Ma sarà il caso di salvarlo questo nostro Paese, ostaggio di mafie, banche, cricche e pessimi politici? Tutto sommato penso di sì. E non solo perché ci vivo, insieme ad altri sessanta milioni di circa di persone, la stragrande maggioranza delle quali non fanno parte di nessuna delle esecrande categorie di cui sopra.

Ma anche perché è un Paese particolare. Un Paese nel quale non è mai avvenuta una rivoluzione. E dove oggi, come diceva il grande Monicelli, sarebbe più che mai necessaria per recuperare la nostra dignità perduta.

Quando Monicelli diceva queste cose, c’era ancora Berlusconi. Oggi c’è Monti, ma non è che le cose vadano meglio… Anzi.  C’hanno tolto un altro pezzo di pensione. Gli stipendi italiani sono fra i più bassi in Europa. La disoccupazione dilaga. Non c’è futuro in vista. Si continuano a fare guerre inutili ed opere pubbliche inutili. A mantenere un’ignobile casta di politici, amministratori e manager pubblici e privati installati come parassiti a succhiare il  sangue del nostro Paese.

Prendete uno come Marchionne. Ha la faccia tosta di dire che non vuole contributi pubblici. Quando l’industria che dirige è nata, cresciuta e prosperata grazie agli sforzi del popolo e dello Stato italiano.  E’ stata difesa dagli operai quando i nazisti volevano smantellarla. Contributi pubblici, esenzioni ed agevolazioni di ogni tipo sono state erogati a bizzeffe, nel corso degli anni.  Solo nel corso degli ultimi anni ben 7,6 miliardi di euro. E per giunta il signor Marchionne, impedisce alla FIOM di essere presente in fabbrica perché è l’unico sindacato degno di questo nome, licenzia e trasferisce il proprio domicilio fiscale all’estero per non pagare le tasse.

In un Paese che si rispetti la Fiat sarebbe nazionalizzata e Marchionne costretto a pagare le tasse. Ma viviamo in Italia. Nel Paese di Arlecchino e Pulcinella…In un Paese che si rispetti non si farebbe un’opera inutile come il TAV, funzionale solo a trasferire miliardi nelle tasche delle varie cricche. O quantomeno si darebbe ascolto alla protesta della gente e si organizzerebbero momenti di consultazione popolare. Ma siamo in Italia…

Come salvare l’Italia da se stessa?  Come rimuovere questi parassiti che non solo succhiano il sangue del popolo ma,come il comandante Schettino, stanno dirigendo la nave verso gli scogli? La soluzione c’è ed è quella che indicava Monicelli. Non saranno gli iniqui decreti del governo Monti a salvare il nostro Paese, ma la mobilitazione cosciente dei suoi cittadini. E’ ora di salire a bordo, con quel che segue…

Per questo è importante scendere in piazza con i metalmeccanici venerdì prossimo. Ed è anche positivo che il PD, partito oramai non solo decerebrato ma in stato di avanzata decomposizione, non ci sia. Sarebbe infatti ora di eliminare questo equivoco. Chi, come Letta junior, D’Alema e Veltroni, vuole andare con Monti, ci vada…  Ma si lascino libere le energie e gli interessi popolari che continuano a riconoscersi in questo partito. A condizione che ci sia chi, a sinistra, si prenda la responsabilità di indicare con chiarezza un’alternativa a lorsignori.

Bisogna fare piazza pulita di opportunisti e venduti e superare ogni perplessità e incertezza. Sono sempre stato iscritto alla CGIL, e per un periodo ho fatto parte anche del mio direttivo regionale di categoria, ma questa volta all’elezione delle RSU ho votato una candidata delle rappresentanze sindacali di base, per dare un segnale a fronte di certi sbandamenti inaccettabili. Ciò detto, penso che la CGIL possa e debba essere pienamente recuperata a una logica di classe e di alternativa.

I metalmeccanici costituiscono da tutti questi punti di vista una risorsa fondamentale.  Ricordo il 9 febbraio 1973, una grande manifestazione a Roma, una delle prime della mia vita. Sono passati quarant’anni, ma la classe operaia c’è ancora e, come allora, è solo nella classe operaia che possono riporsi le speranze di redenzione avanzamento di questo nostro disgraziato Paese.

A qualche cretinetti potrà sembrare una manifestazione di veteromarxismo ammuffito… ma sono in molti oggi, e non tutti di sinistra, a riconoscere che il vecchio Karl aveva ragione….il capitalismo sta distruggendo se stesso e il mondo… e se cominciassimo dall’Italia a percorrere una strada diversa?

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