Prima Mr Job, e poi Geodis. Si allarga il fronte della protesta all’interno dei magazzini emiliano romagnoli che lavorano in appalto per Yoox, colosso italiano dello shopping online. Con la vertenza Mr Job ancora sul tavolo della Prefettura di Bologna, e i Cobas che annunciano una nuova stagione di blocchi dei camion all’Interporto della Dotta qualora la cooperativa non dovesse ritirare le 8 lettere di licenziamento recapitate ad altrettanti lavoratori ad agosto, la confederazione dei comitati di base il 2 settembre ha indetto uno sciopero nell’azienda vicina di casa di Mr Job, Geodis Logistica. “Dove – spiega Simone Carpeggiani dei Cobas di Bologna – le condizioni in cui sono costretti a lavorare i dipendenti sono identiche a quelle dei colleghi di Mr Job”.

Cioè, secondo il sindacato, “turni massacranti, operai sotto ricatto e sfruttati”. Da qui la decisione di incrociare le braccia, “per denunciare la situazione in Geodis e, più in generale, all’interno dei magazzini che lavorano per Yoox”. Il colosso dell’e-commerce, sottolinea Carpeggiani, “non può più chiudere gli occhi e continuare ad avvallare una cultura del comando dove tutto è possibile, e chi alza la testa viene licenziato. Ma se vogliono la guerra, siamo qui”.

E il primo atto della campagna Cobas contro la Yoox è appunto lo sciopero, con blocco dei tir e del passaggio merci, alla Geodis, a cui presto potrebbero seguire picchetti e proteste davanti ai cancelli della Mr Job. Casus belli, le otto lettere di licenziamento recapitate ad altrettanti lavoratori della cooperativa che confeziona abiti per conto di Yoox, “motivate dalla volontà – secondo il sindacato guidato da Aldo Milani – di punire i dipendenti ribelli, cioè quelli che in primavera avevano partecipato agli scioperi indetti dal Cobas per protestare contro le condizioni di lavoro in cooperativa. A questi lavoratori, 8 per ora, ma presto potrebbero diventare una dozzina, sono arrivate prima una valanga di contestazioni disciplinari per i motivi più futili, e poi i licenziamenti”.

Accuse, però, che Mr Job respinge in toto, sostenendo che i licenziamenti sono stati decisi “per giusta causa”. “Il provocatorio e in alcune occasioni violento rifiuto dei suddetti 8 soci lavoratori di attenersi ai regolamenti ha suscitato malcontento nella larghissima maggioranza dei dipendenti della cooperativa – spiega la cooperativa – che si è espresso attraverso uno spontaneo sciopero bianco a cui ha aderito la quasi totalità dei circa 300 addetti, e che si è concluso con la richiesta di un incontro con il Prefetto di Bologna. In quell’occasione i rappresentanti dei manifestanti hanno domandato che venissero applicate sanzioni disciplinari nei confronti di chi minava, con atteggiamenti provocatori, la serenità dell’ambiente lavorativo”.

Una posizione confermata dagli stessi lavoratori Mr Job che parteciparono allo sciopero bianco dell’11 luglio scorso, e che di sfruttamento non vogliono sentire parlare. “Lavoriamo in condizioni normalissime – precisa Francesco Patti, dipendente della cooperativa da marzo 2014 – e il clima è quello che c’è in qualsiasi azienda. Io credo che la campagna dei Cobas contro Yoox e i suoi magazzini sia fatta per propaganda. Quel che è certo è che non ci rappresentano: sono una decina i lavoratori che hanno aderito alle loro manifestazioni, su circa 300 lavoratori”.

E per quanto riguarda le sanzioni disciplinari contro gli 8 ex colleghi, prosegue Patti, “sì, anche noi le abbiamo sollecitate. Ma quando tu lavori, e quello a fianco a te è un fannullone, dopo un po’ ti infastidisci”. “Mr. Job si è riorganizzata in seguito a una decisione di razionalizzare le attività che le sono state affidate. I cambi di mansione e i ‘trasferimenti’ (se così i Si Cobas chiamano il cambio di reparto tra due capannoni che distano tra loro 200 metri) sono stati concordati e condivisi con i soci per garantire il mantenimento del posto di lavoro – recita il volantino scritto da alcuni dei 300 dipendenti Mr Job contrari alle proteste Cobas, tra cui Veronica Pintus e Barbara Faggiotto – Non riusciamo a capire cosa ci sia di sbagliato in tutto questo. E’ chiaro che le regole devono essere rispettate da tutti, per proteggere il nostro lavoro e il futuro dell’appalto”.

A preoccupare, soprattutto, è l’intenzione, annunciata dai Cobas, di bloccare i cancelli dell’Interporto per protesta, come il sindacato ha scelto di fare nel caso di Geodis Logistica. “Ognuno ha diritto a scioperare – sottolinea Patti – il problema è quando si impedisce agli altri di lavorare, perché se io non lavoro non guadagno. Vedremo cosa farà il Cobas e poi decideremo se organizzare un altro sciopero bianco”.

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