Gli impresentabili per il momento sono una dozzina. Quattro sono sicuramente candidati in Puglia. Gli altri sono nelle liste per le Regionali in Campania. Nelle altre 5 Regioni, infatti, non ci sono nomi da segnalare. E’ il primo risultato del lavoro della commissione Antimafia che ha analizzato gli elenchi dei candidati che si presentano al voto del 31 maggio. Ma la presentazione della lista completa è slittata a venerdì 29. La riunione dell’ufficio di presidenza della commissione è stata sospesa per due motivi: la mancanza di alcuni dati sulle liste campane e la fuga di notizie su alcuni degli impresentabili. E’ stato il Corriere.it a anticipare infatti i 4 pugliesi che secondo l’Antimafia dovrebbero essere messi all’attenzione degli elettori: uno corre con una lista d’appoggio a Michele Emiliano, un altro è candidato con Forza Italia (per Adriana Poli Bortone), gli ultimi due sostengono il fittiano Francesco Schittulli in rappresentanza della lista “Oltre con Fitto” e di Area Popolare. Il documento – che sarà poi votato dalla commissione – non ha natura vincolante ai fini delle candidature. Peraltro le indagini – portate avanti da 4 magistrati – si sono concentrate sui candidati regionali e non comunali, visti i tempi strettissimi. 

Bindi: “Stigmatizzo la violazione del segreto”
E’ stata la presidente della commissione Rosy Bindi a “stigmatizzare” la “violazione del segreto”, sottolineando “il venir meno delle regole di correttezza e reciproca fiducia tra i membri dell’ufficio di presidenza”. Le notizie su alcuni nomi indicati come impresentabili durante la riunione sono infatti uscite “prima che si concludessero i lavori”. “Nel ringraziare la Dna, gli uffici giudiziari e le prefetture per la collaborazione che stanno fornendo, la presidente – si legge in una nota – ribadisce l’esigenza di mantenere il massimo riserbo sul lavoro in corso e diffida chiunque dall’utilizzare le attività d’inchiesta e il ruolo istituzionale della Commissione antimafia per diffondere informazioni non suffragate da una verifica ancora in corso”.

M5s: “Una pantomima”. Sel: “Sciatteria”
Secondo quanto racconta il capogruppo del M5s in commissione Francesco D’Uva “manca una parte dei 7mila nominativi: erano sfuggiti dei nominativi, per esempio quelli della Regione Campania”. Secondo D’Uva aggiunge che è “inaccettabile il modo di fare antimafia del Partito democratico, avallato dalla presidente Bindi. Abbiamo assistito a una pantomima: gli unici a chiedere la pubblicazione immediata dei nomi di impresentabili raccolti finora siamo stati noi e il vicepresidente Claudio Fava (ex Sel, ora gruppo misto)”. “Rimandare tutto a venerdì – conclude D’Uva – significa far passare sotto silenzio tutti i nomi degli impresentabili perché da sabato si entra nel periodo di silenzio elettorale. Chi andrà al voto non saprà se le persone in lista hanno condanne per reati di mafia”.

Il senatore di Sel Peppe De Cristofaro aggiunge che ci sono state “difficoltà nella trasmissione dei dati e sono preoccupato per questo ritardo. Si dava per scontato che i nomi sarebbero usciti oggi e invece la lista completa slitta a venerdì”. De Cristofaro, eletto in Campania, chiarisce di avere interesse a far uscire fuori questi nomi, “perché appartengo a un partito che non ha problemi di questo tipo. Certo è -conclude- che si tratta di un vulnus grave a una richiesta di trasparenza”. I ritardi, secondo i parlamentari, sono dovuti a alcune prefetture. “Una sciatteria” l’ha definita De Cristofaro.

Renzi: “Nel Pd nessun impresentabile”
“Nelle liste per le regionali il Partito democratico non ha alcun impresentabile, lo dico con grande chiarezza” aveva assicurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, dalla Campania, aveva ripreso quanto già detto in giornata dal vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini: “Sulle nostre liste abbiamo applicato il codice etico, in alcuni casi restringendo ancora di più i criteri. Il lavoro è stato molto preciso e chiaro”. Stessa rassicurazione era arrivata dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

Ma tra reati “sensibili” non c’è corruzione
Di certo tra gli impresentabili non ci sarà Vincenzo De Luca, candidato del Pd alla presidenza della Regione Campania, condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Il testo di riferimento della commissione Antimafia è infatti il Codice di autoregolamentazione dei partiti che prevede la non candidabilità per chi è stato rinviato a giudizio per i reati di stampo mafioso (legati all’articolo 416 bis del Codice penale) e alcuni reati cosiddetti “spia”. Tra quest’ultimi, il reato di riciclaggio e autoriciclaggio, racket, usura, traffico di rifiuti e traffico di essere umani. Tuttavia non ci sono l’abuso d’ufficio – per il quale è condannato De Luca – la corruzione, la concussione, il falso in bilancio, tutti reati tipici degli amministratori.  

Gli impresentabili pugliesi
Secondo il Corriere tra i 4 impresentabili pugliesi c’è l’imprenditore Fabio Ladisa, inserito a Bari nella lista Popolari con Emiliano che appoggia il candidato Pd, Michele Emiliano. Ladisa è rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata estorsione (e altro), commessi nel 2011, con udienza fissata per il 3 dicembre 2015. “Si deve ritirare dalla competizione elettorale subito”, ha risposto Emiliano su Twitter a un follower che gli chiedeva conto del nome di Ladisa in lista.

Gli altri 3 impresentabili appoggiano tutti il candidato fittiano Schittulli: anche Massimiliano Oggiano, commercialista, nella lista “Oltre con Fitto” nella circoscrizione di Brindisi, deve rispondere di associazione e voto di scambio con metodo mafioso; Enzo Palmisano anche lui accusato per voto di scambio (prescritto), inserito nelle liste di Area popolare anche lui nel collegio di Brindisi. Infine Giovanni Copertino, ex ufficiale della Forestale e già consigliere Udc, ora candidato con Forza Italia nel collegio di Bari a sostegno di Adriana Poli Bortone, che è accusato di voto di scambio (poi prescritto).

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