L’inchiesta • L’eterna tangentopoli

Corruzione, in Italia tangenti per 1,7 milioni di euro al mese. Ma bustarelle anche da 5 euro

Di FQ_L’inchiesta
6 Agosto 2017

A fra’, che te serve?”. È questa l’essenza del rapporto tra il corrotto e il corruttore. Scorrendo gli atti delle 84 indagini emerse in questi primi sette mesi dell’anno – tra arresti, perquisizioni e nuovi avvisi di garanzia notificati con la chiusura delle indagini – un dato è certo: al corrotto serve di tutto. Non soltanto i soldi. Ma partiamo dal denaro: FQ_L’inchiesta ha verificato fascicolo per fascicolo l’ammontare delle “mazzette” che il club dei corruttori ha infilato – o promesso di infilare – nelle tasche dei funzionari pubblici corrotti. Vi segnaliamo la più piccola: 5 euro. Li ha pagati un utente al dipendente della conservatoria dei registri immobiliari di Santa Maria Capua Vetere per ottenere a metà prezzo la visura su un immobile. Niente in confronto ai 160mila promessi – scopre la Gdf veneziana guidata dal generale Albero Reda – per portare il debito di alcuni imprenditori con l’Agenzia delle Entrate da 50 milioni ad appena 8. Oppure ai 100mila che Alfredo Romeo “puntava” sul funzionario della Consip Marco Gasparri mirando a gare miliardarie. In base alle indagini emerse nel 2017, il “prezzo” della corruzione, ammonta a circa 12,5 milioni di euro. È come se, ogni mese, si scoprisse un investimento di 1,7 milioni per truccare gare pubbliche o per ottenere trattamenti favore nei più disparati gangli dell’amministrazione. Ma il denaro, da solo, non rende lo squallore del fenomeno corruttivo in Italia. Lo Stato – il suo impianto di diritti e doveri – non può essere in vendita e, invece, si scopre che qualcuno lo mette letteralmente ai saldi. C’è chi è pronto a barattarlo letteralmente per un cesto di frutta. Certo, la frutta, nella classifica che segue, è all’ultimo posto. Ma descrive bene in quale situazione versiamo.

A fra’ che te serve/1

Ecco gli scambi preferiti tra corruttori e corrotti

In testa alla classifica, tra le esigenze dei corrotti, c’è un posto di lavoro. Per l’amante, qualche figlio, a volte anche per se stessi, in vista d’un cambio di professione. Su 84 nuove inchieste, e almeno 548 nuovi indagati, le assunzioni (promesse o mantenute) ammontano a ben 25. Insomma, un indagato su 20, pensa di vendere o comprare un pezzetto di Stato per un 740 da compilare in futuro. Si dirà: almeno, qualcosa in tasse, forse può rientrare. C’è chi invece, piuttosto che ambire immediatamente a un contratto retribuito, preferisce investire nella formazione: ammontano a 6 i corsi di specializzazione emersi come do ut des della corruzione. O chi ambisce al salto di carriera: c’è chi s’è fatto corrompere dalla promessa di diventare dirigente al Comune.

Volendo raggruppare per ambiti, possiamo partire con la sezione luxury. Si contano ben 4 orologi Rolex. Uno è stato restituito: dall’ex sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Simona Vicari (Ncd). E poi 3 cravatte: due firmate Marinella, una Hermes. I corrotti sono particolarmente sensibili al settore auto: la casistica segna un cambio gomme, un lavaggio autovettura, 2 pieni di carburante, l’uso di una Mercedes, il pagamento di un’Audi Avant Tdi 3.0, un intervento sulla carrozzeria, una verniciatura (parziale) e persino il pagamento – per 1.500 euro – degli esami per la patente. Un ever green? Senza dubbio l’alimentazione. Dagli atti – oltre il cesto di frutta in cambio di un permesso di soggiorno – spuntano quattro pranzi in ristoranti definiti “di lusso” e il pagamento di una cena per ben 30 invitati. Cambiamo scaffale. Passiamo al reparto politica: c’è chi mette sul tavolo 250 voti, chi un bonifico per finanziare la campagna elettorale (non la propria: quella di un altro), un’intermediazione in ambienti pubblici ed ecclesiastici per ottenere finanziamenti statali, il pagamento delle spese per il comitato elettorale.

