Il 17 maggio, in tutto il mondo, si celebra la Giornata contro l’omofobia e la transfobia, per combattere l’odio contro le persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali (Lgbtqi). Avere un orientamento sessuale oppure un’identità di genere che non coincide con il dualismo maschio/femmina è ancora causa di discriminazione, violenza fisica, aggressione e in alcuni casi morte. Secondo il report dell’Arcigay nell’ultimo anno in Italia ci sono stati 75 casi di violenza a sfondo omo/transfobico che comprendono insulti, pestaggi, atti contro la libertà di espressione, vessazioni, umiliazioni, stupri, ricatti, minacce di morte. Il bilancio dell’odio include l’uccisione di una donna transessuale, quattro suicidi e due tentati suicidi di giovani gay. Crimini che, come ricorda Amnesty international Italia, rendono quanto mai urgente la necessità dell’approvazione di una legge contro l’omofobia e la transfobia. A questo riguardo l’associazione ha promosso una foto-petizione.

Per combattere pregiudizi e discriminazioni, a Roma, dove nell’ultimo anno si sono verificati tre dei quattro suicidi e dove una decina di giorni il movimento neofascista Lotta studentesca ha esposto uno striscione con scritto “Maschi selvatici, non checche isteriche” il Gay center, con il contributo della Regione Lazio, ha realizzato un video coinvolgendo gli studenti di tre scuole romane. Il filmato sarà trasmesso su Mtv e sui canali del digitale terrestre. Il Gay center, che offre un servizio telefonico di supporto – al numero verde 800.713.713 – ha fatto sapere che in media, in un anno, sono 14mila le chiamate che riceve con richieste di supporto o aiuto. Nell’11% dei casi a telefonare sono ragazzi minorenni, molti dei quali sotto i 14 anni. 

Anche per la campagna #stopomofobia ideata tra Catania e Siracusa dalle associazioni siciliane Stonewall, Queer as UniCt e dalla sezione catanese del Segretariato italiano degli studenti di medicina (Sism), è stato realizzato un video per promuovere una raccolta di selfie da pubblicare, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, sui propri profili Instagram, Facebook o Twitter utilizzando l’hashtag #stopomofobia.

 

Ed è sempre in rete che Michela Angelini, attivista per i diritti delle persone transessuali, sta raccogliendo le firme per chiedere la modifica dell’iter legislativo alla base del cambio di sesso. “In Italia – spiega Angelini – per cambiare l’indicazione di sesso e nome sui documenti viene richiesto un lungo e costoso iter medico e giuridico che può durare anche sei anni e che troppo spesso viene concesso solo dopo l’avvenuta sterilizzazione chirurgica”. Questo significa, come viene raccontato nel video realizzato per la campagna, che se una persona ritiene di avere un genere diverso dal sesso di nascita, perché ad esempio si sente uomo, ma ha un apparato riproduttivo femminile, anche se ha sembianze maschili (perché ha preso gli ormoni), non potrà mai avere i documenti appropriati se prima non si sottopone alla trafila di una legge vecchia di 32 anni. Il disegno di legge 405, di iniziativa del senatore Pd Sergio Lo Giudice, secondo Angelini “è il primo modo utile per contrastare la transfobia. Infatti, avere l’identità di genere che uno si aspetta è fondamentale in una società come la nostra dove tutto è ricompreso nel binarismo uomo e donna. Basterebbe fare come in Spagna e in Inghilterra, stati in cui c’è una legge simile a quella che chiediamo”.

 

Il disegno di legge 405 riguarda anche le persone intersessuali, nate cioè con cromosomi sessuali, apparato genitale o caratteri sessuali secondari che variano rispetto a ciò che è tradizionalmente considerato come femminile e maschile. La questione dell’intersessualità è al centro di un movimento europeo che lo scorso ottobre ha portato all’approvazione di una legge, in Germania, che prevede che sui documenti oltre al genere femminile e maschile ci sia il genere “intersessuale”.

In occasione della Giornata contro l’omofobia e la transfobia sono previste molte iniziative in diverse città italiane. Per citarne solo alcune: a Milano, in Piazza Argentina, nel pomeriggio ci sarà il flashmob sulle linee della metropolitana dal titolo “L’omotransfobia è al capolinea”; a Bergamo, il Lab 80 ha promosso la cinque giorni di teatro, cinema e cultura; a Genova il Coordinamento Liguria rainbow propone un tour dei caruggi con intervento di Lella Costa a cui seguiranno letture e l’incontro “Le cose cambiano”; fino al 6 giugno, il gruppo Gionata porta in 26 comunità cristiane in tutta Europa, Italia compresa, una serie di veglie e culti domenicali.

Articolo Precedente

Pena di morte, negli Usa il 59% dice sì. E c’è chi chiede il ritorno alla forca

next
Articolo Successivo

Giornata contro l’omofobia: caro Renzi, che fine hanno fatto le Civil partnership?

next