Si apre oggi in Emilia Romagna la campagna di “obbedienza civile” lanciata dal Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua, e portata avanti dal coordinamento regionale dei Comitati Acqua Bene Comune, che si sono ritrovati davanti alla sede bolognese  della neonata Agenzia territoriale per l’Emilia Romagna per i servizi idrici ed i rifiuti.

Come già denunciato diverse volte, a otto mesi dal referendum del 12 e 13 giugno, che ha confermato la volontà di oltre 27 milioni di persone di abrogare la norma che prevede la remunerazione del capitale sulla gestione dell’acqua, la quota di profitto persiste sulle nostre bollette. “Siamo al punto di prima – spiega Andrea Caselli, responsabile del Comitato di Bologna e Provincia – si sono inventati una tariffa ad hoc che bypassa l’esito del secondo quesito del referendum, di cui noi chiediamo il rispetto”.

Dall’ultima riunione in Provincia del 22 dicembre, alla remunerazione si è sostituita infatti tramite delibera, la voce degli “oneri finanziari”, che “non esiste nel sistema tariffario”, spiega Caselli. Un surplus sulla bolletta motivato come una sorta di rimborso spese, che solo nella provincia di Bologna, “incide sulle bollette per una percentuale che oscilla intorno al 20%, a tutto beneficio di Hera”, e già contestato in quell’occasione ai sindaci dal Comitato. La remunerazione rientra così dalla finestra: “con i referendum abbiamo cancellato il profitto dalla gestione dell’acqua, ma le istituzioni e i gestori non stanno rispettando la volontà popolare”, è la denuncia del Comitato ripetuta più volte negli ultimi mesi.

Ora si sono organizzati definitivamente, i comitati emiliano romagnoli e si sono ritrovati a Bologna per dare il via alla campagna e per consegnare a Giuseppe Bortone, il commissario del nuovo ente regionale preposto alla gestione dei servizi idrici, l’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), una lettera in cui vengono enunciate le loro intenzioni e reclamato il diritto a veder ristabilite le corrette determinazione del piano tariffario. Se così non si dovesse procedere, “ci sono gli estremi per impugnare la delibera in sede legale, e il mese prossimo faremo ricorso al Tar”.

La dinamica dei “obbedienza civile” è semplice: autoapplicazione della riduzione sulle bollette del 2012, pari alla componente di costo della remunerazione a questo punto illegittima, e contestuale richiesta di rimborso della relativa quota per le fatture pagate a partire dal 20 luglio scorso, data in cui le tariffe, avrebbero dovuto essere adeguate.

“Bisogna riaccendere la fiamma del referendum – dicono dal Comitato piacentino – perché la maggior parte della gente nemmeno lo sa che il gestore e il loro sindaco non sono impegnati a restituire la quota di remunerazione”. Ecco perché, a partire da lunedì 27 febbraio, apriranno a Bologna gli sportelli informativi, già  attivi a Piacenza e a Reggio Emilia dalla settimana scorsa, che informeranno i cittadini su ciò che effettivamente pagano, e offrendogli il materiale e assistenza necessari per intraprendere la decurtazione delle bollette. Questo avverrà tramite la raccolta di lettere di “dichiarazione/reclamo”, attraverso la quale gli utenti informano in merito alla volontà di sottrarre dalla cifra totale delle loro bollette la componente “remunerazione capitale investito”. Dopodiché, “si procederà con il ricalcolo della bolletta, in maniera da pagare esclusivamente la cifra legittima”, spiega il responsabile bolognese. “Così facendo avranno tutte le carte in regola per pagare le bollette in forma ridotta”.

Nel frattempo, alcuni cittadini già si sono mobilitati autonomamente: Romano Niscetti, pensionato inquilino del quartiere Reno di Bologna, ha improvvisato un fuori programma durante la riunione condominiale, informando l’amministratore e altre famiglie in merito alla situazione, e chiedendo di convocare un’assemblea ad hoc per aderire alla campagna. Le 56 famiglie hanno unanimemente accettato l’idea di approvare la questione a metà marzo, in questo caso “significherà decidere di non pagare l’aumento delle bollette, secondo le dinamiche illustrate dal comitato”, racconta. Dal condominio di Niscetti, la voce si è diffusa e immediatamente è partito il coinvolgimento della altre palazzine della zona.

Nel frattempo, domenica scorsa il coordinamento nazionale ha chiesto un incontro al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che però “si è fatto di nebbia”, secondo quanto denuncia Alessandro Bernardi, del Comitato Acqua Bene Comune. Sempre dal Forum, arriva la notizia del rimborso elettorale di un milione di euro che spetta di diritto a chi si afferma con esito positivo nelle votazioni: “una parte verrà restituita per la spesa della campagna – illustra Caselli – ma il resto verrà destinato a un fondo legale che istituiremo per le vertenze contro le delibere che violano la causa”.

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