Ho scritto la prima versione di questo post qualche giorno prima che il worm Flashback.k colpisse migliaia di utenti Mac in USA e Canada. Prima, insomma, che siti Internet e giornali riportassero la (non) notizia della vulnerabilità dei computer Apple ai virus.

Lo spunto è stato uno studio in cui si analizzava l’origine del traffico che circola sul Web. Il dato sorprendente riportato nello studio è che solo il 49% delle visite ai siti Internet è fatto da esseri umani. Il 51% è invece rappresentato da bot, software che automaticamente si collegano ai siti Web per i più svariati motivi. Una parte di questi sono bot “buoni”, principalmente programmi spider per l’indicizzazione delle pagine Web come quelli usati da Google. Il 31% del traffico totale, però, è generato da programmi automatici che si dedicano allo spam o ad altre attività più o meno dannose.

Insomma: il 31% del traffico sui siti Web è generato da computer controllati da virus. E in questi dati non rientra lo spam tramite posta elettronica, che rappresenta il 70% delle email inviate ogni giorno. Fatti quattro conti, significa che là fuori c’è un vero esercito di computer infestati da virus che alimentano un colossale traffico di spazzatura digitale. Buona parte di questi, probabilmente, sono Mac.

Capiamoci subito: non ho nessuna intenzione di impelagarmi in un’inutile diatriba su “quale sia il sistema migliore”. Per come la vedo, rimane un discorso terribilmente soggettivo e qualsiasi tentativo di uscirne con una risposta sensata è destinato a fallire. Sotto il profilo della sicurezza, poi, qualsiasi sistema ha un solo anello debole: il mammifero che siede alla tastiera. Almeno in questo, Flashback conferma la regola. Gli utenti Apple, infatti, hanno la brutta abitudine di prendere sottogamba il problema sicurezza, credendo che i loro computer siano “immuni” dai virus. Risultato? Pochissimi usano un antivirus ed è molto probabile che il numero di computer Apple infetti sia molto più ampio di quanto comunemente si creda.

L’atteggiamento sconsiderato dei Mac-addicted deriva da tre falsi miti.

Primo mito: non esistono virus per Mac. Nella mitologia dei fan della “grande mela” il sistema operativo di Jobs sarebbe così solido da non poter essere “bucato”. Falso: qualsiasi sistema operativo è vulnerabile ai virus. Lo sanno bene gli utenti Linux, che i software di protezione li usano. Di virus per Mac, in effetti, ce ne sono a centinaia. Senza contare il fatto che esistono software -e virus- cross platform (quelli basati su Java, per esempio) che del sistema operativo ospitante se ne infischiano allegramente.

Secondo mito: i virus per Mac sono pochi. La cosa sarebbe anche abbastanza logica: Windows è il sistema più diffuso ed è ovvio che sia più appetibile per i pirati informatici. L’equivoco però è quello di confondere l’esistenza di milioni di varietà di virus diversi con la loro effettiva diffusione. La gran parte dei PC con sistema Microsoft sono protetti da software per la sicurezza, visto che non usarli sarebbe un suicidio. Ma è proprio la presenza dei software di protezione a obbligare gli autori di virus a crearne ogni giorno di nuovi, nella speranza di colpire una macchina non ancora “attrezzata” per individuarli. Se nessuno usasse antivirus (come gli utenti Mac) i pirati informatici potrebbero rilassarsi e continuare a usare quei pochi (anche uno solo) che bastano per infettare un parco computer indifeso.

Terzo mito: non ho mai preso un virus sul mio Mac. E come, di grazia, ce ne si potrebbe accorgere se non usando un antivirus? I tempi in cui i virus bloccavano il computer visualizzando sul monitor un teschio su sfondo nero sono finiti dai tempi in cui Madonna cantava Like A Virgin ostentando crocifisso e reggiseno in pizzo. I virus che circolano oggi non hanno nessuna intenzione di disturbarci e rimangono quanto più possibile nascosti. Preferiscono usare il nostro computer per spedire email con proposte di acquisto di Viagra o rimanere in attesa di poter copiare i dati della nostra carta di credito. A tempo perso partecipano a qualche attacco per abbattere un sito Internet o, più facilmente, si limitano a collegarsi a una pagina Web per aumentare il numero di clic su un banner pubblicitario e far guadagnare qualche dollaro al loro autore. Tutto questo senza che il proprietario del computer possa accorgersi di nulla.

Tornando a Flashback, resta da citare un dettaglio che pochi hanno sottolineato: gli unici Mac “immuni” al virus, per ironia della sorte, sono quelli che hanno installato software Microsoft, come Word ed Excel. Secondo gli analisti lo strano caso è dovuto a una qualche incompatibilità tra il virus e i programmi della casa di Redmond. Ma sono pronto a scommettere che ci sarà qualcuno pronto ad accusare Microsoft di aver creato e diffuso il virus per screditare il concorrente…

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