219 scuole inagibili nelle quattro province colpite dal terremoto e 50mila studenti “sfollati” senza un’aula o un tetto sopra la testa dove concludere l’anno scolastico in corso. Queste le cifre choc che l’assessore regionale all’istruzione Patrizio Bianchi snocciola con cura dopo quindici giorni di scosse sismiche che hanno devastato un’area geografica con un diametro di oltre quaranta chilometri.

“Tra il sisma del 20 maggio e quello del 29 i plessi scolastici inagibili o parzialmente inagibili sono aumentati di tre volte raggiungendo quota 219”, spiega Bianchi, “parliamo di 100 comuni toccati in quattro province differenti come Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Bologna. La quota comprende edifici scolastici che vanno dalle scuole d’infanzia agli studentati”.

Le cifre parlano chiaro e l’allarme che solo in provincia di Modena coinvolge più di 33mila studenti senz’aula dove concludere l’anno 2011-2012 è solo agli inizi: “Come in tutti gli altri settori edilizi stiamo attuando un monitoraggio continuo, perché il terremoto non si ferma mai. E’ un lavoro congiunto che stiamo attuando tra i nostri tecnici, ingegneri ed architetti, e la Protezione Civile: giovedì sera, 7 giugno, dovremmo avere un dato definitivo da cui partire per concludere, intanto questo anno scolastico e poi per parlare subito di ricostruzione per il 17 settembre prossimo”.

Ma la soluzione in questo momento per tutti gli studenti che dovranno affrontare esami di terza media o maturità si chiama prefabbricato: “Nell’area modenese utilizzeremo dei container, mentre per molte scuole del ferrarese e del bolognese ci sono già scuole romagnole pronte ad ospitare alunni e insegnanti per questi ultimi giorni di scuola. Valutando che alcuni edifici scolastici ancora in buon stato di agibilità, come a Mirandola o San felice sul Panaro, sono stati utilizzati come sede della protezione civile, uffici comunali o perfino strutture sanitarie”.

Il quadro futuro non è dei più rosei, soprattutto di nuove a possibili e imprevedibili scosse come quella di ieri sera che potrebbe mettere in discussione le ricognizioni in via di conclusione: “Un punto della scala Richter oltre il quale scatta una nuova perizia di agibilità non esiste”, spiega il dirigente scolastico regionale, l’ingegner Stefano Versari, “Protezione civile da un lato e 12 nostre squadre di ingegneri entrano ed escono dagli edifici scolastici e stimano i danni. Diciamo che per intervenire nuovamente dopo un sisma bisogna usare un criterio che oserei definire del buon padre di famiglia che entrando in un’aula vede una crepa nel muro che prima non c’era e allora chiama gli addetti ai lavori per una nuova verifica”.

“Siamo comunque in buone mani”, chiosa Bianchi, “nella nostra regione abbiamo le migliori facoltà di ingegneria e architettura d’Italia. Se il terremoto ce lo permette, e in attesa del decreto che uscirà dal consiglio dei ministro domani (martedì 5 giugno, n.d.r.) dove dovrebbe essere accentuato un maggior decentramento dei poteri nel gestire l’emergenza, vogliamo ripartire subito con la ricostruzione dove si adotteranno criteri di ecocompatibilità anche per gli edifici storici ottocenteschi”.

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