Contro Umberto Eco, filosofo, semiologo e saggista di fama internazionale, e la sua frase sui social che “hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli” si scatena proprio il web, in particolar modo Twitter. Ci sono cinguettii ironici come quello del profilo fake di Gianni Cuperlo che scrive: “Occhio perché essere promossi da imbecilli del web a segretari del Pd è un attimo”. Ironia anche nel tweet di Teladoiolanius che scrive: “Eco rabbioso come i cocchieri quando cominciò a diffondersi l’uso dell’automobile”. Tra battute e sorrisi però, ci sono anche tweet di persone un po’ più arrabbiate con l’autore de “Il nome della rosa”, che, sostiene qualcuno, è un libro non troppo interessante.

Tutto è iniziato l’11 giugno con la pronuncia della frase incriminata durante la consegna della laurea honoris causa in Comunicazione e Culture dei Media all’Università di Torino. Quando Eco aveva anche aggiunto, sempre in relazione agli “imbecilli” che si esprimono sui social, che “prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.

Dietro l’attacco c’era anche una riflessione più specifica su un tema: “Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono neofiti di fronte a questo strumento”.

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