Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il rilancio dell’occupazione, a partire da quella giovanile. Si tratta del primo pacchetto di misure, che parte dagli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato degli under 30. Tra le altre misure decise anche il rinvio dell’aumento dell’Iva (dal 21 al 22%) per tre mesi, dal primo luglio al primo ottobre, come già emerso durante l’incontro tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e il leader del Pdl Silvio Berlusconi. Quello che però farà discutere (se non irritare) all’interno della maggioranza è il modo indicato per l’eventuale copertura finanziaria: aumento al 100% dell’acconto Irpef, al 101% dell’acconto Ires e tassa al 58,5% del prezzo di vendita per le sigarette elettroniche secondo quanto si legge nella bozza discussa oggi in consiglio dei ministri. Tuttavia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi assicura: che il miliardo per il rinvio dell’aumento dell’Iva “è coperto con risorse certe”. Per essere più chiari: “Non ci sono aumenti di natura fiscale, non ci sono aumenti della tassazione. Potrebbe esserci un intervento sulle sigarette elettroniche”.

L’altro provvedimento preso dal governo riguarda le carceri: l’obiettivo è di far uscire – attraverso pene alternative – 6mila detenuti in due anni. Ma quello che può provocare più di un problema è la presa di posizione – non inedita – del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sulla necessità di un’amnistia.

Rinvio dell’aumento dell’Iva: copertura per un miliardo
La copertura finanziaria per il rinvio dell’aumento dell’Iva a ottobre è di un miliardo di euro: “Valuteremo successivamente in Parlamento – spiega il capo del governo – una ulteriore slittamento dell’aumento”. Il provvedimento sull”Iva, aggiunge, “credo che dimostri la volontà del governo di aiutare l’economia con la dovuta prudenza. Poiché in questo momento non è il caso di fare scelte che diano l’impressione di “sfasciare i conti pubblici”. Soddisfatta anche l’ala destra dell’esecutivo. Ci sono ”altri due “gol del Governo su tasse e lavoro”. Sul rinvio di tre mesi Alfano ha detto che il Parlamento “potrà allungare il termine” nel senso che, come precisa Letta, “si verificherà insieme alle commissioni parlamentari la possibilità di un ulteriore differimento dell’aumento dell’Iva”. Anzi, addirittura il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato – che è sempre apparso come il più prudente di tutti – è ancora più deciso: “E’ stato rinviato l’aumento di un punto dell’Iva al primo ottobre, con una rivisitazione complessiva della fiscalità, per spostarlo ulteriormente in avanti”.

Brunetta e Santanchè: “Risposte insufficienti, aspirine per malati gravi”
La prima reazione è della Commissione Ue che fa sapere di aver bisogno di capire “come coprire il buco nei conti che si crea con il rinvio dell’Iva prima di commentare la misura” come ha dichiarato il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn. Indirettamente risponde il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: “Nelle prossime ore saranno date le informazioni relative a tutte le coperture, che sono complesse, perché utilizzano tutta una varietà di strumenti, di fondi in parte non utilizzati, di fondi europei”.

Ma colpisce soprattutto quanto dice l’ala più oltranzista del Pdl. “Il governo rischia di cadere proprio perché dà risposte insufficienti – dichiara il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta a Radio24 – Il rinvio dell’Iva di tre mesi in tre mesi? Quello che conta è evitare l’incertezza. Da troppo tempo il governo sta mandando segnali di incertezza, l’incertezza in economia è un costo”. Brunetta insiste: serve la sospensione dell’aumento dell’Iva fino a fine anno e intanto “riformare strutturalmente l’Iva nella sua interezza”: “altre strade non servono a nulla e producono probabilmente più costi che benefici”, sottolinea. “Quando un governo trova soluzioni così deboli sull’Iva, molto probabilmente troverà soluzioni altrettanto deboli sulla lotta al disoccupazione giovanile, figuriamoci quali soluzioni potrà trovare sull’Imu. Per questa stessa ragione il governo rischia di cadere proprio perché dà risposte insufficienti. La realtà chiede risposte forti. Se alla domanda, da parte dell’economia italiana, dei giovani, delle imprese, il governo dà delle risposte deboli, per questa ragione il governo si mette da solo a rischio”. Anche Daniela Santanchè protesta: “Dal governo solo aspirine per malati gravi. Quello che ha fatto oggi il Cdm è troppo tiepido rispetto ai bisogni reali che hanno famiglie, imprese e lavoratori” commenta. “Rimandare non significa risolvere i problemi – aggiunge – semmai lo stallo aggrava le situazioni. E poi dove è andata la promessa di zero tasse per chi assume giovani? Cosi il nostro popolo non può essere contento”.

Il segretario del Pd Guglielmo Epifani aveva appena finito di dire che dopo l’incontro Letta-Berlusconi, per il governo “il clima si può stemperare”, ma il Pdl “deve decidere” che tipo di sostegno dare. “Ieri possono essere arrivate forse delle rassicurazioni, ma non possono esse rassicurazioni di un giorno perché c’è bisogno di una stabilità di almeno un paio d’anni”.

Il decreto lavoro: misure per under 29 e over 50
Il provvedimento è di 9 articoli in 19 pagine. Il decreto, secondo la bozza, prevede “in via sperimentale” incentivi all’assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni. E’ confermato il tetto di 650 euro al mese: gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per le trasformazioni con contratto a tempo indeterminato. Gli sgravi per gli under 29 prevedono che i soggetti abbiano uno di questi requisiti: siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale o vivano soli con una o più persone a carico. I primi incentivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori giovani sono previsti “in attesa dell’adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020”. Un primo step “istituito in via sperimentale”. Secondo la bozza del decreto arrivata sul tavolo del governo sarebbero impegnati solo per il Mezzogiorno 100 milioni per il 2013, 150 per il 2014, 150 per il 2015, 100 per il 2016. Per le altre Regioni 48 per il 2013, 98 per il 2014, 98 per il 2015, 50 per il 2016.

