La Francia ha tassato la Coca-Cola e le altre bevande zuccherate? Sono d’accordo, anzi sarei favorevole ad aumentare la tassazione in proporzione della quantità di zucchero che viene aggiunto a tutti gli alimenti”. Lo dice Franco Berrino, uno dei maggiori studiosi italiani del rapporto fra alimenti e tumori, già direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione all’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano. “Tanto ormai lo zucchero viene aggiunto dappertutto – continua Berrino – specie nelle bevande zuccherate, totalmente da evitare secondo il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che hanno la caratteristica di non aumentare la sazietà. Quindi anche quando hai mangiato a strafogarti, riesci sempre a bere un bicchiere di Coca-Cola che magari ti aiuta pure a digerire… ma contiene il cosiddetto sciroppo di glucosio o fruttosio, che è sempre più presente negli alimenti”.

Cioè un sottoprodotto della lavorazione del mais?

“Esatto. È diventato molto importante nell’industria alimentare data l’iperproduzione di mais negli Stati Uniti, e dato che costa meno dello zucchero. Ma si sospetta sia una delle cause dell’epidemia dell’obesità. L’amido di mais viene scisso in glucosio, e poi meta o più di questo glucosio viene trasformata in fruttosio… Così, oltre all’indice glicemico abbastanza elevato del glucosio libero, il fruttosio ha un’azione perversa: aumenta la resistenza all’insulina, dunque controindicato per i diabetici (ora anche i diabetologi stanno sconsigliando ai pazienti di usare il cibo per i diabetici), e inoltre aumenta la resistenza alla leptina, che è l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che dice al cervello guarda che c’è tanta ciccia, riduci l’appetito!”

Perciò il fruttosio favorisce pure l’immagazzinamento dei grassi…

Già. Oltre al fatto che chi mangia zuccheri e farine raffinate onnipresenti (ad esempio fa colazione con caffelatte zuccherato, biscotti o marmellata) ha un rapido aumento della glicemia che provoca un’immediata iperproduzione pancreatica di insulina…. che a sua volta fa abbassare la glicemia, provocando un senso di fame che porta ad introdurre nuovamente zuccheri… che però fanno immediatamente rialzare la glicemia e quindi l’insulina, provocando una nuova fase di ipoglicemia (per cui si arriva a pranzo con il buco nello stomaco)… Un circolo vizioso che alla lunga può portare all’obesità.

Lei infatti dichiarò a Report che la farina 00 è veleno.

Ovviamente un veleno che uccide poco a poco, non subito…

Del resto nelle brioche o in quasi tutti i prodotti di pasticceria c’è ancora la margarina, che venne inventata come sostituto più economico del burro.

Venne pure raccomandata come sostituto del burro da noi medici (dicendo che non avrebbe fatto male al cuore), che siamo sempre caduti nella trappole dell’industria alimentare, per poi scoprire che era molto peggio del burro. La margarina è un altro sottoprodotto di lavorazione fatto idrogenando gli oli ottenuti ad esempio dal mais e dalla soia. Oli che a loro volta sono sottoprodotti ottenuti sgrassando il mais e la soia con cui si alimentano i ruminanti degli allevamenti intensivi, per farli crescere più rapidamente. Le nostre vacche non vedono più erba nella loro vita. Ed è per questo che l’olio di soia, che non è stato mai usato nell’alimentazione delle civiltà orientali fondata sulla soia, ha inondato il mercato mondiale: tutto l’olio estratto doveva essere usato in qualche modo.

Noi mangiamo dunque i sottoprodotti dell’alimentazione animale industrializzata. A proposito di oli, fanno male i fritti o fanno male gli oli per friggere?

La frittura di per sé non è tossica, ma lo è se usiamo oli che sono fatti per “friggere”: che sono spesso a base di olio di palma, cioè grassi saturi a catena corta. Il consumo di grassi saturi è una delle cause dell’esagerato livello di colesterolo nelle nostre popolazioni, e dunque dell’insorgenza di malattie cardiovascolari. Evitiamo pure l’olio di soia, usato da gran parte dei ristoranti in quanto meno costoso. Bisogna friggere in olio extravergine di oliva o in olio di sesamo.

Dobbiamo ridurre i grassi saturi, che sono di recente stati tassati dalla Danimarca, dunque quali alimenti?

Latte, formaggio, burro, carni rosse… oggi anche le carni di maiale, perché oggi alimentato con scarti di produzione dei caseifici.

Anche il latte e i prodotti caseari?

I prodotti lattiero caseari sono spesso associati alla salute delle ossa, più per la pressione dell’industria del settore, molto generosa coi medici, che per studi convincenti a riguardo. Non c’è nemmeno ragione di bere il latte tutti i giorni. E anzi ci sono ragioni contrarie…

Ma allora che dobbiamo mangiare?

Più cereali integrali, legumi, verdura e frutta fresca, meno zuccheri e cereali raffinati, meno carni, latticini e grassi animali, meno sale e meno alimenti conservati sotto sale. Queste le raccomandazioni preventive dopo decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell’alimentazione nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno. Chi mangia più verdure si ammala meno di cancro rispetto a chi mangia poche verdure. Così facciamo nel progetto Diana, per la prevenzione alimentare del tumore alla mammella. Mangiamo quello che è prodotto dall’orto in stagione (non pomodori tutto l’anno), così siamo sicuri che non prendiamo troppo di una sola sostanza protettiva.

Non vanno bene nemmeno i supporti vitaminici?

In nessun caso si è documentata l’utilità di prendere dei supplementi vitaminici ad alte dosi, mentre in alcuni casi essi hanno portato perfino a un aumento dell’incidenza dei tumori. Circa un terzo dei tumori maligni (probabilmente molto sottostimato) potrebbe essere prevenuto facilmente seguendo le raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Ed è ora che la politica se ne avveda, data l’enorme spesa per la sanità. Dovremmo investire sulla prevenzione e informazione più che sui farmaci. Io ho quasi 70 anni, la maggior parte dei miei coetanei prendono quotidianamente farmaci, e per delle patologie evitabili. La politica non fa nulla per evitare il collasso del sistema sanitario. Nessun sistema sanitario al mondo potrà resistere all’incremento delle condizioni legate alla sindrome metabolica e al costo dei farmaci relativi”.

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