Arriva il giorno della sentenza di primo grado nel processo milanese per la scalata Bnl e porta con sé 16 condanne (13 a persone e 3 a società tra cui Unipol) e 12 assoluzioni (8 a persone e 4 ad aziende) con multe il cui valore complessivo è di 12,4 milioni di euro e provvisionali “immediatamente esecutive” per 11 di coloro che sono stati riconosciuti colpevoli.

Tra chi non è uscito indenne dalle aule del tribunale meneghino c’è Giovanni Consorte, la cui condanna di primo grado era stata chiesta nell’udienza dello scorso 20 aprile dai pubblici ministeri Luigi Orsi e Gaetano Ruta. Tre anni e 10 mesi di reclusione è quanto la corte della prima sezione penale di Milano, presieduta dal giudice Giovanna Ichino, ha stabilito per l’ex presidente di Unipol, imputato nel processo per la tentata scalata alla Banca Nazionale del Lavoro risalente al 2005.

Oltre alla pena detentiva, il tribunale del capoluogo lombardo ha stabilito anche una sanzione di 1 milione e 300 mila euro. Insieme al già leader del colosso assicurativo e bancario emiliano sono stati condannati anche i suoi collaboratori, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri, per i quali il periodo di reclusione è di 3 anni e 7 mesi, oltre a 1 milione di multa. E c’è anche una parte della sentenza che parla di Unipol in quanto persona giuridica, per la quale è stata riconosciuta una responsabilità oggettiva nel tentativo di scalata e che si è vista comminare una provvisionale a titolo di risarcimento di 15 milioni, oltre a una multa di 720 mila euro. Importi a cui dovranno aggiungersene altri, se si arriverà a una condanna anche in sede civile.

Consorte e il suo entourage non sono stati gli unici a essere riconosciuti colpevoli. Con loro anche l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, al quale sono stati inflitti 3 anni e 6 mesi, la stessa pena inflitta anche al costruttore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone, oggi in Monte dei Paschi di Siena, e agli altri imputati, Stefano Ricucci, Emilio Gnutti, Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Ettore Lonati, Tiberio Lonati e Giuseppe Statuto. Per tutti l’importo della multa è di 1 milione.

Tra gli assolti, invece, compaiono i nomi di Giovanni Berneschi (Carige), Giovanni Zonin (Banca popolare di Vicenza) e Giulio Grazioli. Insieme a loro, e su accoglimento delle richieste della pubblica accusa, ci sono anche Pierluigi Stefanini (ex presidente di Coop Adriatica), Filippo Nicolais e Rafael Gil-Alberdi (entrambi ai tempi ai vertici di Deutsche Bank), oltre a Francesco Frasca (ex capo della vigilanza della Banca d’Italia).

La risposta di Consorte è stata affidata al suo legale, Giovanni Maria Dedola, che ha parlato di “sentenza inspiegabile”. Inoltre, secondo il suo punto di vista, “l’operazione era stata portata avanti da Unipol e dai vertici apicali in maniera regolare” e il gruppo bolognese “non pparteneva a nessun consesso e si era imposto per le sue capacità di lavoro”. Dello stesso tenore il commento dell’ex governatore Fazio, che si è detto “sempre più costernato”. E per tutti i condannati una reazione: quella di voler ricorrere in appello.

(a.b.)

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