I 700mila euro che la Cdu della cancelliera Angela Merkel ha ricevuto dalla Bmw hanno influenzato la decisione di rimandare in sede europea l’approvazione delle nuove e più rigide regole dell’Unione europea sulle emissioni di Co2 delle auto. A lanciare l’accusa è il partito di opposizione di sinistra Die Linke, dopo che il parlamento tedesco ha fatto luce sull’ingente donazione effettuata la settimana scorsa da tre grandi azionisti della casa automobilistica, suscitando un’ondata di critiche politiche che ha travolto il partito cristianodemocratico, attualmente impegnato nei colloqui preliminari per la formazione del prossimo governo.

Per il partito è la prova dello stretto legame tra la cancelliera e i produttori di auto tedeschi e di conseguenza del peso di questi ultimi nelle scelte del governo. La Cdu ha dichiarato di aver ricevuto 690mila euro da Susanne Klatten, dalla madre di questa, Johanna Quandt, e dal fratello Stefan Quandt – tra i più ricchi della Germania – definendoli “del tutto scollegati da qualsiasi decisione politica individuale”. La famiglia Quandt detiene almeno il 50% delle azioni di Bmw, le cui auto di lusso emettono in media quantità molto superiori al limite proposto di 95 grammi di Co2 per chilometro.

Ieri, su insistenza di Berlino, i ministri dell’Ambiente europei riuniti a Lussemburgo hanno rinviato quindi l’accordo sull’irrigidimento del limite delle emissioni, che sarebbe diventato attivo nel 2020. Contro il sistema di donazioni private ai partiti si sono espresse anche le organizzazioni LobbyControl e Transparency International.

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