L’Arpa Basilicata ha nominato il dirigente ad interim dell’ufficio Suolo e rifiuti del dipartimento provinciale di Matera. Si chiama Gaetano Santarsia ed è indagato dalla Dda di Potenza per traffico e smaltimento illecito di rifiuti. Per oltre tre anni, stando alla ricostruzione degli inquirenti dell’antimafia potentina, Laura Triassi e Francesco Basentini, Eni avrebbe smaltito illegalmente, con il beneplacito di imprenditori e tecnici, i rifiuti prodotti dal Centro oli di Viggiano nei terreni della Tecnoparco Valbasento, società mista pubblico-privata in cui Santarsia era all’epoca socio di maggioranza. Quei terreni sono ancora pieni di veleni e forse lo saranno per sempre. Un fatto di poco conto però, evidentemente, per il direttore dell’Arpab, Aldo Schiassi, che ha voluto proprio lui, Santarsia, per occuparsi di rifiuti e suolo a Matera. Nella sua delibera, la 134 del 30 aprile, si leggono i dettagli della nomina: sarà temporanea, non sarà previsto un compenso ulteriore, ma la retribuzione verrà comunque adeguata in base ai risultati e alle funzioni svolte. Ma perché è stato nominato proprio un indagato per traffico e smaltimento illecito di rifiuti a occuparsi di rifiuti? È quello che ilfattoquotidiano.it ha provato, invano, a chiedere direttamente al direttore dell’Arpab. La cui segreteria, dopo una serie di richieste di contatto sia telefoniche che per iscritto andate a vuoto, ha chiuso la questione con un secco: “Non ho tempo da perdere”.

Non rimaneva quindi che provare con la Regione: alla fine è stato proprio il presidente, Marcello Pittella, a fare il nome di Schiassi definendolo in un’intervista al Quotidiano del Sud “l’uomo libero da interferenze di amicizie e politica che ridarà credibilità all’Arpab”, appena uscita dallo scandalo dell’inceneritore Fenice che aveva portato all’arresto dell’ex direttore, Vincenzo Sigillito. A rassicurare sulle sue buone intenzioni è il portavoce del governatore, Mino Grasso: “Non ha interessi o conoscenze sul territorio – dice – Schiassi viene da fuori regione”. E infatti è campano e, tra le condotte poche limpide che gli vengono attribuite, c’è proprio l’affidamento a cottimo (procedura prevista per gli affidamenti inferiori a 200mila euro, ndr) di un servizio di manutenzione della rete piezometrica nel sito d’interesse nazionale della Val Basento a una ditta di Acerra (Napoli): la Atr, ex Eco Trasporti srl, il cui socio di maggioranza è Giovanni Pellini, condannato per traffico e smaltimento di rifiuti nel processo scaturito dall’inchiesta “Ultimo atto carosello”, coordinata dalla procura di Napoli, che ha portato a galla una rete ecomafiosa dedita allo smaltimento illecito dei rifiuti tossici. “Io sto alla camorra come il diavolo con l’acqua santa”, aveva replicato Schiassi all’uscita della notizia, spiegando che le verifiche del caso erano state fatte “anche attraverso il casellario giudiziale”, ma che “non erano emersi elementi ostativi all’affidamento”.

Nei suoi appena dieci mesi dalla nomina, Schiassi, tuttavia ha già raccolto molte critiche. Cgil Basilicata ha pubblicato un vero e proprio report su tutto ciò che “puzza” all’interno dell’Agenzia; tra queste: il sistematico ricorso a consulenze esterne “giustificate – commenta il sindacato lucano – per l’assenza di professionalità, comprese quelle sul campo dell’analisi chimica e della normativa ambientale. Ma è assurdo: è come se Fiat chiamasse operai da fuori perché i suoi non sanno fare auto”. La Cgil cita il caso di una “long list” servita a individuare 35 persone da impegnare sul “monitoraggio e controllo della vulnerabilità delle matrici ambientali”: “gli esterni all’Arpab – commenta il sindacato – sono così urgenti che i colloqui tra 52 candidati si sono tenuti tra il 29 e il 30 dicembre, alla vigilia di Capodanno”. L’altra “anomalia” è il bilancio 2014, che non c’è. O meglio, non c’era. È stato portato in commissione regionale bilancio dal direttore di Arpab solo in questi giorni, poco dopo che ilfattoquotidiano.it ha iniziato a indagare e a fare domande. Il M5S Basilicata fa comunque notare che “il bilancio fantasma non è mai stato approvato nei termini e nelle modalità previste dalla legge” e che “tutte le spese (ma anche le entrate) – spiega il capogruppo, Gianni Perrino – effettuate in corso d’anno 2014 sono rimaste prive di ‘titolo giuridico’ ovvero di legittimazione giuridica e quindi contabilmente irregolari”. E per questo, chiedono a Schiassi un “atto di responsabilità”: quello di dimettersi.

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