Sono arrivati in spiaggia via mare, a bordo di un gommone. Uno di loro nascondeva il kalashnikov sotto un ombrellone che aveva in mano: ha aperto il fuoco con alcune granate e poi ha sparato ai turisti. Una strage in cui sono morte 38 persone – cittadini inglesitedeschibelgi e irlandesi – più uno degli attentatori e 36 sono rimaste ferite, avvenuta per mano di due terroristi in due alberghi a Susa, a 140 chilometri a sud di Tunisi. Le vittime sono state freddate dal commando sulle spiagge dei resort Imperial Marhaba Hotel e Soviva, molto vicini tra loro e situati nella zona di port El Kantaoui. Uno dei due terroristi è stato ucciso, l’altro invece fermato all’ingresso dell’autostrada di Susa.

Durante la notte di venerdì l’attacco è stato rivendicato su Twitter dai sostenitori dello Stato islamico, con un messaggio che spiega che “un soldato del califfato” ha attaccato le “tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia” “malgrado le misure” di sicurezza “rafforzate attorno a queste tane”. La maggior parte delle persone uccise, aggiunge, sono per la maggior parte cittadini “di Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del Califfato”. Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, il cui nome di battaglia sarebbe Abu Yahya al-Kairouani.

L’attentatore ucciso dalle forze di sicurezza è stato identificato: si tratta di Seifeddine Rezguera, uno studente di 23 anni, proveniente della città tunisina di Kairouan. Il giovane, secondo l’emittente Mosaique Fm, era originario di Gâafour, nel governatorato di Siliana, si era diplomato nel 2011 e laureato nel 2014, per poi iscriversi ad un master. Secondo l’emittente locale, pare che frequentasse dei corsi in una moschea che era fuori dal controllo dello Stato e che avesse avuto dei con dei salafiti nella città di Kairouan. A riferire dell’arrivo degli attentatori dal mare è stato l’uomo d’affari tunisino Houcine Jenayah, che cita come fonte dei testimoni oculari. 

Un altro attentato colpisce così la Tunisia, a poco più di tre mesi dalla strage del Bardo a Tunisi, dove erano morte 23 persone. “E’ una vera catastrofe”, ha detto il ministro tunisino del Turismo, Salma Elloumi, parlando alla radio locale Shems Fm. Di fatto, si tratta del più sanguinoso attentato in oltre un decennio: la nota località turistica di Susa, già il 30 ottobre del 2013 fu teatro di un attentato kamikaze che però, a differenza di quello odierno, non fece vittime oltre all’attentatore. L’attacco di oggi è iniziato intorno a mezzogiorno, poco prima dell’inizio della preghiera musulmana del venerdì, e giunge nel periodo di Ramadan, cominciato lo scorso 18 giugno. Secondo quanto ha reso noto la direzione della struttura alberghiera, la maggior parte dei 565 ospiti presenti in hotel (pari al 77 per cento della capienza) durante l’attacco provengono dalla Gran Bretagna e dall’Europa centrale.

Presidente Tunisia: “Pensavamo di essere al sicuro” – ”Vediamo che la Tunisia sta affrontando un movimento internazionale. Non può rispondere da sola a questo. Lo stesso giorno, alla stessa ora, la Francia è stata obiettivo della stessa operazione, e anche il Kuwait. Questo dimostra che c’è bisogno di una strategia globale e che tutti i Paesi democratici devono unire le loro forze”, ha dichiarato l presidente tunisino Beji Caid Essebsi, che ha fatto visita ad alcuni dei sopravvissuti in ospedale. “Questo è più che terribile– ha continuato – Pensavamo di essere al sicuro. Spero che questa sia l’ultima volta, perché siamo determinati a prendere le misure più dolorose per affrontare anche il flagello più infelice”.

“Un attacco terribile che non rappresenta una minaccia solo per la Tunisia, ma per tutta la regione”, ha invece commentato Imen Ben Mohamed, deputata tunisina del partito islamico Ennahda. “Serve un coordinamento – continua – una strategia comune nella lotta al terrorismo, sia a livello politico, che religioso e culturale”.

