste in difesa dell’Accordo di Programma firmato nel 2005, che a fronte della chiusura della lavorazione a caldo prevedeva il mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito. La Fiom teme che con la vendita di Ilva il patto salti. Per questo vuole che all’incontro del 4 febbraio al ministero dello Sviluppo economico per la verifica sull’accordo per lo stabilimento di Cornigliano sia presente anche un rappresentante del governo. Al termine di una mattinata nervosa Palazzo Chigi ha inviato al prefetto una lettera con cui assicura la presenza del sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari.

Ad annunciarlo è stato il genova1della Fiom Bruno Manganaro a cui era indirizzata la comunicazione, che esulta: “Questo era ciò che volevamo, l’obiettivo è stato raggiunto. Ma l’incontro è solo l’inizio della trattativa, non la fine”. “E’ una vittoria e se la sono guadagnata i lavoratori dell’Ilva, tutti i metalmeccanici della Fiom e tutta la città di Genova – ha continuato Manganaro – Ora ci prepariamo all’incontro del 4 febbraio. Tutti devono sapere che chi comprerà o affitterà l’Ilva a Genova dovrà rispettare l’accordo di programma. Quell’atto non si straccia. Se deve essere ridiscusso noi siamo pronti a farlo, ma devono dircelo”. Intanto il Senato ha dato il via libera al decreto sull’Ilva con 157 i voti favorevoli, 95 contrari, e 3 astenuti. Il provvedimento che tra le altre cose prevede la possibilità di cessione a privati è dunque diventato legge.

Dopo l’annuncio del sindacalista i lavoratori hanno sciolto la manifestazione che questa mattina era partita dallo stabilimento di Cornigliano diretta verso la Prefettura. Operai e forze dell’ordine in tenuta antisommossa si sono fronteggiati, ma fortunatamente non sono scoppiati scontri. La tensione è salita alle stelle quando il corteo di oltre duemila persone composto da lavoratori dell’Ilva e di altre industrie metalmeccaniche genovesi è stato bloccato dai blindati in Lungomare Canepa, la strada principale di accesso al centro, per evitare che la città venisse paralizzata come avvenuto il giorno prima.

La mediazione è stata lunga. I manifestanti chiedevano di arrivare fin sotto la Prefettura per ottenere una dichiarazione scritta che garantisse la presenza di un ministro, o di un viceministro, all’incontro del 4 febbraio. Le forze dell’ordine volevano però che i manifestanti fermassero i mezzi pesanti. E così è stato. Alla fine i blindati sono stati rimossi e il corteo, applaudito lungo il percorso dagli studenti, è riuscito ad arrivare in Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Fiamma Spena. Poco dopo è arrivata la lettera del governo, che rappresenta la prima battaglia vinta dai lavoratori di Cornigliano in quella che si preannuncia una lunga trattativa.

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