Michel Platini, presidente della Uefa, ritorna sulla discussa decisione di disputare i Mondiali di calcio del 2022 in Qatar e insiste: il Mondiale s’ha da fare a tutti i costi. E poi osserva che, dato il clima desertico dell’emirato del Golfo Persico, dove in estate le temperature raggiungono i 50°, il Mondiale dovrà disputarsi durante l’inverno europeo. Aggiungendo che è la decisione migliore per i tifosi. Quindi la proposta: che i maggiori campionati europei facciano una pausa invernale. “Abbiamo dieci anni per organizzare al meglio le cose – spiega Platini intervistato dall’Evening Standard – A gennaio non sarà possibile giocare per la concomitanza con le Olimpiadi Invernali, quindi la finestra migliore sarebbe dal 2 novembre al 20 dicembre. Che significa che i campionati europei invece che terminare a maggio finiranno a giugno. Non è un gran problema, lo si deve fare per la Coppa del Mondo, che è la manifestazione calcistica più importante in assoluto”.

Tanta determinazione nel sostenere i Mondiali in Qatar, arrivando al punto di chiedere una sospensione dei campionati nazionali (e della Champions League ovviamente) potrebbe risultare sospetta, dati gli stretti legami che uniscono Platini, suo figlio Laurent, e l’ex presidente francese Sarkozy, con l’erede al trono qatariota Tamim bin Hamad Al Thani. Così Platini, che nel dicembre del 2010 portò in dote il suo voto e quello dei suoi fedelissimi al momento dell’assegnazione del Mondiale del 2022 al Qatar piuttosto che all’Inghilterra, si sente in dovere di spiegare che ha “votato il Qatar perché era tempo che il calcio si spostasse in quella parte del mondo. Una volta sono stato a cena con Sarkozy e il primo ministro del Qatar (l’erede al trono ndr.), ma non mi hanno mai chiesto di sostenere la loro candidatura perché sanno che sono indipendente”. Caso strano, Platini da allora è però diventato il più grande sostenitore del Mondiale in Qatar.
 
Perché le relazioni del calcio francese con i petroldollari del Qatar sono molte, e pericolose. Dal maggio del 2011 la proprietà del Paris Saint-Germain (PSG), è passata nelle mani del fondo sovrano Qatar Investment Authority – un patrimonio stimato in oltre 60 miliardi di dollari per la gestione del terzo giacimento di gas naturale a livello mondiale – attraverso la controllata Qatar Sports Investments. Un’operazione condotta con la supervisione dell’ex presidente Sarkozy, che del PSG è grande tifoso. E del Qatar grande amico. Basti ricordare che l’emiro Hamad Bin Khalifa Al Thani è stato il primo capo di stato ricevuto all’Eliseo da Sarkozy, e da allora è stato tutto un susseguirsi di favori e scambi commerciali. Contemporaneamente all’acquisto del PSG, Al Jazeera – network di proprietà della famiglia reale del Qatar – ha acquisito i diritti della trasmissione all’estero della Ligue 1 francese, e della trasmissione in Francia della Champions League
 
Ma non è finita qui. Perché dal gennaio del 2011, poco prima che il figlio dell’emiro acquistasse il PSG, il figlio di Platini, Laurent, ha cominciato a lavorare per la Qatar Sports Investments: ovvero per il braccio sportivo del fondo sovrano cui appartengono sia il PSG che Al Jazeera e che organizzerà i mondiali nel 2022. Sul PSG, i cui acquisti milionari sono un pugno in faccia alla legge del fair play finanziario voluta proprio da Platini (ovvero che le società non possono spendere più di quello che guadagnano), è assordante il silenzio del presidente della Uefa. Sulle modalità dell’assegnazione dei Mondiali in Qatar nel 2022, ci sono forti sospetti di corruzione: la Fifa ha aperto un’inchiesta e in Inghilterra sono state fatte interrogazioni parlamentari. Quello che invece non è sospetto ma è palese, è il gigantesco conflitto d’interessi in seno alla famiglia Platini. E così, con Platini junior in Qatar e Platini senior saldo alla guida della Uefa, e lanciatissimo alla prossima presidenza della Fifa, meglio organizzarsi per i primi Mondiali di calcio invernali della storia.
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