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Berlusconi: “Monti ‘sale’ in politica? Certo, parte da un rango inferiore”

Il leader del Pdl prosegue la sua maratona televisiva a Unomattina e attacca ancora il premier uscente e Bersani "che fa politica con insulti e disinformazione, come facevano i comunisti". Qualche ora dopo la Rai comunica che "verrà dato lo stesso spazio agli altri leader politici, in un'ottica di par condicio"
Berlusconi: “Monti ‘sale’ in politica? Certo, parte da un rango inferiore”
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Ennesima dose di piccolo schermo per Berlusconi. La strategia di doping televisivo del Cavaliere, che negli ultimi giorni è tornato a imperversare sui media nazionali e che ha portato il Pd a chiedere all’Agcom un intervento di controllo, non si arresta. Dopo l’intervento al “suo” Tg4 a Santo Stefano, il Cavaliere sceglie la rete ammiraglia della Rai e compare sullo schermo già di buon ora. Ospite del contenitore Unomattina, Berlusconi torna a parlare di Monti, Bersani e della Lega. A poche ore dall’ennesima intervista tv, la Rai diffonde un comunicato promettendo un riequilibrio: “Negli ultimi giorni l’onorevole Silvio Berlusconi ha chiesto e ottenuto spazio ad una serie di trasmissioni televisive e radiofoniche. In una ottica di equilibrio precedente alla Par Condicio la Rai offrirà analoghi spazi di comunicazione ai leader di altre formazioni politiche”

Ma ecco il Berlusconi-pensiero del 27 dicembre. Riguardo a una possibile futura alleanza con il Carroccio, il Cavaliere conferma di essere in contatto con Bossi: “Siamo amici, ci stimiamo”. E approfitta dell’argomento per attaccare ancora una volta i giornali: “Non mi fido più di loro e delle agenzie. Quando ho lasciato il governo non sono apparso in tv per un anno, eppure loro continuavano a riportare mie dichiarazioni. I giornali fanno solo disinformazione”. E tornando alla Lega: “Dobbiamo stare insieme, sono amico di Maroni e dobbiamo fare in modo di continuare la nostra alleanza. Non ho offerto il posto di vicepremier specificamente a lui, ma in una logica di alleanza mi sembra giusto che un partito abbia il presidente del Consiglio e l’altro il vicepresidente. Saranno loro a scegliere l’uomo giusto”. 

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Interrogato su quale sia il rivale che teme di più alle elezioni Berlusconi ostenta, come sempre, grande sicurezza: “Non temo Monti, se scende in campo diventa uno qualunque. Lui dice che ‘sale’ in politica perché prima aveva un rango inferiore, quando l’ho fatto io prima avevo un rango superiore e quindi sono ‘sceso'”. Secondo il Cavaliere la ‘cura’ di Monti contro la crisi è stata “assolutamente sbagliata”: “E’ stato come nel Medioevo, quando i malati si curavano con un salasso dopo l’altro, finché, alla fine, non morivano. Che la cura, germanocentrica, di Monti sia sbagliata non lo dico io ma alcuni premi Nobel per l’economia. Il percorso verso la recessione si può invertire anche dando fiducia agli italiani, perché quando hai paura consumi di meno. L’equazione del benessere è sempre la stessa: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale più lavoro, più produzione, più consumi, più fondi nelle casse dello Stato per aiutare chi è rimasto indietro e ha più bisogno”.

Non manca la solita frecciata al Pd, etichettato di veterocomunismo: “Il modo di fare politica di Bersani, con insulti e disinformazione, è vecchio e tipico del comunismo. Io sono l’unico baluardo degli italiani contro le sinistre, oggi come nel ’94. Renzi è stato fatto fuori dal comunismo ortodosso. In Inghilterra e Germania il comunismo è stato cancellato un secolo fa, noi ce l’abbiamo ancora. In Europa, per fortuna, ci sono i socialdemocratici. In Italia, che non è ancora una vera democrazia, tutti i moderati hanno paura se i comunisti raggiungono il governo”.

Merita poi un capitolo a parte il botta e risposta con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Con Berlusconi che attacca duramente: “Non si capisce perché Fini abbia lasciato il Pdl per formare un partitino dell’uno per cento. Qualcuno deve avergli promesso un premio importantissimo”. E il leader di Fli che replica sfidando l’ex presidente del Consiglio a un confronto diretto che sa di ring, ancorché verbale: “Le menzogne di Berlusconi sono spudorate. Tutti sanno che non ho lasciato il Pdl, bensì che mi ha cacciato perché non volevo difendere i suoi personali interessi giudiziari. Se Berlusconi si vuole confrontare pubblicamente con me su questi temi, anche sulle reti Mediaset, sono a disposizione”.

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