Prima la nuova frecciata da Beppe Grillo e poi i malumori all’interno della maggioranza Cinque stelle in consiglio comunale. Federico Pizzarotti e il suo operato finiscono di nuovo nel mirino del blog aumentando le tensioni. Ma le grane questa volta riguardano anche l’amministrazione locale. Nella seduta del consiglio di martedì 3 giugno, dalla stessa maggioranza è arrivata l’accusa di “andare contro le linee del M5S”. L’attacco frontale è partito dal consigliere Mauro Nuzzo, che già in passato aveva avuto momenti di scontro con il resto del gruppo, tanto da dimettersi dalla presidenza della commissione Cultura. Nodo del contendere, una delibera con cui il Comune, socio di Fiere Parma, doveva approvare, come già fatto dalla Provincia, la partecipazione ad Expo 2015 attraverso la creazione di una società di scopo partecipata da Fiere e Federalimentare. “La mia maggioranza lo sa che andare in questa direzione sull’Expo significa uscire dalle linee del Movimento? Stiamo mandando i bambini in gita e non ci interessa dove, significa metterci a cucinare in un catino che puzza”. Nuzzo allude alla contrarietà del leader Cinque stelle al progetto Expo, e la sua critica provoca un vespaio tra i banchi di maggioranza. A rispondere per tutti è stato il capogruppo M5S Marco Bosi: “Io sono contrario all’attuale gestione dell’Expo, ma siedo in consiglio comunale per difendere l’interesse della mia città e del sistema agroalimentare parmigiano”. Anche Pizzarotti ha giustificato l’intervento: “Lo dobbiamo al territorio, alle aziende. Forse qualcuno non si è accorto che Milano ci vuole soffiare un brand. È un’opportunità che non possiamo perdere, stiamo parlando del territorio di Parma”. La delibera però è passata con i voti di Cinque stelle (con due astensioni) e Udc e Forza Italia.

Sulla vicenda in serata una nota del M5s ha chiarito la posizione del gruppo, difendendo l’iniziativa e sottolineando che per il Comune sarà un investimento a costo zero. “Chi vorrà vedere un contrasto con la posizione del Movimento sul tema Expo – si legge nella nota – dimostrerà ancora una volta di non aver capito che è dovere dell’amministrazione difendere il proprio territorio e fare scelte di buon senso e che questa è la mission degli amministratori 5 Stelle”. Nella dichiarazione, arriva anche una difesa dell’operato del sindaco e della sua giunta, con una stoccata al Pd, che ha deciso di non partecipare al voto. “Questo buon senso è quello che i cittadini hanno scelto col voto al Movimento e che noi vogliamo perseguire, come fatto finora, nel nostro operato, perché la città va avanti con le scelte responsabili, non con le chiacchiere di un Pd che non ha nemmeno il coraggio di esprimere un voto”.

Ma non è l’unico problema per Pizzarotti. Il leader del Movimento, dopo gli attacchi degli ultimi mesi, dal suo blog ha additato il sindaco di Parma come “eccezione” nel gradimento dei primi cittadini Cinque stelle. Il pretesto sono stati i dati delle preferenze ottenute dal Movimento alle elezioni europee nelle otto città governate dai Cinque stelle, pubblicati sul blog in una classifica che va dal maggiore al minore gradimento. Fanalino di coda è proprio il Comune Parma, la Stalingrado del Movimento che però alla prova delle urne è arrivata solo al 19,11 per cento delle preferenze. Una prestazione deludente, soprattutto se paragonata ai risultati delle altre città: spiccano per esempio sopra Pizzarotti, il sindaco Mario Puddu e la sua Assemini con il 42,51 per cento e Fabio Fucci a Pomezia con il 35 per cento. “Il M5S ha oggi 8 sindaci, uno è stato eletto in questa tornata elettorale ed è Cinzia Ferri eletta sindaco con il M5S nella cittadina di Montelabbate. Gli altri 7 sono stati eletti tra il 2012 e il 2013 – recita il post – Il voto per le elezioni europee nelle loro città può dare un’idea del gradimento del loro operato presso i rispettivi concittadini. In generale è molto positivo. A parte un’eccezione, in tutte le città con un sindaco 5 Stelle la percentuale di voti per il M5S si è attestata ad almeno 4 punti sopra la media nazionale, tra tutti spicca l’eccezionale risultato di Assemini, provincia di Cagliari, con oltre il 42%”.

La classifica parla da sola, ennesimo colpo sferrato in una guerra fredda che va avanti da tempo tra Parma e i vertici del Movimento a Milano e Genova. Pizzarotti pochi minuti dopo ha risposto indirettamente su Facebook: “Dicono che sorrido troppo, ma io la rivoluzione la faccio così. Perché con l’ottimismo e il lavoro concreto, poi i risultati si mettono in cassaforte. Dobbiamo iniziare a ricordare da dove veniamo, ma soprattutto, dove vogliamo andare come Paese”. E il giorno dopo, presenziando all’avvio del processo di Public Money, e in cui il Comune di Parma si costituirà parte civile, ha ribadito che il risultato non è una bocciatura nei suoi confronti: “I parmigiani secondo me sono ancora più dalla mia parte che in passato – ha detto Pizzarotti – Queste sono state elezioni europee, non locali. L’anno scorso, quando alle politiche abbiamo fatto il 28 per cento, nessuno ha detto ‘siete andati benissimo’. Io comunque – ha concluso – vado avanti per la mia strada, il lavoro da fare è tanto”.

Che Parma non sia più cara a Grillo, è chiaro da tempo. Nonostante le varie tappe per il tour elettorale in Emilia, l’ex comico non si vede nella città ducale da quasi un anno e mezzo, e negli ultimi tempi più volte la città ducale è stata sull’orlo della “scomunica”. Tra i corridoi del palazzo municipale il lavoro dei Cinque stelle va avanti come sempre, ma la pazienza sta quasi per finire. A sbottare dopo l’ultima uscita del leader è stato il presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi, che via Facebook si è sfogato, sempre però senza fare riferimenti espliciti: “Che due coglioni… Che grandissimo rompimento di coglioni! Certo che se uno non ha un cazzo da fare non può far altro che rompere i coglioni agli altri”.

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