Direttore ospedale di Bèer Sheva: “Diversi reparti completamente distrutti”
Risultano “completamente distrutti” diversi reparti del Soroka Medical Centre di Bèer Sheva, nel sud di Israele, colpito nelle scorse ore da un missile iraniano nel mezzo dell’escalation militare tra Israele e Iran. Lo ha detto il direttore generale dell’ospedale, Shlomi Kodesh, in dichiarazioni riportate dalla Bbc. “Ci sono danni ingenti in tutto l’ospedale, con danni negli edifici, nelle strutture in tutto il centro sanitario”, ha detto, ribadendo che i pazienti erano stati trasferiti nei giorni scorsi dal vecchio reparto di chirurgia e che l’edificio era “vuoto quando è stato colpito”. Tuttavia altri reparti erano pieni di pazienti. “Abbiamo 40 feriti tra le persone che si trovavano nell’ospedale in quel momento”, ha affermato, precisando che per la maggior parte si tratta di personale sanitario e pazienti che hanno avuto conseguenze “a causa di vetri rotti, soffitti distrutti”. Oltre 200 pazienti verranno trasportati in altri centri in Israele.
Mosca: “Intervento Usa avrebbe conseguenze imprevedibili”
“Vorremmo mettere in guardia Washington dall’intervento militare in questa situazione, che sarebbe un passo estremamente pericoloso con conseguenze negative davvero imprevedibili”. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in merito a un possibile attacco statunitense all’Iran. Mosca, ha aggiunto, chiede anche a Israele di “interrompere immediatamente i raid su impianti e siti nucleari sottoposti a misure di sicurezza e sottoposti alle attività di verifica dell’Aiea”.
Xi: “Tutti cessino ostilità, in particolare Israele”
Nella telefonata con Vladimir Putin, il presidente cinese Xi Jinping ha esortato “tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare le ostilità il prima possibile”, ricordando che “la comunità internazionale dovrebbe impegnarsi per calmare la situazione” e che “il dialogo e il negoziato sono la via d’uscita fondamentale”. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua.
Tajani: “Voli charter per italiani che vogliono lasciare Israele e Iran”. Ma a pagamento

“Stiamo lavorando per facilitare l’uscita da Teheran e da Israele dei nostri connazionali che intendono lasciare questi Paesi. Stiamo organizzando dei voli charter che sono a pagamento perché non si tratta di una evacuazione ma di un aiuto e di un coordinamento”. Lo ha detto ai cronisti il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Gli italiani in Israele, ha detto, “sono circa ventimila, mentre in Iran erano 450 ma adesso credo siano 400”
Xi sente Putin: “Cessate il fuoco priorità urgente, Cina pronta a mediare”
Il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il leader russo Vladimir Putin sull’escalation militare tra Israele e Iran. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, Xi ha indicato il cessate il fuoco come “assoluta priorità”, ribadendo che “l’uso della forza non è il modo giusto per risolvere le controversie internazionali”. La Cina, Paese amico di Teheran, è “pronta a continuare a rafforzare i contatti, il coordinamento con tutte le parti e a giocare un ruolo costruttivo per riportare la pace in Medio Oriente”, sono le parole di Xi riportate dall’agenzia.
Ministro Difesa Israele: “Khamenei come Hitler, non può continuare a esistere”
“Un dittatore come Khamenei, che è a capo dell’Iran e ha inciso sulla sua bandiera la distruzione di Israele, non può continuare a esistere”. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, definendo la Guida Suprema dell’Iran “il moderno Hitler” e aggiungendo che “impedire la sua esistenza è uno degli obiettivi dell’operazione”.
Ex presidente Iran: “Se Trump attacca andrà incontro a una morte umiliante”
Il presidente americano Donald Trump andrà incontro a “una morte umiliante” se gli Usa si uniranno a Israele nell’attacco all’Iran. Lo afferma l’ex presidente iraniano Ebrahim Raisi, una cui nota viene ripresa oggi da Iran International, canale d’informazione legato all’opposizione all’estero. “Trump deve ancora rispondere del sangue di Qasem Soleimani (l’ex comandante della Guardia rivoluzionaria islamica ucciso in Iraq nel 2020, ndr) ed è atteso dalla vendetta della nazione iraniana. Una morte umiliante lo aspetta, e sarà sicuramente abbattuto dalla mano del mondo oppresso”.
Ministero Esteri Teheran: “Aiea complice dell’aggressione”
Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, ha reso l’agenzia Onu per l’energia atomica “complice di una guerra di aggressione ingiusta” e l’ha ”trasformata in uno strumento a vantaggio di chi non è membro del Trattato di non proliferazione nucleare”. Lo scrive su X Esmaeil Baqaei, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, chiedendo a Grossi se abbia “la coscienza pulita” dopo aver affermato che i suoi ispettori “non avevano alcuna prova di uno sforzo sistematico” da parte dell’Iran “per dotarsi di un’arma nucleare”.
Ormai, ha scritto Baqaei, “è troppo tardi, signor Grossi: lei ha oscurato questa verità nel suo rapporto assolutamente parziale, strumentalizzato per elaborare una risoluzione con accuse infondate di “inadempienza”, poi utilizzata, come pretesto finale, da un regime guerrafondaio genocida per scatenare una guerra di aggressione contro l’Iran e lanciare un attacco illegale contro i nostri impianti nucleari pacifici”. Citando gli “iraniani innocenti che sono stati uccisi o mutilati a causa di questa guerra criminale”, Baqaei fa notare come “le narrazioni fuorvianti hanno conseguenze disastrose, signor Grossi, e richiedono che si assuma la responsabilità”.
Blackout ai siti web iraniani imposto da Teheran
Blackout generalizzato degli accessi ai principali siti web iraniani sulla scia delle restrizioni imposte ieri dalle autorità di Teheran contro il timore d’infiltrazioni e sabotaggi informatici israeliani. Lo riferisce NetBlocks, organismo di sorveglianza britannico di Internet. Secondo fonti dell’opposizione all’estero, il blocco sta precludendo l’accesso alle informazioni a milioni di iraniani.
Ong iraniana: “639 morti nei raid di Israele”
È di almeno 639 morti certificati e 1.329 feriti, in maggioranza civili, il conto delle vittime dei raid condotti da Israele contro l’Iran dal 14 giugno a oggi. A comunicarlo è Human rights activists news agency (Hrana), organizzazione non governativa indipendente iraniana che si occupa di diritti umani. Gli attacchi israeliani hanno riguardato in totale 21 province. I dati di Hrana – diffusi a dispetto della mancanza di numeri ufficiali completi e delle restrizioni delle autorità di Teheran – sono stati ripresi da Iran International, sito legato all’opposizione all’estero con base a Londra.