E’ durata poco l’interruzione dei combattimenti tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, concordata nella serata di ieri al termine del 24° giorno di combattimenti. Circa due ore dopo l’inizio del silenzio, Israele ha informato l’inviato dell’Onu nella zona, Robert Serry, che il cessate-il-fuoco era da considerarsi terminato. La tregua era iniziata alle 8 ore locali, sarebbe dovuta durare 72 ore. Ma lo scambio di accuse tra Gerusalemme e Hamas è cominciato subito e ruota attorno alla cattura di Hadar Goldin, 23 anni, ufficiale della brigata di fanteria Ghivati. Il soldato è stato catturato dai miliziani di Hamas, ma restano ancora oscuri i contorni dell’accaduto. Dopo il sequestro, l’Israel Defense Force ha condotto un pesante bombardamento su Gaza. 

E’ scontro sulle tempistiche
Israele e Hamas forniscono due versioni opposte e si accusano reciprocamente di aver fatto saltare la tregua. Secondo l’Idf, questa mattina i militanti di Hamas sono emersi da un tunnel nel sud della Striscia e uno di loro si è fatto esplodere, uccidendo due soldati. Nel conseguente conflitto a fuoco, i miliziani ne avrebbero approfittato per rapire il militare. Israele sostiene che l’attacco sia avvenuto intorno alle 9.30 (ora locale). Diversa la versione di Hamas: i suoi militanti avrebbero attraversato il tunnel alle 7, prima dell’inizio della tregua: “Non c’è alcuna giustificazione da parte di Israele per la violazione della tregua perché l’ufficiale è stato catturato e due soldati sono stati uccisi prima della tregua”, ha fatto sapere Musa Abu Marzouk, esponente dell’ufficio politico di Hamas.

Obama: “Difficile mettere in atto un’altra tregua”
“Condanno l’uccisione di due soldati israeliani e il rapimento di un altro. Hamas deve liberare senza condizioni il soldato rapito”, ha detto Barack Obama. Per il presidente Usa, Hamas è “responsabile per la fine del cessate il fuoco. Sarà molto difficile mettere in atto un altra tregua”, ha continuato il Presidente, “se la comunità internazionale non è sicura che Hamas possa rispettarla”. Una condanna analoga era giunta in precedenza anche dal segretario di stato Usa, John Kerry. “Gli Stati Uniti condannano la vergognosa violazione da parte palestinese del cessate il fuoco a Gaza”, aveva detto Kerry.

Israele rivive l’incubo Shalit
Il rapimento di Hadar Goldin da parte di Hamas riporta le lancette del conflitto israelo-palestinese alla lunghissima prigionia di Gilad Shalit: il soldato, catturato il 25 giugno 2006, venne rilasciato dopo oltre cinque anni il 18 ottobre 2011, in cambio della liberazione di un migliaio di detenuti palestinesi reclusi nelle carceri dello Stato ebraico.

Gaza, oltre settanta i morti della giornata
Sono 62 i palestinesi uccisi e più di 350 i feriti di un bombardamento israeliano a Rafah che ha avuto luogo dopo gli scontri intensi tra esercito israeliano e Hamas scoppiati a est della città, nelle ore in cui era iniziata la tregua umanitaria. Lo rende noto il funzionario sanitario di Gaza. Il bilancio delle vittime palestinesi sale così a 1.481 morti. Altri dieci morti palestinesi sono stati aggiunti al bilancio in tarda serata dai servizi di soccorso palestinesi. Cinque cadaveri sono stati scoperti sotto le macerie di edifici attaccati a Rafah, nel sud. Altri cinque sono stati uccisi in serata da proiettili sparati dai carri armati a Rafah e Khan Younes, sempre nel sud. Il bilancio della giornata di guerra ha quindi superato i 70 morti.

