Non solo la Sardegna, ma anche Calabria e Puglia. Il sud è in ginocchio per l’ondata di maltempo delle ultime 24 ore. E per oggi le previsioni non promettono nulla di buono: la Protezione civile ha emesso un avviso che prevede rovesci e temporali su gran parte delle regioni meridionali e sulle isole. La Calabria, in particolare, chiederà lo stato di calamità naturale. Lo ha confermato ai microfoni di SkyTg24 il sottosegretario alla Protezione civile della Regione, Giovanni Dima. “La situazione – ha spiegato – è sotto controllo. Ieri abbiamo avuto il momento più difficile e delicato, soprattutto nella parte ionica e nella zona di Crotone. Abbiamo subito a causa di questi due nubifragi molti danni alle infrastrutture, in particolare a strade e ponti, dei quali faremo una ricognizione più attenta nelle prossime ore”.

Strade invase da fango e detriti, paesi isolati, un villaggio evacuato: è lo scenario che appare nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, devastate da un violento nubifragio durato sei ore. La pioggia, caduta in modo battente e senza sosta, per alcuni tratti è stata mista anche a grandine ed ha provocato ingenti danni nelle campagne e nelle città. Da anni in Calabria non si vedeva un nubifragio così violento come quello che si è abbattuto oggi e che ha visto cadere 145 millimetri di acqua. La macchina dei soccorsi si è immediatamente messa in moto per fronteggiare le situazioni di maggiore criticità. Alcuni fiumi sono straripati ed altri si sono ingrossati e rischiano di rompere gli argini in caso di altri violenti temporali. Fango e detriti hanno invaso alcuni tratti della statale 106 e della linea ferroviaria jonica. Solamente in serata la linea ferrata è tornata interamente percorribile. Anche le linee e numerose cabine elettriche hanno subito danni. Molti sindaci hanno deciso di chiudere le scuole.

A Catanzaro le situazioni di maggiore criticità sono state vissute nei quartieri a sud del capoluogo. L’acqua ha raggiunto anche i primi piani delle abitazioni e persino l’area della sede della Protezione civile regionale, paradossalmente, si è ritrovata allagata. La chiesa della Madonna delle Grazie, nel quartiere Cava, è stata completamente allagata e tutti gli oggetti sacri e gli arredi sono stati danneggiati dall’acqua. A destare preoccupazione e angoscia, poi, è stata l’esondazione del fiume Uria che ha praticamente invaso la zona di Sellia Marina, dove un villaggio con 150 persone è stato evacuato. Molti i comuni della Presila catanzarese che sono rimasti isolati perché le strade sono franate oppure sono stati invasi dai detriti. Il prefetto, Raffaele Cannizzaro, ha istituito il centro di coordinamento dei soccorsi, che è stato chiuso dopo alcune ore quando la situazione è tornata sensibilmente verso la normalità.

In provincia di Crotone le zone maggiormente colpite sono state quelle della fascia jonica. A Cirò Marina, per esempio, l’acqua ha raggiunto il metro di altezza. A Rocca di Neto il fiume Neto è esondato ed ha praticamente inghiottito la carreggiata della strada statale 106. In provincia di Vibo Valentia c’è stata l’esondazione del torrente Ancinale, che ha provocato l’allagamento di alcune zone montane. Per fronteggiare le centinaia di richieste di soccorso i vigili del fuoco ed il personale della Protezione civile hanno messo in campo tutto il personale ed i mezzi disponibili. Ora, superata la fase della prima emergenza, è stata avviata la conta dei danni che, già da una prima stima, risultano ingenti.

Ma nubifragi e forte vento contraddistinguono anche la Puglia. Una tromba d’aria si è abbattuta sull’abitato di Gallipoli, nel Leccese, mandando in frantumi vetri e infissi di due scuole, facendo crollare un tratto di muro che costeggia la ferrovia e provocando danni alle barche e ai pali della luce. Il bilancio è di due feriti lievi, uno studente di 16 anni e un uomo di 45 anni. Ma nubifragi si sono abbattuti su tutto il Salento, rendendo inagibili i sottopassi a Lecce e provocando allagamenti in numerosi comuni e l’interruzione di alcuni tratti della statale Lecce-Gallipoli. E ha destato allarme a Nardò la situazione del torrente Asso, che raggiungendo il limite di sicurezza ha esondato in alcuni punti nelle campagne adiacenti.

Problemi anche nel Tarantino, dove un violento temporale ha provocato danni ed enormi disagi alla circolazione stradale. Decine le richieste di soccorso arrivate ai vigili del fuoco, che stanno lavorando per liberare negozi e scantinati dall’acqua e verificare l’agibilità di numerosi edifici. In alcune strade si sono create voragini per il cedimento dell’asfalto. Nella provincia, alcune zone sono rimaste isolate e il forte vento sta complicando le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco.

In Campania, sono fermi tutti gli aliscafi in partenza e diretti alle isole di Ischia, Procida e Capri a causa del forte vento che nella notte ha spirato nel golfo di Napoli; vengono garantiti solo i collegamenti con le corse dei traghetti. Allagamenti e smottamenti a Napoli, dove i vigili del fuoco hanno ricevuto decine di chiamate di soccorso.

A Roma, colpita da forti piogge intermittenti a partire dalla scorsa notte, si sono verificati allagamenti in alcune importanti arterie stradali e una strada è stata chiusa al traffico. Il Tevere è “sotto osservazione” ma per il momento il livello del fiume non desta preoccupazione anche se viene registrato il livello di attenzione e gli accessi alle banchine rimangono chiusi.

In Sicilia, una frana provocata dalle piogge ha interrotto la statale 118 sul territorio di Corleone (Palermo). Pioggia e vento hanno provocato disagi anche a Messina, dove si sono verificati molti allagamenti e il molo di Tremestieri è stato chiuso a causa di una mareggiata.

Venezia ha pagato con la quinta acqua alta “molto sostenuta” dell’anno la forte fase di maltempo che ha colpito l’Italia. La marea ha toccato in mattinata una massima di un metro e 24 centimetri sopra il medio mare, sufficiente ad allagare il 37% del suolo cittadino e mettendo a rischio le stesse passerelle pedonali, che con queste misure possono essere sollevate dall’acqua e portate via. Piazza San Marco – la più bassa della città – è stata sommersa da 40-45 centimetri di acqua, e per questo motivo sono state tolte le passerelle pedonali per l’accesso alla Basilica.

Ma non c’è solo tanta acqua: nevica su tutto l’arco alpino piemontese. Il massimo misurato dalla rete dell’Arpa è stato in Valle Pellice: 60 cm al Rifugio Jervis, a 1.730 metri di altitudine. In media 30-50 cm sui settori ovest, 20-30 cm a nord. Nei prossimi giorni sono previste nuove “precipitazioni diffuse ed un calo delle temperature”. La quota neve in particolare tra giovedì e venerdì “potrà abbassarsi fino a quote collinari”.

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