Per convincerli a rimandare una decisione già presa li hanno fermati all’entrata uno ad uno, i sindaci e i rappresentati dei Comuni della provincia di Bologna. Ma sono stati in pochi a fermarsi per ascoltare i manifestanti dei comitati per l’acqua pubblica. La maggioranza dei sindaci ha invece preferito tirar dritto. Quando ad entrare sono stati l’assessore provinciale all’ambiente Emanuele Burgin e la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, sono volati gli insulti e qualcuno ha anche urlato “Ladri, ladri”. E’ iniziata così, tra l’imbarazzo di molti, la riunione di Ato 5, l’autorità che tiene i rapporti con Hera, multiutility a maggioranza pubblica che gestisce il servizio idrico locale.

All’ordine del giorno un aumento delle bollette dell’acqua compreso tra i 10 e i 20 euro annui che, come da programmi, è stato votato all’unanimità, ma tra le contestazioni, tentativi di interrompere l’assemblea, e anche ripetuti lanci di monetine. A farne le spese Daniele Ruscigno, sindaco di Monteveglio costretto a passare il resto dell’assemblea con un fazzoletto e del ghiaccio in testa.  “Siete peggio di Craxi”, hanno urlato i manifestanti, una settantina di persone dei comitati per l’acqua pubblica. “Vi chiediamo solo di aspettare qualche mese a aprire un tavolo di discussione con la cittadinanza per decidere assieme e non in solitaria sotto Natale quando nessuno se ne accorge”, ha chiesto Andrea Caselli. Niente da fare, i sindaci tra le urla dei manifestanti hanno votato per alzata di mano, e nessuno si è detto contrario agli aumenti in bolletta che scatteranno da gennaio.

“Un buon accordo – ha commentato l’assessore provinciale all’ambiente Emanuele Burgin – se non avessimo fatto così sarebbe scattato in automatico un aumento del 25% delle tariffe dell’acqua già nel 2012. Purtroppo lo prevedeva la scorsa convenzione”. “Il problema – ha spiegato la presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti – è nato per colpa di una errata previsione di consumo che ha portato Hera a mettere in bilancio entrate che poi non ci sono state”.

“E’ una sconfitta della democrazia – ha ribattuto Andrea Caselli dei comitati per l’acqua pubblica – a pochi mesi dal referendum che ha decretato la ripubblicizzazione dell’acqua i sindaci si sono riuniti di nascosto e hanno deciso un aumento senza coinvolgere la cittadinanza”.

Ad essere contestata anche la decisione di mantenere in bolletta per i prossimi 5 anni la voce “oneri finanziari” che varrà da sola il 5.36% della tariffa idrica. “Sono normali voci di bilancio”, ha spiegato Burgin. “E’ la riproposizione mascherata – ribattono i manifestanti – della vecchia remunerazione del capitale garantita che il referendum ha bocciato. Quello che democraticamente è uscito dalla porta rientra dalla finestra”. Ma non ci sono solo divergenze sulle questioni tecniche. I comitati per l’acqua hanno protestato anche contro le modalità di decisione che per loro sono state poco trasparenti e precipitose. Dello stesso avviso i sindacati, che hanno emesso una nota congiunta, firmata da Cgil, Cisl e Uil, che boccia gli aumenti e critica una convezione definita “ambigua” e che sotto la voce “oneri finanziari” mantiene “il meccanismo di salvaguardia degli incassi per il gestore e penalizza l’utilizzo parsimonioso della risorsa idrica”.

“E’ una vergogna, dovevano consultarci tutti – ha spiegato un altro manifestante – noi lo abbiamo scritto sui nostri cartelloni, si scrive acqua ma si legge democrazia”. “Forse c’è stato qualche problema di comunicazione e si poteva fare di più – ha spiegato l’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo – ma l’accordo ci permette di tenere i bilanci in ordine e di guardare al futuro con ottimismo. Adesso Ato 5 si scioglierà e ci sarà un nuovo organo regionale che avrà il compito di tenere i rapporti con Hera”. “Non si preoccupino – urla una manifestante all’uscita – a gennaio partirà l’autoriduzione delle bollette e li riempiremo di diffide”.

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