Sfiduciata con un voto in assemblea nonostante la protezione di Gianroberto Casaleggio e del direttorio M5S. E’ finita ventisei voti contro 17 l’assemblea dei deputati grillini che ha dovuto esprimersi su Ilaria Loquenzi, responsabile della comunicazione 5 stelle a Montecitorio. Dopo le polemiche degli ultimi giorni e dopo che finite le elezioni Regionali il blog di Beppe Grillo aveva pubblicato un ringraziamento pubblico per il suo lavoro (e quello del suo corrispettivo al Senato Rocco Casalino), i parlamentari hanno deciso di non rinnovarle il contratto. Una scelta che però va contro le regole del Movimento 5 Stelle: come da non statuto è la Casaleggio associati a decidere la composizione dello staff della comunicazione, quindi almeno a livello teorico i deputati non erano in diritto di toglierle la fiducia. Secondo fonti vicine al cofondatore M5S, il gesto sarebbe stato fortemente criticato da Casaleggio e ora si attendono le reazioni.

Il gruppo alla Camera perde il secondo responsabile in due anni. Prima dell’ex collaboratrice della senatrice Paola Taverna, a fare le valigie era stato Nicola Biondo. Anche se in quel caso i motivi erano proprio dovuti a uno scontro con i leader. A favore di Loquenzi si è schierato il direttorio M5S. Ma il voto di Luigi Di Maio e gli altri non è bastato a salvarla. Contro di lei, tra gli altri, l’ex capogruppo Fabiana Dadone, la neo Francesca Businarolo e il futuro capogruppo Giorgio Sorial. Per molti, ora, il licenziamento rischia di generare un vero e proprio terremoto interno. Secondo alcune ricostruzioni, i malumori interni erano legati alla gestione dei passaggi in televisione: a non tutti infatti viene concessa la partecipazione nei talk show e da mesi si trascinano le polemiche.

Ieri Casaleggio ha avuto diversi contatti con Roma prima dell’assemblea, preoccupato per il voto su Loquenzi. Appreso il ‘ben servito’, come riporta l’agenzia Adnkronos, il cofondatore del Movimento sarebbe andato su tutte le furie, letteralmente fuori di sé. Chi lo ha sentito nelle ultime ore lo descrive furente. E a pagare, racconta qualche ben informato, potrebbero essere i 26 che hanno votato contro la responsabile comunicazione, blindata nelle settimane scorse dal guru in persona.

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