Non può essere Juventus-Roma senza polemiche. E infatti la prima sfida della stagione fra le due grandi pretendenti al titolo verrà ricordata non tanto per la vittoria in extremis della Juve, un 3-2 al cardiopalma che lancia i bianconeri in vetta alla classifica in solitaria. E neppure per l’eurogol di Leonardo Bonucci, che cambia la partita a cinque minuti dalla fine. E’della direzione dell’arbitro Rocchi che si parlerà a lungo: di sicuro per la prossima settimana, si spera non per tutto il campionato. Tre rigori, molto discutibili. Sette ammonizioni, tre espulsioni. E la ciliegina sulla torta di un fuorigioco passivo di Vidal non fischiato sulla rete decisiva. Ma questo è davvero il minore degli errori del direttore di gara.

Se non fosse per quello che è successo nei primi quarantacinque minuti, ci sarebbe da parlare anche di tattica e di una partita combattuta. Di una Roma che ha cominciato in maniera un po’ timida ma è cresciuta bene alla distanza. Di una Juventus che per la prima volta da inizio stagione, forse, ha rimpianto Antonio Conte: quando c’era lui i bianconeri aggredivano i big match in maniera vorace, senza mai sbagliare una partita. Oggi, pur giocando in casa, la Juve non è stata superiore agli avversari. Carattere, solidità, la classe di Pogba e le solite folate Tevez. Che non è poco, ma neanche dominio incontrastato. Merito della Roma, positiva e punita dagli episodi, appunto. In avvio i ragazzi di Garcia hanno pagato l’impatto con lo Juventus Stadium, un po’ di sudditanza nei confronti dei campioni d’Italia. Ma col passare dei minuti si sono scrollati di dosso ogni timore e hanno giocato alla pari per almeno un’ora, trascinati da Manolas (un gigante in difesa), Nainggolan a centrocampo e la velocità di Iturbe e Gervinho in avanti.

Semmai, il tecnico francese dovrebbe un po’ riflettere sulla fatica che la squadra sembra ormai accusare in maniera cronica nei finali di partita: ma del resto, con De Rossi e Strootman fuori per infortunio, in mezzo non ci sono cambi al momento e Nainggolan e Keita, per quanto eccellenti non sono inesauribili. Ma ogni discorso viene messo un po’ in disparte dalla direzione dell’arbitro. Alla vigilia la designazione di Gianluca Rocchi da Firenze aveva lasciato perplessi, per alcuni precedenti non proprio felici in partite importanti. I dubbi, forse, erano fondati. A sua discolpa c’è da dire che tutte le decisioni erano molto difficili, neanche il replay è in grado di chiarire con sicurezza alcuni episodi. Ma è stata la direzione di gara nel suo complesso a lasciar desiderare: incerto e titubante, l’arbitro ha trasmesso il suo nervosismo ai giocatori. Lo stesso Tevez, dopo che si era visto assegnare due rigori a favore, nell’intervista a fine primo tempo ha puntato il dito contro l’arbitro. “Nella ripresa dovrà gestire meglio la gara”, ha dichiarato senza mezzi termini.

Ed effettivamente nel secondo tempo le cose sono andate meglio. Ma è nel primo che è successo tanto, probabilmente troppo. I bianconeri recriminano già al 10′ per un tocco di Holebas su Marchisio, l’arbitro sorvola ma concede la massima punizione un quarto d’ora più tardi, su un episodio ancor più dubbio: una punizione dal limite di Pirlo, intercettata da Maicon col braccio. La barriera era in area, lo dimostra il segno dello spray. Ma il terzino brasiliano colpisce la palla uscendo di slancio dalla barriera, probabilmente oltre la linea. L’errore di Rocchi è soprattutto cambiare idea, dopo aver assegnato in un primo momento solo calcio di punizione. È qui che inizia il caos: Tevez segna dal dischetto e Garcia viene espulso per proteste. Neanche il tempo per metabolizzare la decisione e dall’altra parte è di nuovo rigore: stavolta per una trattenuta (reciproca) tra Totti e Lichtsteiner, su una punizione (inesistente) calciata da Pjanic. Discussioni furiose anche qui, il capitano romanista non fa una piega e spiazza Buffon: 1-1, palla al centro.

Ma la partita ormai è completamente sfuggita di mano all’arbitro, che in dieci minuti ha ammonito Totti, Lichtsteiner, Chiellini, Holebas, Bonucci, Gervinho e Maicon. Nel marasma generale l’inerzia pende inaspettatamente dalla parte degli ospiti. E la situazione si ribalta, sulla prima accelerazione di Gervinho che smarca davanti alla porta Iturbe. Ma ci pensa ancora Tevez a ristabilire la parità, ancora su un rigore fischiato da Rocchi: un tocco di Pjanic su Pogba, che se c’è (e sembra esserci) forse arriva fuori area e di sicuro a recupero abbondantemente scaduto. Sulla trasformazione dell’Apache si può finalmente andare a riposo. Il 2-2 firmato dall’argentino sarebbe anche stato il risultato più giusto. Anche perché, provate dalle montagne russe (arbitrali e non) del primo tempo, nella ripresa le due squadre non si sono fatte troppo male. Un gol divorato in area da Pjanic, una traversa scheggiata di testa da Morata. Nient’altro, fino al tiro al volo di Bonucci sugli sviluppi di un angolo, viziato però dalla presenza di Vidal che in fuorigioco ostruisce la visuale di Skorupski. Finisce nel tripudio bianconero, e con un parapiglia tra Morata e Manolas che porta al rosso diretto per entrambi. La Roma torna da Torino a mani vuote. Con il dubbio che magari con un altro arbitraggio il risultato sarebbe potuto essere diverso. Ma anche con la certezza che il gap dalla Juventus è stato colmato, al di là del risultato. Il campionato, in fondo, è appena cominciato.

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