Sipario quasi alzato, da oggi la ruota del 9° Festival (Festa) Internazionale del Film di Roma inizierà a girare a pieno ritmo, dopo aver campeggiato immobile sulle locandine appese per l’intera Città Eterna. Che chissà se veramente vi parteciperà, considerando che il cuore dell’happening – Il Villaggio del Cinema – è in quell’Auditorium Parco della Musica non molto amato dai romani. Fortunatamente il “dislocamento” di proiezioni ed eventi è sbandierato ai quattro angoli dell’Urbe: dalla Casa del Cinema di Villa Borghese, al Cinema Barberini, dall’Ara Pacis al MAXXI, dal Teatro Argentina a quello di Ostia passando per il palco interno a Rebibbia, per non parlare di tutte le Biblioteche di “Roma Capitale” situate dal centro alle periferie estreme. La sfida è imponente, come ogni anno, ma pare sempre di più, specie ora che la direzione “festaiola” del Festival sembra consolidarsi, a partire dalla scelta del pubblico come unico giurato.

Per questo l’apertura ufficiale è affidata niente di meno che a una “soap opera”, ovvero l’omonimo titolo della nuova commedia di Alessandro Genovesi (in immediata uscita nelle sale, prevista per il 23 ottobre) con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Diego Abatantuono, Ale & Franz: sulla carta nulla e nessuno dovrebbero impedire la risata, benché forse da un festival internazionale ci si aspettava una ouverture di altra qualità. Ma tant’è. E sul finale, per chi avrà ancora voglia di sghignazzare, se “ne andrà a quel Paese” (Andiamo a quel paese) con Ficarra & Picone, autori e attori di questa loro ultima fatica.

Accanto ai film/eventi “da non perdere” di cui si parlerà tra poco, il pubblico più cinéphile è il privilegiato a godersi i tre premiati alla carriera di quest’anno: il giapponese cult Takashi Miike (Maverick Director Award), il raffinatissimo russo Aleksej Fedorcenko (Marc’Aurelio del Futuro) con un nuovo film (Angeli della rivoluzione – sezione Cinema d’oggi) al festival, e un personaggio stracult come Tomas Milian al quale sarà consegnato il Marc’Aurelio Acting Award alla Carriera, già nella serata inaugurale di oggi.

Ed ora veniamo ai film. Copiosa è naturalmente la squadra “di casa”, sparsa in ogni sezione. In Cinema d’Oggi si sfidano “fratello” Biagio di Pasquale Scimeca, il thriller invernale La foresta di ghiaccio di Claudio Noce e la Napoli dei gangster riveduta e corretta ne I Milionari di Alessandro Piva. Nella sezione Gala se la vedranno il simpatico Gianni Di Gregorio con Buoni a nulla, il già attore Andrea Di Stefano alle prese con Pablo Escobar (Escobar: Paradise Lost) e soprattutto con un attore come Benicio Del Toro, e Marco Risi con i suoi Tre Tocchi. Tutti tricolore sono, ovviamente, gli 8 titoli inseriti nella sezione Prospettive Italia: si segnalano in particolare le opere prime Index Zero – di genere fantascientifico – di Lorenzo Sportiello e Last Summer – di genere intimista – di Leonardo Guerra Seràgnoli. Alla sua seconda prova è invece Roan Johnson (Fino a qui tutto bene) mentre ben oltre la seconda sono Elisabetta Sgarbi (Due volte delta) e Gaetano Di Vaio (Largo Baracche). Nella sezione autonoma Alice, il portabandiera “in lungo” è Giulio Base con Mio papà, interpretato e cosceneggiato da Giorgio Pasotti, presente anche col suo esordio da regista (Io, Arlecchino) nella sezione Wired Next Cinema.

Da fuori confine, gli imperdibili saranno certamente Il sale della terra (Wired Next Cinema) di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado sul geniale padre di quest’ultimo, il fotografo Sebastiao, Time Out of Mind (Cinema d’oggi) di Oren Moverman con Richard Gere e Steve Buscemi, Black and White (Gala) di Mike Binder con Kevin Costner, Eden (Gala) della francese Mia Hansen-Love, Phoenix (Gala) del tedesco Christian Petzold, Still Alice (Gala) di Richard Glatzer con Julianne Moore e Kristen Stewart, Trash (Gala) di Stephen Daldry con Martin Sheen ma soprattutto i nuovi lavori di due registi realmente cult: David Fincher e la sua Gone Girl (in italiano esce come Amore bugiardo) con Ben Affleck e Rosamund Pike e Steven Soderbergh con i primi due episodi di The Knick con Clive Owen. Per cinefili puri il documentario del brasiliano Walter Salles sul collega cinese Jia Zhangke (Jia Zhangke, un ragazzo di Fenyang) mentre per i nostalgici degli 80s da non perdere Soul Boys of the Western World sugli Spandau Ballet, che saranno al festival.

Il trailer del film di apertura

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