“Non ci si può permettere di lasciarsi andare, come è successo in passato, verso politiche economiche che forzano a volte l’aumento di tasse nocive per l’industria”. Mario Monti, che su Twitter ha presentato lo slogan “L’Italia che sale”, lo ha detto a Torino, dove è arrivato per l’inaugurazione della nuova stazione di Porta Susa. Una visita nel corso della quale ci sono state tensioni tra forze dell’ordine e No Tav e in cui una persona è stata denunciata e altre due, un manifestante e un poliziotto, sono rimaste ferite.

Nichi Vendola, però, non lascia passare inosservata la dichiarazione del premier uscente: “Monti ha appena detto: ‘Mai più un aumento delle tasse per colpa del passato’. Io sottoscrivo sillaba per sillaba – ha proseguito – ma bisogna considerare Berlusconi e Monti il passato. Ci vuole una gigantesca faccia di bronzo per cominciare una campagna elettorale che una certa sintonia propagandistica tra loro due, alzando la bandiera dell’abbassamento delle tasse”. Sul tema, dalle colonne del Washington Post, è intervenuto anche Pier Luigi Bersani, secondo cui ”l’austerità dei bilanci deve diventare una regola, ma in combinazione a politiche di crescita. E’ una questione – ha proseguito il leader democratico – che le forze progressiste europee stanno discutendo. Lo stesso Obama ha chiesto all’Europa che vede in questa direzione. Noi siamo quelli – ha aggiunto – che hanno portato l’Italia nell’euro. Noi siamo il partito più europeista nel nostro Paese. Non un partito socialista ma un partito democratico. Noi lavoreremo per migliorare i patti che appaiono insufficienti a garantire la crescita, ma non faremo nulla per tradirli”.

Monti a Torino ha parlato anche di grandi opere e sviluppo: “Occorre vincere le pulsioni istintive, però devastanti, che talvolta hanno bloccato la realizzazione di infrastrutture che sono importanti per il sistema dei trasporti e la competitività del nostre Paese”, ha detto il Professore alludendo alla Torino-Lione, pur senza mai nominarla. Poco distante dai contestatori No Tav, in via Grattoni, si sono invece riuniti i militanti del movimento politico Fratelli d’Italia, il movimento degli ex An Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Protestano per la mancata assegnazione di 290 milioni per le opere collaterali alla realizzazione della Torino-Lione e di altri 2 miliardi per opere strutturali mai realizzate. 

Bersani: “Dopo il voto patto per le riforme, non scambio di favori” – Nell’intervista al Washington Post, il segretario del Pd ha anche chiarito le prospettive dei democratici dopo le urne. E alla domanda sulla possibilità di stringere un patto con Monti, se necessario, per garantire un governo stabile offrendo all’attuale premier un ritorno a palazzo Chigi o l’elezione al Quirinale, ha detto: “Noi siamo pronti a collaborare. Non a uno scambio di favori ma a stringere un patto per le riforme e la ricostruzione del Paese”. Bersani ha poi lanciato un messaggio rassicurante su un futuro governo di centrosinistra. “I mercati non hanno nulla da temere – ha detto- purché accettino le fine dei monopoli e delle posizioni dominanti. Capisco che possa sembrare bizzarro vedere la sinistra italiana che apre i mercati – ha sottolineato – ma questo deriva dal fatto che in Italia la destra non ha una tradizione liberista, ma tende a essere statalista ed è più influenzata dalle lobby professionali”.

Il quotidiano americano ha inoltre chiesto al segretario perchè il Pd sembra restare a guardare lo scontro elettorale tra il Professore e il Cavaliere. E Bersani ha spiegato: ”Berlusconi è il responsabile della fine anticipata del governo Monti. E Monti non l’ha apprezzato per niente. Noi abbiamo mantenuto la nostra promessa di sostenere Monti fino alla fine, abbiamo mantenuto la nostra promessa sebbene non fosse facile. Così ora noi stiamo a guardare”. 

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