Fonti locali: “Bombe su un ospedale a Rafah”
Dopo il probabile rapimento del soldato israeliano, duri bombardamenti israeliani hanno colpito Rafah. Fonti locali riferiscono che l’ospedale della città, Abu Yussuf al-Najar, è stato bombardato. Secondo il ministero degli Interni palestinese, l’Egitto mantiene chiuso il punto di valico di Rafah, fra Gaza e l’Egitto. Fonti locali aggiungono che numerosi abitanti di Rafah hanno cercato di attraversarlo per mettersi al riparo dai bombardamenti di Israele: ma i cancelli, aggiungono, non si sono aperti

L’Egitto cancella i colloqui di pace
L’Egitto ha deciso di “cancellare” i colloqui con israeliani e palestinesi per un cessate il fuoco duraturo a Gaza: lo scrive il sito dell’autorevole quotidiano Al-Ahramcitando una “fonte palestinese che doveva partecipare ai negoziati”. Ma “una delegazione palestinese arriverà domani al Cairo”, a prescindere dalla presenza o meno di rappresentanti israeliani, “e comprenderà rappresentanti di Hamas, Jihad Islamica e Fronte popolare” impegnati nei colloqui per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha affermato il leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, dopo un colloquio con il capo della diplomazia egiziana Sameh Shoukry.

Oxfam: “Rischio epidemia a Gaza. Già 30 casi meningite”
“Esplode il rischio di epidemie tra la popolazione della Striscia a causa dell’assenza di servizi igienici e della mancanza o contaminazione da liquami dell’acqua”, a lanciare l’allarme è l’Oxfam, che segnala come siano già 30 i casi di meningite tra i minori. Intanto, segnala sempre l’ong, si fanno sempre più gravi le condizioni delle strutture sanitarie: sono 23 quelle gravemente danneggiate. A peggiorare il quadro, questa settimana è stata distrutta l’unica centrale elettrica a Gaza: “Più dell’80% della popolazione è senza corrente elettrica – continua Oxfam – condizione che rende difficile l’approvvigionamento d’acqua dagli impianti di pompaggio”.

Nella notte Uccisi 17 palestinesi e 5 soldati israeliani
Nelle ore che hanno preceduto il cessate il fuoco, però, l’esercito israeliano ha intensificato i raid nella Striscia e sono stati uccisi 17 palestinesi. Dieci di loro appartenevano alla stessa famiglia a Khan Younis. Il numero delle vittime palestinesi dell’operazione Margine Protettivo, che finora ha registrato un numero di morti superiore rispetto a Piombo Fuso del 2008-2009, sale a 1450. Sessantuno invece i soldati israeliani caduti, di cui 5 giovedì sera.

Il Senato Usa aumenta i fondi per Iron Dome
Il Senato americano ha approvato all’unanimità risorse aggiuntive per finanziare Iron Dome, il sistema missilistico difensivo di Israele. Le risorse ammontano a 225 milioni di dollari. 

Negoziati al Cairo
L’Egitto ha invitato Israele e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) a inviare le loro delegazioni a negoziare al Cairo. “L’Egitto – si legge in un comunicato diramato dal ministero degli Esteri egiziano nella notte – sottolinea la necessità che entrambe le parti rispettino il cessate il fuoco, in modo che i negoziati possano svolgersi in un’atmosfera positiva”. Come annunciato nei giorni scorsi da diverse fonti palestinesi, la delegazione dell’Anp dovrebbe comprendere alcuni esponenti di Hamas. L’arrivo dei delegati potrebbe avvenire in giornata, come scrive il sito israeliano Harutz Sheva.

Cisgiordania, proclamata la “Giornata della rabbia”
Sarà la “Giornata della rabbia” oggi in Cisgiordania, dove Hamas ha rivolto un appello ai sostenitori di tutte le fazioni palestinesi, chiedendo loro di scendere in piazza dopo la preghiera del venerdì per protestare contro le operazioni condotte da Israele a Gaza, ma anche contro altre questioni, come quella degli insediamenti. “Vi chiediamo di partecipare attivamente a una protesta furiosa contro i crimini commessi dall’esercito israeliano contro il popolo di Gaza e di sostenere la coraggiosa resistenza”, ha scritto Hamas in alcuni volantini diffusi ieri.

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