Moda e Stile

Dal bikini allo scollo “alla Bardot”, dalla Riviera al prêt-à-porter: così Brigitte Bardot ha cambiato per sempre la moda

Da Saint-Tropez alle passerelle: l'attrice francese ha trasformato la moda da questione di atelier a linguaggio di libertà ed emancipazione femminile

di Redazione Moda
Dal bikini allo scollo “alla Bardot”, dalla Riviera al prêt-à-porter: così Brigitte Bardot ha cambiato per sempre la moda

C’è stato un momento, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, in cui la moda ha smesso di essere soltanto una questione di atelier e silhouette perfette, per diventare un linguaggio del corpo, un gesto, un’attitudine. Quel momento ha un volto preciso: quello di Brigitte Bardot. Non servivano proclami né slogan. Bastava vederla camminare a piedi nudi a Saint-Tropez, con una gonna a fiori e i capelli trattenuti da un nastro nero, per capire che qualcosa era cambiato per sempre. Bardot non ha semplicemente indossato abiti iconici: li ha resi necessari. Ha imposto un nuovo immaginario femminile, libero, sensuale, naturale, che ha attraversato cinema, moda e costume con una forza tale da generare un termine tutto suo: “bardolâtrie”. Una venerazione collettiva che non riguardava solo la bellezza, ma un modo di stare al mondo.

Dal cinema allo stile: la nascita di un’icona globale

Il punto di svolta arriva nel 1956 con Et Dieu… créa la femme di Roger Vadim. Bardot ha appena 22 anni e, sullo schermo, non interpreta semplicemente un personaggio: incarna una nuova idea di donna. Libera, desiderante, indisciplinata. Il film scandalizza, ma conquista. Da quel momento BB diventa un fenomeno mondiale e la sua immagine supera il perimetro del cinema per imporsi come modello culturale e stilistico. Già qualche anno prima, nel 1953, Bardot aveva fatto parlare di sé sfilando in bikini sulla spiaggia di Cannes, contribuendo a normalizzare un capo allora giudicato indecente. Non era solo una provocazione: era la dichiarazione di un corpo che non chiedeva permesso. A Saint-Tropez – borgo di pescatori che lei trasforma in capitale del desiderio – Bardot inventa un nuovo modo di vivere la vacanza, la moda estiva, la libertà del corpo femminile.

Il passaggio storico: dalla couture alla moda di tutti

Il vero impatto di Brigitte Bardot sulla moda è qui: nella rottura con l’élite sartoriale. Mentre l’haute couture parigina dominava ancora l’immaginario, Bardot portava in scena magliette attillate, pantaloni capri, gonne leggere, abiti a quadretti. Il suo stile quotidiano, semplice e audace, diventa il simbolo della nascita del prêt-à-porter come linguaggio moderno e democratico. Il vestito Vichy indossato al matrimonio con Jacques Charrier nel 1959 entra immediatamente nella storia. Così come le ballerine Repetto – create su sua richiesta – che trasformano una scarpa da danza in un accessorio universale. E poi lo scollo che lascia scoperte le spalle, ribattezzato “alla Bardot”, diventato un classico senza tempo. Ogni suo gesto era una tendenza, ogni sua scelta un segnale. La forza economica della sua immagine fu tale che, come ricordato anche dall’Enciclopedia Treccani, il suo impatto venne paragonato a quello delle esportazioni Renault sull’economia francese. Bardot non era solo una diva: era un asset nazionale.

Semplicità contro artificio: Bardot e Marilyn, due mondi opposti

Il confronto con Marilyn Monroe è inevitabile. Se Marilyn incarnava un ideale iper-costruito, sempre “in costume”, Bardot era l’opposto: naturale, immediata, riconoscibile nella vita quotidiana. La sua estetica nasceva fuori dal set. Non era mai prigioniera del personaggio. Era ciò che raccontava. Il suo guardaroba era essenziale e iconico: magliette a righe marinare, pantaloni capri, gonne a ruota, tubini floreali, fasce nere tra i capelli, prendisole leggeri. Nessun eccesso, nessuna ostentazione. Bardot dimostrava che lo stile è soprattutto un’attitudine, non una questione di lusso. Anche camminare scalza diventava un atto di eleganza.

Sempre un passo avanti, senza inseguire le mode

Pur non seguendo mai le tendenze, Bardot ha sempre incarnato lo spirito del tempo. Negli anni Sessanta evolve il suo stile: abbandona il Vichy per mini a pieghe, stivali, completi maschili. Poi, verso la fine del decennio, abbraccia un’estetica più bohémien: sari indiani firmati Jean Bouquin, collane afgane, eyeliner nero marcato. Sempre con naturalezza, senza forzature. Questo è il cuore del suo mito: essere avanti senza sembrare costruita. Essere moderna senza dichiararlo. È per questo che la moda non l’ha mai dimenticata.

L’eredità: dalla passerella al presente

Ancora oggi, Brigitte Bardot continua a essere un riferimento costante. Nel 2024 Simon Porte Jacquemus ha dedicato l’intera collezione primavera/estate alla Bardot de Il disprezzo di Jean-Luc Godard, ambientando la sfilata sulla terrazza di Villa Malaparte a Capri. Abiti semplici, asciugamani, accappatoi: tutto parlava di lei, senza bisogno di citarla. Negli anni Novanta, l’unica vera erede estetica è stata Claudia Schiffer, lanciata da una campagna Guess firmata da Ellen von Unwerth che la trasformava in una moderna reincarnazione di BB. Ma l’originale resta inimitabile e l’icona resiste. Perché Brigitte Bardot non è stata solo una donna alla moda: è stata una svolta. Ha insegnato che la libertà può essere indossata. Che la semplicità può essere rivoluzionaria. Che il corpo, quando smette di obbedire, può cambiare la storia.

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