Come ogni anno sono stati assegnati i premi istituiti secondo le volontà di Alfred Nobel: “…il capitale investito in titoli sicuri dai miei esecutori testamentari, costituirà un fondo, i cui interessi devono essere annualmente distribuiti sotto forma di premi a coloro che, durante l’anno precedente, hanno conferito il maggior beneficio all’umanità...” In breve, Alfred Nobel ha stabilito nel testamento che i premi per la fisica e la chimica dovessero essere assegnati dall’Accademia Svedese, quello per la medicina dall’Istituto Caroline di Stoccolma, quello per la letteratura dall’Accademia di Stoccolma ed infine quello per la pace da un comitato di cinque persone eletto dal Parlamento norvegese.

Il premio Nobel è diventato, con il tempo, un marchio di successo grazie al fatto che è stato conferito a personalità d’indubbio spessore legate a scoperte epocali: se alcuni dei vincitori sono poco conosciuti al grande pubblico, il più importante e  famoso scienziato del ‘900, Albert Einstein, è sicuramente una di quelle figure che tutti associano istintivamente alla parola Nobel. I vincitori di questo premio sono osannati un po’ da tutti: a volte si contano i premi Nobel di un paese come si contano le medaglie alle olimpiadi. Sensato o meno che sia, è indubbio che ogni anno su tutti i quotidiani del mondo appaiono commenti sui vincitori del Nobel e l’attenzione dei media, e dunque dell’opinione pubblica, ai premiati, e conseguentemente a quello che dicono e pensano, è altissima e certamente maggiore rispetto a qualsiasi altro premio grazie al prestigio di un marchio di successo.

Nel 1969 la Banca Centrale di Svezia ha istituto quello che è comunemente assimilato al sesto premio Nobel, quello per l’economia, ma che invece è  denominato  “Premio in Scienze Economiche della Banca di Svezia in memoria di Alfred Nobel”. Recentemente Peter Nobel,  avvocato e discendente di Alfred Nobel, ha rilasciato una dichiarazione per dissociare la famiglia Nobel dal “premio Nobel in economia” sottolineando che, nel suo testamento originale, Alfred Nobel non aveva specificato che ci dovesse essere un premio in economia, e che il premio per  l’economia è stato finanziato solo in un secondo momento da parte della Banca di Svezia.

Peter Nobel ha poi aggiunto:“Quello che è accaduto è un esempio senza precedenti di violazione di un marchio di successo. Tuttavia, nessuno al mondo può impedir  a giornalisti, economisti e al pubblico in generale di parlare del “premio Nobel in economia”, con tutte le sue connotazioni. Ecco perché, in nome della decenza e al fine di onorare la memoria di Alfred Nobel, il premio della banca in sua memoria dovrebbe essere consegnato in una diversa occasione dal giorno dei Nobel. Senza alcuna conoscenza d’economia, non ho opinioni sui singoli vincitori. Ma qualcosa deve essere sbagliato quando tutti i premi per l’economia tranne due sono stati dati a economisti occidentali, le cui ricerche e conclusioni sono basate sul corso degli eventi in quei paesi, e sotto la loro stessa influenza. Posso immaginare i commenti sarcastici di Alfred Nobel se fosse in grado di sentire di questi vincitori. Soprattutto, aveva desiderato che i suoi premi fossero consegnati a coloro che sono stati più utili per l’umanità, tutta l’umanità!

Molti altri, tra cui alcuni membri dell’Accademia Svedese, hanno condiviso il punto di vista secondo cui “la banca svedese ha messo un uovo nel nido di un altro uccello e ha pertanto violato il  marchio di Nobel. Due terzi dei premi della Banca in economia sono andati a economisti americani della Scuola di Chicago che creano modelli matematici per speculare sui mercati azionari e delle opzioni – l’opposto degli scopi di Alfred Nobel per migliorare la condizione umana”.

Come ho avuto modo di notare, la comunità degli economisti è caratterizzata da un alto tasso di conflittualità interna tra le diverse scuole, le une che mettono in dubbio l’intero impianto delle altre, e “l’appropriazione” del marchio Nobel per l’economia ha certamente contribuito a confondere le acque. Mi sembra inoltre difficilmente contestabile il fatto che ai Chicago boys siano stati conferiti parecchi premi “in memoria di Alfred Nobel”. La domanda che ci si pone è dunque se i premiati hanno contributo a capire meglio la realtà e quindi a migliorare la condizione umana nello spirito di Alfred Nobel.

Ad esempio, come non ricordare uno dei più influenti economisti dell’ultimo quarto di secolo, Robert Lucas, noto per la famigerata ipotesi delle aspettative razionali, che ha vinto il premio nel 1995? Lucas, dall’alto delle sue premiatissime conoscenze, scriveva nel settembre del 2007 di essere “scettico sulla tesi che il problema dei mutui subprime contamini tutto il mercato dei mutui, che  la costruzione di alloggi avrà una battuta d’arresto, e che l’economia scivolerà in una recessione. Ogni passo in questa catena è discutibile e nessuno è stato quantificato. Se abbiamo imparato qualcosa dai passati 20 anni è che c’è parecchia stabilità incorporata nell’economia reale.

Non sembra dunque che questo schema teorico sia molto utile a capire la realtà e a migliorare la condizione umana: più sorprendente non tanto l’incapacità di fare una previsione di un evento crisi, quanto l’incapacità di interpretare la realtà una volta che l’evento crisi è avvenuto. Come si diceva un tempo: autocritica compagni!

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