‘Puttaniere’ è una brutta parola. Lo Zingarelli non la riporta neppure, evidentemente non considerandola parte del lessico italiano. E fino a qualche decennio fa dalle signore e signorine ‘per bene’, ci si aspettava che neppure sapessero della sua esistenza, per non parlare dell’esistenza del tipo d’uomo che la parole designa. Un tipo d’uomo poco considerato anche dal suo stesso sesso. Infatti, i termini donnaiolo, Don Giovanni o seduttore o il napoletano sciupafemmine o il francese tombeur de femmes non sono insulti; anzi implicano una sfumatura di ammirazione, spesso anche di considerazione. Puttaniere, no; il puttaniere è, anche per gli uomini, un personaggio di modesta qualità, un ‘poveraccio’, si direbbe a Roma, che ha un vizio, diciamo più modernamente una dipendenza, e non può soddisfarlo con le sue sole capacità, ma deve ricorrere alla mediazione dei soldi. Se no, per restare nel vernacolo romano, ‘non se lo filerebbe nessuna’.

E questo per la mentalità maschile sempre competitiva, è assai squalificante, come comprare il risultato di una partita di pallone: e anche se i soldi, quando li ha, permettono al puttaniere di acquistare merce di prima qualità, gli altri uomini potranno nutrire per lui magari una certa invidia, ma non ‘vera’ stima virile. Anche perché (e spesso contro l’evidenza della loro stessa esperienza) tutti gli uomini o quasi, sono convinti di ‘non avere bisogno di pagarle’. E anche se il puttaniere, specie se ricco, tenta di presentarsi come una specie di collezionista, per gli altri uomini è pur sempre uno che ‘a ‘sto modo so’ boni tutti’.

E le donne? Be’, in alcuni casi e per alcune donne un puttaniere ricco è una miniera d’oro. E in genere, ovviamente, i puttanieri sono buoni clienti per le puttane. Purtroppo, purtroppo ai miei occhi beninteso, ad onta della liberazione sessuale, molte donne, forse perché non hanno la competenza delle puttane, confondono ancora il puttaniere con il seduttore e con l’amante eccezionale, specie se si tratta di un puttaniere ricco che si presenta con pretese da gentleman. Si tratta di un errore grave. Il puttaniere non ama l’eros, l’eros vero intendo, quello che è costruzione comune, scambio di cura e di piacere, leggerezza e violenza reciproche, appagamento condiviso.

Il puttaniere è interessato al potere che esercita o ritiene di esercitare su altri esseri umani; gode della sottomissione altrui; la sua vera voluttà sta nel ‘fargli fare quello che dico io’, nel potersi dire: ‘E’ ai miei ordini, qui comando io’. Ad onta di ciò che si dice, il puttaniere non cerca eros, cerca potere. Lo dicono le puttane stesse, quelle che lo conoscono meglio di chiunque altro/a. Leggere per esempio Carla Corso, Ritratto a tinte forti. Anche perché di tutti i modi di esercitare potere su altri esseri umani, questo, la frequentazione delle puttane è, per gli uomini della nostra società, il più accessibile, il più a portata di mano; e il più squallido. Privo di ogni ambizione eroica, di ogni pretesa salvifica, di ogni afflato utopico, come invece altre ambizioni di potere sono. Il che non le riscatta, ma almeno le degnifica un po’.

Una persona che cerca potere, lo squallido potere di sottomettere a buon mercato altri esseri umani ed è talmente assillato da questa ricerca da subordinare ad essa, almeno in certi momenti della sua vita, ogni altro impegno e preoccupazione, vi sembra una persona affidabile? equilibrata? Chiedereste a lui di dettare le regole per la vostra esistenza? Per la nostra convivenza?

N. B.1: Non mi sembra di aver fatto un discorso da puritana. Per favore se qualcuno lo pensa, mi spieghi perché è un discorso puritano.

N.B.2: Spero di non sentire per l’ennesima volta il discorso sulla vita privata, nella quale ognuno ha il diritto di fare quello che vuole. Non mi pare una pretesa eccessiva voler sapere qualcosa anche della vita privata di un signore che pretende di governare la mia vita.

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