Non c’è solo la voglia di ricordare l’ingiustizia subita Enzo Tortora. Dietro i volti sorridenti e gli abbracci tra i politici ed gli esperti di pubbliche relazioni è facile scorgere pure le vecchie abitudini della Casta: il 12 novembre scorso l’ex sondaggista Luigi Crespi ringrazia i deputati per aver proiettato alla Camera il film Enzo Tortora, una ferita italiana del fratello Ambrogio, dopo che il lungometraggio era stato respinto al Festival del cinema di Roma dal direttore artistico Marco Muller. Crespi ringrazia in particolare i deputati Sandro Gozi e Mara Carfagna, il senatore Lucio Barani e poi l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Tutti politici in qualche modo e per altre vie legati ai fratelli Crespi: Gozi cura TazebaoNews, giornale online con contenuti forniti dal gruppo Datamedia di Crespi, Carfagna è direttore editoriale di Think News, altro giornale gestito da Datamedia, mentre di Alemanno l’esperto di comunicazione è stato spin doctor durante il suo mandato in Campidoglio.

Del resto, come dice Crespi, l’appoggio che ha ricevuto per la proiezione è stato largamente bipartisan. Per esempio Gozi è del Pd, Carfagna del Pdl e, oltre ad Alemanno, si sono schierati a suo favore anche i Radicali di Marco Pannella, la Destra di Francesco Storace e persino il nuovo sindaco della capitale Ignazio Marino (Pd), oltre a Lucio Barani, “il senatore col garofano” (di craxiana memoria ma oggi appartenente al gruppo Grandi autonomie e libertà, Gal). Al lancio del nuovo gruppo Datamedia a metà settembre, presente anche Gianni De Michelis, Barani ha dichiarato entusiasta: i fratelli Crespi “non ne hanno mai sbagliata una e io dico che non sbaglieranno neanche questa volta”.

E’ possibile. Anche se Barani non ricorda che il gruppo di comunicazione Datamedia viene oggi riproposto dai Crespi sulle ceneri del crac Hdc. Un’avventura imprenditoriale sfortunata che ha lasciato un buco tecnico di 35 milioni di euro e a spasso i dipendenti delle società di ricerche di mercato e soprattutto in sondaggi politici per Silvio Berlusconi. Nel 2001 Luigi Crespi era stato infatti spin doctor, sondaggista di fiducia e ideatore del famoso Contratto con gli italiani dell’ex premier. Nel processo di primo grado per la bancarotta Hdc, c’erano tra gli imputati anche il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri e Giampiero Fiorani, ex numero uno della Banca Popolare di Lodi, quella dei furbetti del quartierino dell’estate 2005. Sia Confalonieri che Fiorani sono stati assolti. I fratelli Crespi invece sono stati condannati e le pene sono state confermate in appello alla fine di settembre. La prossima puntata del fallimento del 2004 si giocherà in Cassazione.

Adesso Luigi Crespi preferisce così dedicarsi alla produzione cine-televisiva e web con l’aiuto del fratello Ambrogio, all’editoria online (grazie a varie testate come il risorto Clandestinoweb, Italia24News, RomaCapitaleNews) e ancora concentrarsi sulla comunicazione strategica e integrata. Di sondaggi politici si occupa comunque Datamedia ricerche, istituto che lavora col quotidiano Il Tempo di Roma dell’editore Domenico Bonifaci ed affidato alla moglie di Crespi, Natascia Turato. Il gruppo Datamedia si articola fino ad arrivare a Napoli attraverso la società Web Com, partecipata dalla tv locale Canale 21 e attiva nella vendita di spazi pubblicitari. Ma per far rinascere Datamedia Luigi Crespi ha dovuto trovare nuove risorse.

A metterci i soldi, come ha dichiarato lui stesso, è stato Fabrizio Pilotto, imprenditore del direct marketing con la società Edipro di Treviso (e un passato da radicale con tanto di campagna per Emma Bonino), ma soprattutto ha aperto i cordoni della borsa il manager dei supermercati Emanuele Floridi, socio di maggioranza e presidente del nuovo gruppo Datamedia. Nel 2008, Floridi si è presentato col Pd alle elezioni comunali di Roma, a sostegno del candidato sindaco Francesco Rutelli.

Secondo le visure commerciali, Pilotto è socio della Edipro S.a.s che ha il 5% circa di Spin Web, web agency fondata da Luigi Crespi e Lior Angelovici Mordechai, azionista che detiene il 42,75% di Spin Web. Il rimanente 52,25% è in mano a Floridi, che è pure amministratore unico della società. Un trio di personaggi differenti che, tramite la web agency, controllano al 100% la società Datamonitor di via Stoppani a Roma, stesso indirizzo che compare sul sito internet del gruppo Datamedia. Angelovici fa l’odontoiatra a Tivoli ed è vicino ai Crespi da tempo. Così è stato quando Luigi Crespi ha iniziato lo sciopero della fame per chiedere la scarcerazione del fratello Ambrogio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell’inchiesta che aveva portato all’arresto dell’ex assessore alla casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, pure lui rilasciato in un secondo momento.

Tutto bene quel che finisce (più o meno) bene? Vedremo. Giudici a parte, il futuro dei Crespi dipende da quanto resisteranno questi intrecci politici e azionari tra partiti che si dividono, governi che traballano e crisi del mercato. Nel frattempo, su richiesta del deputato renziano Massimiliano Manfredi, i fratelli stanno preparando un nuovo documentario. Tema: la Terra dei fuochi, dove la criminalità organizzata si dedica al business dei rifiuti e li smaltisce accendendo roghi d’immondizia tra Napoli e Caserta.

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