Oggi mia figlia Diletta mi ha regalato una saponetta profumata fatta da lei. A scuola. Scioglie la glicerina, completa un percorso diattico, lavora in gruppi con la classe e le si deve riconoscere un gran gusto estetico nell’abbinamento di forme, colori e profumi.

Poco tempo fa mi ha chiesto di tagliare i capelli e di poter avere i colpi di sole. Siamo entrate in un bel salone, ma lei è uscita triste.La parrucchiera era a disagio. Il phon le dava fastidio. Il poggiatesta impicciava. La vasca del lavaggio non era accessibile. La sua testa non seguiva i comandi della parrucchiera. Ma non ci scoraggiamo e così la camera da letto si è trasformata e mamma si è improvvisata. Né è venuta fuori l’allegria, con tanto di taglio (imperfetto ma dignitoso) con colpi di sole (non certo dall’aria professionale ma accettabili).

Tutte contente? Non troppo. A diletta piace così tanto l’estetica. Tiene molto al suo aspetto. Ma è così difficile. Non esistono abiti adeguati alla carrozzina. Le scarpe sono brutte e tutte da reinventare. E così navigo alla ricerca della chicca che le riporti il diritto al relax, al vezzo. Quella coccola che l’aiuti nel percorso del diventare donna. Mi imbatto nel sito della Fondazione Irma Romagnoli, che organizza un “percorso educativo all’igiene e al benessere con laboratorio integrato di acconciatura ed estetica e sedute in piscina termale per giovani con disabilità dai 15 ai 20 anni”, che trovo a dir poco entusiasmante. E voglio riportarlo e dargli un’altra voce. Perché è giusto che si crei lavoro, che ci siano opportunità, che ci sia innovazione, inclusione. E iniziative così, a mio modesto parere, sono fondamentali .

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