Non mancano gli immobili: due concessi in comodato d’uso mentre, per un altro paio, ci si è limitati al progetto di ristrutturazione. E poi 7 impianti di aria condizionata, una trapunta con cuscini, l’installazione di una zanzariera, un tapis roulant, un cappotto termico, un vassoio d’argento, un iPhone 5S. Ma in cambio di quest’oggettistica varia, i corrotti, cosa offrono? Ecco un elenco tratto dalle inchieste esaminate.

A fra’ che te serve/2

Reparto chirurgia estetica: tette finte e addio rughe

Procura di Roma, inchiesta condotta dal Nas dei Carabinieri. “Maurizio Ferraresi quale direttore dell’U.o.c. di medicina legale dell’Asl Rm 1” è accusato di “atto contrario ai doveri di ufficio consistito nel rilascio di una certificazione medico legale, da produrre a compagnia assicurativa in relazione a polizza sanitaria, che attestasse falsamente la necessità – e non solo l’opportunità – di un intervento chirurgico di sostituzione di protesi mammarie in favore di una cittadina di origine brasiliana… amica di Amedeo Franco, giudice della Cassazione in pensione. Accettava la promessa di un intervento di quest’ultimo … per ottenere l’annullamento dell’ordine di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Bari nei confronti del Consorzio S. Raffaele e della Finanziaria Tosinvest… per un importo pari a poco meno di 7 milioni”. Il San Raffaele e la Tosinvest appartengono all’imprenditore e deputato di Forza Italia Antonio Angelucci.

Procura di Savona, inchiesta condotta dalla Squadra Mobile. C’è chi ha bisogno di cambiare cognome e, al pubblico ufficiale che si occupa della pratica, offre la possibilità di una liposuzione gratis con aspirazione del grasso dall’addome da riutilizzare per appianare le rughe del viso.

A fra’ che te serve/3

Sanità, reparto interviste e natanti

Procura di Milano, inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza. Il chirurgo Noberto Confalonieri è tristemente noto per un’intercettazione in cui commenta un suo intervento su un’anziana: “Le ho spezzato un femore per allenarmi”. Secondo l’accusa, per favorire la Johnson & Johnson e la B.Braun, riceveva: “La sponsorizzazione della J&J del servizio di approfondimento sulla chirurgia mini invasiva andato in onda su Rai 2 nella rubrica Medicina 33 in cui veniva intervistato; la pubblicità connessa alla sponsorizzazione dell’articolo intitolato ‘Il robot aiuta il chirurgo – molti vantaggi anche per l’impianto di protesi ginocchio e anca’ pubblicato il 3 novembre 2013 su Il Giornale per un costo di 6mila euro; il sistema di navigazione BLU-IGS fornito dalla J&J, con relativo software, ideato dallo stesso Confalonieri, fornito dalla società Orthokey, per un ammontare complessivo di 357mila euro”.

Procura di Parma, inchiesta del Nas dei carabinieri. Guido Fanelli, professore ordinario dell’Università di Medicina e Chiurgia di Parma e dirigente della struttura complessa di “Anestesia rianimazione e terapia antalgica” è accusato di aver favorito alcuni imprenditori predisponendo – tra l’altro – la conduzione di sperimentazioni cliniche in assenza del previo parere del Comitato Etico”. In cambio, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto la “strumentazione da bordo da installare sullo Yacht Pasimafi IV, di proprietà della società Craig up, a lui riconducibile: ovvero navigatore Gps, software cartografico Navionics, pompe di sentina” e, in un caso, le spese per il suo ormeggio a Porto Venere.

