Allo Sviluppo economico c’è un ministro ombra, Piero Gnudi, l’ex presidente Enel, negli anni di gloria era noto come il “Cuccia di Bologna”. È stata la prima nomina del ministro Federica Guidi: consigliere economico a titolo gratuito, una figura di cui i suoi due precedessori Corrado Passera e Pier Luigi Bersani non avevano sentito il bisogno. Ma per la Guidi, Gnudi è molto più di un consulente, è un mentore: 76 anni, amico da sempre di Guidalberto Guidi, il papà del ministro. Il commercialista di Bologna e l’industriale di Modena hanno fatto carriera insieme, negli anni Novanta sono stati commissari liquidatori della Filippo Fochi, azienda della meccanica molto indebitata con le banche, poi si sono incrociati sempre in Confindustria e dal 1998 al 2000 Gnudi è stato anche presidente del collegio sindacale della Ducati Energia, l’azienda della famiglia Guidi sui cui conti vigilava.

Amico di tutti i politici bolognesi che contano, da Romano Prodi a Pier Ferdinando Casini, Gnudi non è più attivo nel grosso studio di commercialisti che ha fondato, ma ha ancora alcune cariche societarie. Presiede la Profingest, una società bolognese che si occupa di organizzare master in business administration post universitari. Tra gli alunni eccellenti della Profingest c’è proprio Federica Guidi che dopo gli studi ha lavorato un paio d’anni come analista finanziaria alla Rolo Finance, società di Rolo Banca di cui vicepresidente è stato dal 1996 al 2002 proprio Gnudi, poi Rolo è stata incorporata da Unicredit. La Profingest è di proprietà di Unicredit, di Unindustria Bologna, di Anci Emilia Romagna e dell’istituto per lo sviluppo del commercio e del turismo in Emilia Romagna.

Mentre la Guidi si dedicava all’associazionismo più che all’azienda, scalando i giovani di Confindustria fino a diventarne presidente nel 2008, Gnudi era presidente dell’Enel, dal 2002 al 2011, che di Confindustria è sempre più un pilastro (l’ad Fulvio Conti guida il centro studi). Da tre anni Gnudi è lontano dall’Enel, dopo essere stato ministro per il Turismo e gli affari regionali nel governo Monti oggi è tornato a fare il banchiere: è presidente della Fonspa, banca dalla vita recente difficile. Da poco è passata dall’americana Morgan Stanley – guidata in Italia dall’ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco – a una cordata di finanzieri italiani che la controlla tramite Tages Holding (con l’85 per cento), l’ad è Guido Lombardo, ex dirigente di Morgan Stanley, il presidente di Tagest è il banchiere d’affari Panfilo Tarantelli.

Appena diventata ministro, Federica Guidi si è dimessa da vicepresidente di Ducati Energia, il rischio di conflitto di interessi era molto forte perché la società bolognese è fornitrice di molte pubbliche amministrazioni ed è tra gli aspiranti acquirenti di Bredamenarinibus, importante produttore di autobus che Fin-meccanica, controllata dal Tesoro, ha messo in vendita. La Guidi si è anche dimessa dal Fondo d’investimento sgr, era stata indicata dal ministero del Tesoro nel cda del fondo pubblico-privato che dovrebbe favorire lo sviluppo delle imprese italiane.

Per Gnudi, che è soltanto un consulente gratuito, non ci sono parametri da rispettare sui conflitti di interesse anche se, di certo, tutti gli azionisti che tuttora gli danno fiducia come presidente saranno contenti di saperlo ben inserito nel governo Renzi. Si potrebbe notare, però, che Gnudi è l’ex presidente dell’Enel, cioè una delle aziende che più sono interessate all’operato del ministero dello Sviluppo: dalla Guidi dipenderanno decisioni pesantissime, come quelle sulla capacity payment (una forma di assicurazione per garantire la fornitura di energia, pagando i grandi produttori per tenere in attività anche centrali non remunerative), una partita che per il settore, quindi in gran parte per l’Enel, vale fino a 2 miliardi l’anno. Poi c’è il nodo dei sostegni alle centrali a olio combustibile, quasi tutte dell’Enel (e dall’Enel è arrivato anche il nuovo portavoce del ministro, Gerardo Orsini, ex capo ufficio stampa dell’azienda energetica).

A capo del dipartimento Energia del ministero c’era fino a dicembre un manager ex McKinsey, Leonardo Senni, poco propenso a concedere questi sostegni all’Enel e agli altri produttori. Senni ora è tornato nel settore privato. Prima di andarsene, l’ex ministro Flavio Zanonato ha riorganizzato il ministero con un’impostazione più verticistica: via i capi dipartimento, c’è solo un segretario generale, il bersaniano Antonio Lirosi. Quindi la Guidi dovrebbe avere sul ministero una presa più salda di Zanonato, mai capace di controllare la struttura. E comunque a fianco di Federica ci sarà sempre Piero Gnudi.

di Stefano Feltri e Valeria Pacelli

da Il Fatto Quotidiano del 2 marzo 2014

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