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Hermann Nitsch, l’artista che mutila e crocifigge gli animali in mostra a Palermo: una petizione online per fermarlo

L'obiettivo dell’utilizzo di carcasse all’interno della sua performance è quello di mettere in scena rituali ancestrali e sfatare miti e tabù primordiali. Almeno, questo il modo in cui viene raccontato il suo lavoro. Giustificazioni artistiche che però non sono bastate agli amanti degli animali di tutta Italia che in 54mila hanno sottoscritto la petizione per fermare l’evento, presentata al sindaco Leoluca Orlando

di Elisa Murgese

Corpi di animali mutilati e crocifissi. Sangue alle pareti. Carcasse squartate davanti al pubblico. Queste alcune delle scene al centro della mostra di Hermann Nitsch, artista austriaco che dovrebbe fare tappa a Palermo dal 10 luglio al 20 settembre. La sua rassegna (Das Orgien Mystherien Theater) è in programma allo spazio espositivo comunale dello Zac, ai Cantieri culturali della Zisa. Ma l’esposizione dell’artista di spicco dell’azionismo viennese ha generato reazioni durissime. Sul piede di guerra gli animalisti che stanno cercando di fermare la mostra in cartellone. Il motivo? L’utilizzo, all’interno della sua performance, di cadaveri di animali che diventano strumenti per mettere in scena rituali ancestrali e sfatare miti e tabù primordiali. Almeno questo il modo in cui viene raccontato il suo lavoro. Giustificazioni artistiche che però non sono bastate agli amanti degli animali di tutta Italia che in 54mila hanno sottoscritto una petizione online per fermare l’evento. L’appello è lanciato richiamando la Dichiarazione universale dei diritti degli animali dell’Unesco. La richiesta fatta direttamente al sindaco di Palermo Leoluca Orlando è chiara: annullare l’evento.

Secondo la Dichiarazione dell’Unesco del 1978, infatti, nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo. “Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano gli animali sono incompatibili con la dignità dell’animale”, si legge all’articolo 10 della Dichiarazione. Hermann Nitsch si difende, affermando che nelle sue performance sono utilizzate solo carcasse di animali già morti. Ma secondo i 54mila firmatari della petizione su Change.org, “in questi giochi rituali, che durano diversi giorni, si incitano gruppi di persone a squartare animali, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e sacri – si legge sulla petizione – Qual è lo scopo della sua arte? Insinuarsi nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue”.

I palermitani non sono stati i primi a essere insorti contro l’arte di Nitsch. Lo scorso febbraio, infatti, un’altra petizione online ha bloccato la sua mostra in programma al museo Jumex di Città del Messico. Uguali motivazioni e protagonisti: animalisti contro l’utilizzo che l’artista fa di carcasse e sangue nelle sue rassegne. Nitsch è diventato famoso a livello mondiale negli anni Settanta grazie al “Teatro delle Orge e dei Misteri”, una messa in scena di rituali parareligiosi dove “protagonisti” erano proprio animali squartati di fronte al pubblico. Poi, l’utilizzo dei cadaveri delle bestie per sporcare di sangue e resti il luogo della performance. Ed è proprio questa la scena che 54mila cittadini stanno cercando di evitare si compia nuovamente nella sua prossima personale in programma a Palermo tra due settimane. “No agli ‘artisti’ creatori dello stesso male su cui vogliono fare riflettere”, è una delle frasi conclusive della petizione che sta raccogliendo sostenitori ora dopo ora.

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