Non solo per i giovani senza lavoro, la bozza esaminata dal governo prevede agevolazioni anche per i soggetti con più di 50 anni di età, disoccupati da oltre 12 mesi. In particolare in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 è istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con dotazione di 2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015, volto a consentire alle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, “di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi”. 

Il provvedimento allo studio dell’esecutivo prevede anche multe più salate in tema di igiene, salute e sicurezza sul lavoro. Le ammende vengano rivalutate ogni 5 anni con decreto del direttore generale della Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in misura pari all’indice Istat dei prezzi al consumo previo arrotondamento delle cifre al decimale superiore”. In sede di prima applicazione la rivalutazione avviene, a decorrere dal primo luglio 2013, nella misura del 9,6%. Le maggiorazioni derivanti dalla applicazione del presente comma sono destinate, per la meta’ del loro ammontare, al finanziamento di iniziative di vigilanza nonché di prevenzione e promozione in materia di salute e sicurezza del lavoro effettuate dalle Direzioni territoriali del lavoro. Il Governo ha stanziato anche 22 milioni di euro per incentivi all’assunzione di disabili dopo la progressiva eliminazione dei fondi avvenuta negli ultimi anni.

Come ha spiegato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini in ogni caso per beneficiare degli incentivi previsti dal decreto per l’occupazione (decontribuzione fino a 18 mesi per i nuovi contratti a tempo indeterminato, 12 per le trasformazioni di contratti in essere purché comunque si tratti di aumento di occupazione per l’azienda) le assunzioni dovranno avvenire entro il 30 giugno 2015.

Decreto carceri: fuori in 6mila. Cancellieri: “L’amnistia aiuterebbe”
Approvato poi il decreto contro l’affollamento carcerario. “Non uno svuotacarceri – precisa il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri – ma indica una nuova filosofia dell’espiazione della pena”. Il testo apre l’accesso ai lavori socialmente utili anche ai recidivi e blocca il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli” (il transito nei penitenziari per pochi giorni). Il decreto “tocca aspetti normativi”, ha spiegato Cancellieri sottolineando che d’ora in poi il blocco delle porte girevoli sarà rivolto ad una ‘platea più grande mentre ora era riservata solo a chi aveva commesso reati giudicati con rito direttissimo”.

Il Guardasigilli ha inoltre spiegato che l’ampliamento del meccanismo per l’accesso dei detenuti ai lavori socialmente utili “che gli consentirà di ‘pagare’ la loro pena lavorando rientrando in carcere o al domicilio la sera”, non è ammesso per chi ha compiuto “reati gravi come l’associazione mafiosa” e comunque sarà sempre “sotto il controllo dei magistrati”. Dai Lsu sono esclusi i condannati per stalking e maltrattamento di minori. Il provvedimento dovrebbe portare alla diminuzione della detenzione in carcere di circa 6mila persone nei prossimi due anni. Entro il 2016, nelle carceri italiane, dovrebbero esserci 10mila posti letto in più, 5mila dei quali saranno realizzati entro il maggio del 2014”, secondo il ministro della Giustizia. E’ la “prima tappa del piano carceri finanziato con 400 milioni” anche se “non è sufficiente” per deflazionare del tutto l’emergenza degli istituti di pena. Si tratta comunque, ha affermato il presidente del Consiglio Letta, di una “risposta di dignità del Paese” e alla “emergenza carceraria” che se non affrontata avrebbe portato gli osservatori internazionali a puntare il dito sull’Italia “incapace di gestire dignitosamente la vita nelle carceri”. Per il resto il ministero della Giustizia “sta facendo una grossa attività di studio” per valutare una serie di “depenalizzazioni”.

Quando si parla di giustizia resta difficile non parlare di Berlusconi, ma il decreto approvato non toccherà, assicura il ministro, in nessun modo le circostanze legate ai guai giudiziari del Cavaliere, “né a favore né contro”. In realtà sembra scomparsa la norma sui domiciliari per gli ultrasettantenni che avrebbe sfavorito il Cavaliere.

E comunque c’entrerebbe un po di più se si arrivasse a un’amnistia che la Cancellieri non solo non esclude, ma vede come un “grosso aiuto” per risolvere l’emergenza carceri. Il ministro precisa comunque che si tratta di una scelta di competenza del Parlamento. La Guardasigilli ha battuto l’accento sulla necessità di “interventi strutturali molto grossi perché tutti sono capaci a mettere i detenuti negli scantinati, ma non si tratta di posti letto che possono reggere davanti alla Corte dei diritti umani”. La ministra, infine, ha battuto l’accento sulla necessità di “interventi strutturali molto grossi perché tutti sono capaci a mettere i detenuti negli scantinati, ma non si tratta di posti letto che possono reggere davanti alla Corte dei diritti umani”.

Redistribuite le deleghe della Idem
Il Consiglio dei ministri ha anche riassegnato le deleghe della Josefa Idem che ha dato le dimissioni dopo il caso sul mancato pagamento delle imposte sugli immobili. Le deleghe per le Pari opportunità, riferiscono fonti di Governo, sono assegnate al viceministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra. Le deleghe alle politiche giovanili andranno al ministro Cècile Kyenge, quelle allo Sport a Graziano Delrio e al sottosegretario Michaela Biancofiore.

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