A fra’ che te serve/4

Corruzione per amore, corruzione per usura

Procura di Genova. Inchiesta per corruzione in atti giudiziari nei confronti del pm di Firenze Vincenzo Ferrigno. Dopo due richieste di archiviazione, nel giugno 2016 il pm Ferrigno chiede gli arresti domiciliari per il marito di una signora che ne denuncia i maltrattamenti, poi effettivamente rinviato a giudizio. Nel frattempo il marito ingaggia un investigatore privato che fotografa la donna mentre entra di notte nella villa del magistrato.

Procura di Reggio Calabria, inchiesta condotta dalla Gdf. Angela Nicoletta, dirigente del IV settore Lavori Pubblici di Gioia Tauro, è accusata di aver agevolato l’imprenditore Francesco Bagalà in alcune gare d’appalto. Avrebbe ottenuto in cambio – tra varie utilità – che l’imprenditore versasse 10mila euro all’usuraio con il quale suo fratello aveva un debito.


A fra’ che te serve/5

Pale eoliche sul terrazzo, puff e caffé nel salotto

Procura di Matera, inchiesta della Squadra Mobile. Un sostituto commissario è accusato di aver favorito un imprenditore che installava slot machine, minacciando ispezioni a un suo concorrente, ottenendo in cambio – tra le varie utilità – la consegna, a spese dell’imprenditore, di un divano, un puff, una chaise longue, oltre una macchinetta automatica per il caffé.

Procura di Bari, inchiesta della Gdf. L’assessore regionale ai trasporti Gianni Giannini è accusato di aver favorito un ristoratore per alcune pratiche di finanziamento regionale del valore di 2 milioni. In cambio l’imprenditore avrebbe dato alla figlia dell’assessore – che si è dimesso – un salotto.

Procura di Teramo, inchiesta condotta dalla Gdf. Carmine Zippili, collaboratore tecnico dell’Ausl, è accusato di aver attestato falsamente “l’avvenuta esecuzione di lavori in realtà non ancora effettuati” per 215mila euro. In cambio avrebbe ottenuto “i lavori di installazione di un impianto fotovoltaico della potenza complessiva di 1,92 Kw (8 pannelli) e un impianto eolico a tre pale con sviluppo di 1 Kw presso la sua abitazione privata”.

A fra’ che te serve/6

Le tracce del concorso e l’esame di scuola guida

Procura di Napoli, inchiesta condotta dalla polizia di Stato. Umberto Accettullo, direttore amministrativo dell’Adisu è accusato di aver compiuto “atti contrari ai suoi doveri d’ufficio”, per la precisione “affidare al commercialista Giuseppe Carulli un incarico consulenziale… presso l’Adisu Federico II”. In cambio “si faceva dare da Carulli … le tracce d’esame (ovvero l’indicazione degli argomenti che avrebbero costituito oggetto delle tracce d’esame) relative alla prova scritta del concorso nazionale per l’accesso alla professione di notaio che si sarebbe svolto dopo qualche mese, concorso al quale la figlia di Accettullo avrebbe partecipato”.

Procura di Napoli, inchiesta condotta dalla Polizia di Stato. Pasquale Arace, Giorgio Poziello, Guglielmo Manna, dirigenti e dipendenti dell’ospedale Santobono, sono accusati di aver favorito, in una gara di appalto, la “Ati costituita da Manutencoop, Eurosevizi Generali Group e Security Service Manutencop”. In cambio, secondo l’accusa, si “facevano promettere e dare da Danilo Bernardi, Michele Codoni, Federico Garavaglia, Francesco Sciancalepore (dirigenti Manutencoop, ndr) e da Pietro Coci (titolare della Eurosevizi Generali Group, ndr)… danaro ed altre utilità” tra le quali “una tangente pari a 200mila euro… l’assunzione di Svetlana Soltyska (compagna di Arace) e l’erogazione, da parte di Coci, della somma necessaria per conseguire la patente di guida alla stessa Sotyska”.

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