Mogherini: “Europa e mondo arabo uniti come vittime” – “Non possiamo non partire da ciò che sta avvenendo in Tunisia – ha commentato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, aprendo la conferenza stampa conclusiva del Consiglio Ue – Ciò che è avvenuto oggi, dopo ciò che già era successo al museo del Bardo non può che farci provare un sentimento di dolore e di vicinanza al popolo tunisino, al quale esprimo le nostre condoglianze”. “Non c’è nessun Paese a rischio zero, ma non ci faremo condizionare dalla paura, solo così vinceremo la sfida al terrore”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno Angelino Alfano. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini ha ricordato, oltre all’attentato in Tunisia, anche quelli che hanno colpito Kuwait e Francia. “Europa e mondo arabo uniti come vittime e nella risposta – ha scritto su twitter – I terroristi che ci vogliono dividere, ci uniscono”. 

Tutti e tre i Paesi, infatti, oggi sono rimasti coinvolti in attentati terroristici. Oltre a Susa, a Lione è stata attaccata una fabbrica di gas e accanto al corpo della vittima – decapitata – ritrovata una bandiera dell’Isis. E in Kuwait un attacco kamikaze in una moschea sciita ha causato decine di morti. Il premier britannico David Cameron ha annunciato che il comitato di risposta di emergenza del Regno Unito, il cosiddetto Cobra, si riunisce oggi per discutere degli attacchi avvenuti in Francia e Tunisia. L’unità di crisi della Farnesina è in contatto con l’ambasciata d’Italia a Tunisi per le verifiche di rito in modo da accertare l’eventuale coinvolgimento di italiani a Susa.

Mattarella: “Alzare l’allerta anche in Italia” – “In un giorno in cui la violenza fondamentalista esprime in modo così barbaro la sua strategia di terrore va anzitutto espressa solidarietà alla Tunisia, al Kuwait, alla Francia, e agli altri Paesi che hanno avuto vittime negli attacchi terroristici”, dice il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. “Nella comunità internazionale – aggiunge il capo dello Stato in una nota- dobbiamo sentirci tutti colpiti da questa violenza crudele e reagire aumentando, con determinazione e immediatezza, l’azione comune contro il terrorismo. In Italia è necessario mantenere e alzare al massimo l’attenta azione di vigilanza e di prevenzione che viene svolta per la sicurezza dei cittadini. A questo scopo ci si deve augurare che alle polemiche si sostituiscano spirito di coesione e compattezza, come nel nostro Paese si è stati capaci di fare nei momenti più difficili: la divisione e la paura avvantaggiano il terrorismo e sono il suo obiettivo”. “È necessario che anche nell’Unione Europea polemiche e angusti calcoli di convenienza vengano accantonati di fronte all’esigenza prioritaria di lotta al terrorismo – continua sempre il Presidente – questa è tanto più forte quanto più viene svolta rispettando libertà e solidarietà, e dimostrando la forza e la superiorità della democrazia e dei suoi valori”.

Egitto: “Crimini che non hanno niente a che fare con l’Islam” – L’Egitto, ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Badr Abdelati, ha condannato “con i toni più duri l’attentato terroristico abietto” di Susa “uccidendo e ferendo molti innocenti”. Abdelati che inoltre assicurato la vicinanza dell’Egitto “al governo e al popolo della Tunisia nella lotta al fenomeno del terrorismo e alle organizzazioni terroristiche. Questi crimini terroristici – ha aggiunto – non hanno nulla a che fare con l’Islam, la sua magnanimità e la sua moderazione”.

Allo stesso tempo, Abdelati ha espresso la condanna del suo Paese per “l’esplosione terroristica avvenuta nella moschea sciita ‘Imam Sadiq’ nel quartiere di al-Sawabir a Kuwait City“, che ha causato decine di morti e feriti. “Questo attacco terroristico non ha nulla a che vedere con l’Islam in questo mese benedetto”, ossia quello di Ramadan. Il portavoce egiziano ha poi condannato “ogni forma di confessionalismo“, sottolineando la solidarietà del suo Paese con “il governo e il popolo del Kuwait nella lotta al terrorismo tirannico che colpisce la sicurezza e la stabilità regionali e mondiali“.

Nel frattempo due voli della compagnia Jetair, che dovevano arrivare in Tunisia oggi sono tornati indietro: uno diretto a Enfidha ha invertito la rotta mentre sorvolava la Corsica ed ha fatto rientro a Bruxelles. “I nostri sei aerei partiranno dunque vuoti domani per rimpatriare i belgi che si trovano sul posto”, ha spiegato la portavoce Florence Bruyère. Annullati anche  4 voli in programma per domani.

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