Cinema

The Imitation Game, la storia di Alan Turing arriva sul grande schermo

Dopo tanta attesa, il film del regista norvegese Morten Tyldum arriverà nei cinema anche Italia, dopo il successo in Inghilterra e il premio a Toronto Film Festival, a partire dal 1 gennaio 2015. Clip in esclusiva per il Fatto.it

di Aureliano Verità

Sono diversi mesi che si parla di The Imitation Game, era inevitabile che un biopic incentrato su una figura cruciale come Alan Turing destasse interesse, specie se interpretato da un attore eccellente come Benedict Cumberbatch. È da tempo che sul web il trailer, le interviste agli attori e le foto di premiere e photocall stanno diventando virali e finalmente, dopo tanta attesa, il film del regista norvegese Morten Tyldum arriverà nei cinema anche in Italia, dopo il successo in Inghilterra e il premio a Toronto Film Festival, a partire dal 1 gennaio 2015, distribuito da Videa.

Turing grazie al suo lavoro influenzò lo sviluppo dell’informatica, formalizzando concetti di algoritmo e di calcolo mediante la macchina che da lui stesso prende il nome e che a sua volta ha posto le basi per la nascita dei moderni computer. Ma ancora prima di tutto questo, fu il team leader del gruppo di esperti, che vantava menti geniali tra linguisti, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti che, al servizio del Regno Unito decifrò i famigerati codici della macchina tedesca Enigma, cosa che, a detta degli storici, contribuì a salvare diverse migliaia di vite dalla stretta dei nazisti.

The Imitation Game racconta questo, o meglio, non soltanto questo. La storia si addentra nella vita del matematico, andando a toccare le corde più intime della sua esistenza, fino al tema dell’omosessualità, per la quale Turing venne arrestato nel 1952 dal Governo britannico con l’accusa di “atti osceni” e per cui ha ricevuto “il perdono” solo l’anno scorso. Un film drammatico, che non esclude in alcuni tratti i toni della commedia. Accanto a Cumberbatch ci sono Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear e due prestiti dal piccolo schermo, Allen Leech dalla serie tv “Downton Abbey” e Charles Dance da “Il trono di Spade“.

Turing decise di porre fine alla propria esistenza nel giugno del 1954, mangiando una mela intrisa di cianuro e leggenda vuole che la mela di Apple sia un omaggio al suo genio. Una storia sceneggiata da Graham Moore, che si è aggiudicato oggi una nomination ai Golden Globe, insieme ad altre quattro candidature, di cui miglior film, miglior attore protagonista (Cumberbatch), miglior attrice non protagonista (la Knightley) e miglior colonna sonora (Alexandre Desplat).

Clip in esclusiva per il Fatto.it

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