Un post per salutare l’Europa dei diritti, dimenticata e trascurata di questi tempi a favore dell’Europa dei mercati. Ieri la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per avere violato la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo respingendo in alto mare delle persone che cercavano protezione, e rimandandole contro la loro volontà in Libia. “Una sentenza storica”, secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU (UNHCR) — che avrà ripercussioni anche in altri paesi della nostra vecchia e sempre più arcigna “Fortezza Europa”.

E non solo perché ai 22 ricorrenti eritrei, somali ed etiopici è stato riconosciuto un compenso di 15.000 euro per i danni subiti, ma perché la sentenza obbligherà l’Italia a rivedere un modello di lotta all’immigrazione irregolare che ha messo in pericolo la vita e l’incolumità di centinaia di persone, privando chi ne aveva disperatamene bisogno del diritto alla protezione. L’UNHCR stima che almeno 1000 persone sono state intercettate in mare e rispedite in Libia, dove rischiavano abusi e torture, a seguito dell’accordo di cooperazione firmato tra Italia e Libia nel 2009.

Il giudizio è netto: i diciasette giudici della Grande camera hanno votato all’unanimità. “Le misure di controllo delle frontiere non esonerano gli stati dai loro obblighi internazionali”, come ricorda il rappresentante dell’Alto Commissario. Che rammenta, però, che l’Italia ha riattivato il trattato bilaterale con l’attuale Governo libico senza rinunciare formalmente alla pratica dei respingimenti che è il risultato dell’accordo firmato tra Gheddafi e Berlusconi.

Nessuno dei 22 ricorrenti era presente in aula a Strasburgo questa mattina. Dopo lo scoppio della guerra in Libia alcuni fra i 200 migranti, tra cui donne e bambini, caricati su navi italiane e riportati in Libia quella mattina di marzo del 2009 sono riusciti a raggiungere l’Europa o a mettersi in salvo. Altri sono stati meno fortunati. Cito da una nota dei loro avvocati: “Sulla base di testimonianze, si teme che altri ricorrenti abbiano perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia via mare. Al riguardo, si deve ricordare che secondo le stime dell’UNHCR sarebbero circa 1.500 i migranti ad aver perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia via mare nel 2011.”

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