Multe ai clienti, stage rieducativi e programmi di assistenza per le vittime. L’Assemblea nazionale francese ha approvato la tanto discussa legge sulla prostituzione, con 268 voti favorevoli e 238 contrari, al termine di pochi giorni di dibattito. Le polemiche sono rimaste tutte fuori dal Parlamento, soprattutto sui giornali e nei programmi tv. Dopo il voto di oggi, il testo passa al Senato, ma il suo via libera definitivo è dato ormai per scontato.

La Francia chiede il pugno duro contro i clienti: in sostanza la via svedese, perché fu il Paese scandinavo ad aprire quella strada contro i clienti, nel lontano 1999. Anche se Parigi, in realtà, ha optato solo per le multe e non la prigione, come fatto in Svezia e in altri Paesi europei.

E’ la novità più importante del progetto di legge francese riguarda le ammende. I clienti delle prostitute, una volta intercettati dalle forze dell’ordine, saranno passibili di una multa di 1.500 euro. I recidivi (quindi coloro che compieranno più volte il reato) vedranno l’ammenda salire a 3.750 euro. Niente carcere, invece, come chiedevano inizialmente alcuni deputati, proprio sul modello dei Paesi che in Europa hanno scelto la stessa strada: la Svezia prevede, oltre a una multa, da stabilire sulla base dei redditi del cliente, pure sei mesi di prigione (al pari della Norvegia, mentre in Islanda si può arrivare fino a un anno e addirittura a dieci in Slovacchia). Queste pene sono in genere maggiorate, se la prostituta è minorenne. Ma anche in questo caso l’ordinamento francese, sulla base di una legge precedente, comporta una pena di tre anni per chi vada con una prostituta che non abbia compiuto i 18 anni, oltre a dover pagare una multa di 45mila euro.

La giustizia francese inoltre, può stabilire di imporre al cliente di una prostituta (in realtà tutta la legge si applica anche ai clienti degli uomini che praticano quest’attività) uno “stage di sensibilizzazione alla lotta contro l’acquisto di atti sessuali”. Può essere una pena alternativa alla multa o complementare. Il modello sarà quello degli stage già organizzati per chi deve recuperare i punti della patente automobilistica, con una serie di scadenze da rispettare. Saranno delle associazioni riconosciute dallo Stato a poter organizzare questi stage.

Un’altra delle novità riguarda la fine della penalizzazione delle prostitute. Il reato di adescamento, che era stato introdotto nel 2003, su pressione di Nicolas Sarkozy, allora ministro degli Interni, viene eliminato dalla nuova legge. Non sono, quindi, più le prostitute a essere punite, ma solo i clienti. Per quel reato si prevedeva due mesi di carcere e 3.750 euro di ammenda.

Una parte corposa della nuova legge è dedicata invece alle soluzioni per aiutare chi si presta alla pratica, con particolare attenzione alle persone immigrate, soprattutto in clandestinità. Innanzitutto sarà creato un sistema pubblico di protezione e di assistenza per le vittime del prossenetismo, con un “percorso di uscita dalla prostituzione”, da effettuare con l’aiuto di un’associazione e che comporterà anche aiuti finanziari. In effetti sarà istituto un fondo dello Stato, con una dotazione di 20 milioni di euro all’anno, per sostenere attività di questo tipo. Sarà alimentato, almeno in parte, dai proventi delle multe imposte ai clienti. E le prostitute clandestine, per seguire questo programma, otterranno un permesso di soggiorno di sei mesi, con anche la possibilità di lavorare e di inserirsi nella società francese.

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