Il primo assessore si era dimesso per il traffico. Il secondo perché non vuole un ex cuffariano come collega in giunta, nonostante in un recente passato sia stato lui stesso avvocato di Totò Cuffaro. È un terremoto dai contorni tragicomici quello che sta andando in onda nel giunta siciliana guidata da Rosario Crocetta.

Tutto era cominciato ieri pomeriggio quando Ettore Leotta aveva rassegnato le sue dimissioni da assessore alla Funzione Pubblica. Il motivo? Troppo faticoso viaggiare dalla sua città natale, Siracusa, al capoluogo, Palermo, dopo che il crollo del pilone dell’autostrada 19 ha spezzato in due la Sicilia, allungando di circa un’ora i tempi di collegamento tra la parte orientale dell’isola con quella occidentale. “Sono stanco – aveva detto l’ex assessore – dopo il crollo del pilone sulla A19, andare e venire da Siracusa è diventato complicato, ho una certa età e anche la difficoltà del viaggio ha influito sulla mia decisione”.

Leotta era stato indicato in giunta dall’Udc, ed è per questo motivo che Crocetta ha nominato come suo successore Giovanni Pistorio, segretario regionale del partito di Pier Ferdinando Casini. Solo che Pistorio è un ex assessore di Cuffaro ed è stato senatore con il Movimento per l’Autonomia, il partito dell’ex governatore Raffaele Lombardo: non è in pratica un tecnico, come il resto degli assessori di Crocetta, ma un politico puro che ha vissuto in prima linea (e sempre in maggioranza) gli ultimi 15 anni di storia siciliana. Ed è per questo motivo che Nino Caleca non ha digerito quella nomina, dimettendosi a stretto giro di posta da assessore all’Agricoltura. “Continuo a sognare una politica nuova, pulita e trasparente. Avverto un totale senso di estraneità di fronte ad incomprensibili ritorni al passato” ha scritto Caleca in una lettera autografa con cui rassegna le sue dimissioni irrevocabili a Crocetta. Nominato a novembre, si era fatto segnalare per aver pubblicato tutte le spese affrontate dalla Sicilia per partecipare all’Expo di Milano, e per aver commissariato il Cluster Bio Mediterraneo dopo il flop dell’inaugurazione.

Formatosi nel Pci, avvocato penalista tra i più noti a Palermo, Caleca è da tutti considerato un ottimo professionista: e infatti era stato scelto come difensore anche dallo stesso Cuffaro, oggi detenuto dopo una condanna definitiva a sette anni di carcere per favoreggiamento a Cosa Nostra. Certo la politica è un’altra cosa, distinta dagli impegni professionali, ma è un fatto che Caleca sia stato nominato assessore su indicazione di Lino Leanza, già vicepresidente di Cuffaro e braccio destro di Lombardo: un pedigree non esattamente lontano dal passato da cui proviene Pistorio. Successore di un assessore stanco di viaggiare e casus belli che ha fatto scoppiare l’ennesima grana per Crocetta: che adesso dovrà nominare un nuovo assessore all’Agricoltura, il numero 35 in meno di tre anni di governo.

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