“Basta con gli aiuti internazionali alle terre dei bongo bongo”. La frase, pronunciata dall’europarlamentare britannico Godfrey Bloom e ripresa da televisioni e quotidiani, sta causando non pochi problemi all’Ukip, formazione politica di destra del Regno Unito. Il partito – che alle ultime elezioni locali registrato un grande successo – sembra così superare a destra altre formazioni xenofobe europee, anche se, nelle ultime ore, è giunto lo stop da parte delle dirigenza. Steve Crowther, una delle personalità più di spicco dello United Kingdom Independence Party, ha infatti avvisato: “Gli chiediamo ora di non ripetere più questa frase, che potrebbe essere irrispettosa nei confronti degli stranieri. Tuttavia, quello dell’aiuto internazionale è un tema importante sul quale dobbiamo confrontarci e dobbiamo chiarire la sua portata”. Ma Bloom ripete e rilancia: “Ho solo usato un termine che viene utilizzato dall’uomo comune che gioca a rugby o a cricket”. Come a dire, come me la pensano in tanti altri.

Poco importa che il leader dell’Ukip, Nigel Farage, qualche tempo fa abbia criticato il vicepresidente del Senato italiano Roberto Calderoli, per le sue frasi sul ministro Cécile Kyenge. Il partito, accusato di razzismo persino dalla “posata” Bbc, cerca di ricostruirsi un’immagine, per apparire meno antiquato e antistorico. Eppure, a Londra e dintorni, preoccupano le uscite dei suoi politici più in vista, anche considerando che spesso il primo ministro conservatore David Cameron ha affermato di voler seguire l’Ukip su certi temi. Per un ritorno elettorale, chiaramente, ma è tanta la preoccupazione per nuovi linguaggi che, scrive il Guardian, “non si vedevano nel Regno Unito dal 1985 e dai congressi dei Tory di allora”. Intanto, Bloom aggiunge: “Con il nostro aiuto internazionale c’è chi si compra occhiali Ray-Ban, Ferrari e appartamenti a Parigi. Io devo essere libero di dare il mio denaro alle associazioni di volontariato, ma non capisco perché si debba alimentare questo fenomeno con fondi pubblici provenienti dallo Stato”.

Le frasi incriminate risalgono a luglio, quando Bloom fu ripreso dalle telecamere a un congresso di attivisti, ma mercoledì scorso, in un discorso alla radio, sono state riconfermate dallo stesso europarlamentare. Un imbarazzo ulteriore per l’Ukip, che proprio in questi giorni sta predisponendo le liste dei candidati per le prossime elezioni del parlamento europeo, alle quali – prevedono analisti e commentatori – il partito è destinato a prendere un numero record di voti. “Perché continuare a mandare aiuti internazionali a questi Paesi – ha aggiunto il politico – quando gli ospedali del Regno Unito vengono chiusi e quando persone ammalate di cancro non riescono a ricevere le cure adeguate?”. L’intervistatore alla radio è stato chiaro: “Si scuserà se il suo partito dovesse chiederglielo?”. E Bloom ha risposto: “In quel caso dirò che mi dispiace direttamente all’ambasciatore della terra dei bongo bongo presso la casa reale. Di certo non posso essere accusato di razzismo. Nel mio staff ci sono due persone asiatiche e mia moglie è polacca”.

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