Traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale. Sono queste le accuse della Dda di Potenza nell’ambito di un’inchiesta condotta dai pm Francesco Basentini e Laura Triassi, sul Centro Olio Eni di Viggiano (Pz). Tra i 37 indagati ci sono l’attuale responsabile del Distretto meridionale dell’Eni, Enrico Trovato, il suo predecessore, Ruggero Gheller e due ex direttori generali dell’Arpa Basilicata, Aldo Schiassi e Raffaele Vita. Sono inoltre coinvolti altri dirigenti dei due enti ma anche della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e alcuni rappresentanti di Tecnoparco. In un altro filone dell’inchiesta è indagato Gaetano Santarsia, anche lui dirigente dell’Arpa. 

La struttura raccoglie l’olio greggio estratto da molti pozzi della zona. Durante le indagini, iniziate alcuni mesi fa, sono state fatte diverse ispezioni per verificare lo smaltimento di rifiuti prodotti nella struttura, le emissioni in atmosfera, i livelli di diossina e la presenza di inquinanti nel terreno.

Non è la prima volta che struttura finisce al centro delle cronache. A maggio 2015 quando la spiaggia di San Basilio, in provincia di Matera, era stata invasa da dei fanghi neri, Legambiente aveva ipotizzato che all’origine ci fossero smaltimenti illeciti di petrolio proveniente proprio da Viggiano.  Negli ultimi mesi, invece, più volte sono state segnalate delle fiammate provenienti dal Centro Olio provocando l’allarme di tutta la popolazione.

“Le indagini della Procura di Potenza – ha affermato il senatore di Gal Bartolomeo Pepe – sono il segno che la politica del Governo non ha ancora cambiato passo sulla protezione dell’ambiente. Ci si trascina da un’emergenza all’altra senza un disegno organico e che lascia alla magistratura il compito di prevenire i danni alla salute dei cittadini”.

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