Per la prima volta in vita mia ho l’impressione che il parere della gente conti qualche cosa.

Mentre scrivo non so ancora se Prodi sarà il prossimo presidente della Repubblica. Comunque possiamo scrivere sul nostro diario che abbiamo vinto.
Per la prima volta, dalla notte dei tempi, si vede una grande novità in politica: la gente.

E dobbiamo certo ringraziare Grillo che ha innescato questo cambiamento.

Quel che è successo è che quasi 20 milioni di italiani, la maggioranza dei votanti, hanno espresso in modo diverso il loro desiderio di cambiamento, votando Pd, Sel e 5 Stelle.
Subito ci siamo resi conto però che si rischiava di bruciare questa occasione storica.
E pareva proprio impossibile che nascesse un governo capace di fare le riforme.

Bersani si rifiutava di fare una proposta di vero cambiamento al 5 Stelle, e il 5 Stelle pareva incapace di trattare, fermo sulla sua linea.
E abbiamo avuto molta paura che questa situazione di stallo portasse alla fine al grande regalo per Berlusca: l’ennesimo governo dell’inciucio.
E così stavano andando, irrimediabilmente le cose.

Senonché qualche milione di elettori ha iniziato a rompere le palle al Pd e al 5 Stelle con un’opera di stalking ossessivo che non ha mai avuto precedenti. Milioni di elettori progressisti hanno detto in tutti i modi: vogliamo che vi mettiate d’accordo e che facciate le riforme.
A un certo punto però ho smesso di vedere una qualche possibilità. Era chiaro che Bersani, pur di salvarsi era disposto all’inciucio e che Grillo si rifiutava di aprire un processo di mediazione, convinto di avere ancora di fronte il vecchio Pd degli apparati.

Così è partita la candidatura delle larghe intese, decisa da B&B nottetempo: Marini.
Eravamo avviliti. Era chiaro che lo spiraglio di cambiamento era chiuso. Finito. Ormai il M5S era fuori gioco, sfumata l’occasione di un’intesa possibile anche se difficile.
L’unica speranza era che quel 75% di nuovi eletti al Parlamento, grazie alle primarie di Bersani, e quelle centinaia di amministratori che stanno praticando il cambiamento nei loro comuni, e le migliaia di militanti con le palle piene di accordi sottobanco, dimostrassero nei fatti che esiste un nuovo Pd, dentro la scorza della vecchia nomenclatura.
Ma era solo l’ultima speranza.
Quella roba che ti resta dentro perché è dura a morire.

Poi, lentamente, abbiamo iniziato a sentire dei rumori strani in casa Pd. Dietro le mura delle sedi del partito stava succedendo qualche cosa. Poi un tweet, una mail, un sms, gente che spontaneamente si riversava di fronte al Parlamento.
E poi ci si accorge che centinaia di sezioni sono state occupate, dai militanti, furibondi: “Avevate detto niente patti con Berlusconi!”
E ci si è accorti che, fuor di dubbio, esiste finalmente, un nuovo Pd. E non si fa mettere i piedi in testa dalle vecchie logiche. E si è visto che ormai, la vecchia nomenclatura, non controlla più i voti dei parlamentari del Pd.
E dice balle chi imputa la vittoria a Renzi… Che è più favorevole all’inciucio di Bersani… Renzi ha avuto l’astuzia di cavalcare la protesta… Ma si sono mossi tutti, bersaniani, renziani, giovani turchi, vecchi sovietici… Il Pd per la prima volta nella sua storia si è veramente unito… Forse è nato veramente solo ieri dicendo no alle vecchie ritualità delle poltrone.

Contemporaneamente pare proprio che anche il M5S, subissato da uno speculare stalking della propria base, abbia cambiato linea, scegliendo un modo geniale di trattare: far votare alla propria base dei candidati alla presidenza in modo tale da aprire una trattativa nei fatti col Pd. Geniale il modo dal punto di vista tattico aver messo nella rosa dei votabili Prodi e Rodotà, cioè offrendo due nomi potabili per il Pd…. Un plauso a Grillo che si è reso conto che stava esagerando un po’ con la purezza… E ha saputo ascoltare gli umori della base del M5S e tradurli in un’azione tatticamente vincente.
Una volta tanto c’è in Italia un leader capace di cambiare idea, bravo Beppe!

Così nella serata di ieri, mentre il Pd è in fiamme, Santoro annuncia che, per voce di Roberta Lombardi, il M5S si dichiara possibilista sulla candidatura di Prodi… Un’altra mossa geniale.
E stamattina il Pd si schiera su Prodi all’unanimità… (Rodotà non potevano sceglierlo per segnare il punto?…)
Comunque è fatta: non avremo un presidente dell’inciucio.

E a questo punto, sarebbe ovvio aspettarsi che il M5S e questo neonato Pd riescano a mettersi d’accordo su un governo dei sogni.
Litigheranno, urleranno, si azzufferanno. Ma alla fine sanno che devono mettersi d’accordo.
Perché sanno che è questo che vuole il popolo dei progressisti, gli elettori non stanno più alla finestra a guardare cosa fanno gli eletti. Te li trovi sotto casa la mattina che ti rompono i coglioni. E se non ti trovano vanno a scocciare tua zia che poi ti dice che se non fai il governo lei non ti fa più le torte di frutta e crema.
Questa non è la democrazia diretta nordeuropea, con le piattaforme digitali per votare. È una roba all’italiana. Una cosa casa per casa, col pensionato con la minima che blocca Grillo e gli dice: ”Guarda io sono una testa di cazzo ma tu devi anche governare!” E poi gli mette amorevolmente le mani in faccia e gli prende il viso… (Avete mai visto D’Alema farsi mettere le mani sul viso da un vecchio elettore? Siamo alla mutazione antropologica dei politici.)

Questa è la democrazia diretta del casa per casa, zia per zia.
Cari amici del nuovo Pd e del M5S rassegnatevi, dovete mettervi d’accordo. È ora!
Come ha detto Renzi, che ogni tanto dice qualche cosa di giusto anche lui, non possiamo più perdere tempo! L’Italia sta annegando! (E solo chi riesce a fare le riforme avrà ancora i ravioli di zucca della nonna. Perché non abbiamo dalla nostra parte solo le zie, anche le nonne vogliono le riforme.

 

 

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