“Si spera, magari, che avendo avuto una colluttazione abbia graffiato chi sia stato”. È quanto afferma Alberto Stasi al suo legale dell’epoca, Angelo Giarda, in una telefonata del 6 settembre 2007 diffusa in esclusiva dal programma “Quarta Repubblica”. A meno di un mese dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, l’allora 24enne e il suo difensore si confrontano telefonicamente su quanto emerso durante la prima fase delle indagini. In particolare, il loro colloquio si concentra sul DNA rilevato sulle unghie di Chiara.
L’intercettazione sul DNA: “Speriamo abbia graffiato chi sia stato”
Nel corso della telefonata, Giarda informa il suo assistito sugli esiti dei rilievi effettuati sul corpo della vittima: “Dice che hanno trovato tracce ematiche nelle unghie della Chiara, le hanno estrapolate dalle unghie”, spiega Giarda. Stasi replica preoccupato: “Spero che non sia quando mi schiacciava il foruncolino sulla schiena”, dice riferendosi probabilmente a un episodio in cui Chiara, schiacciandogli un foruncolo, avrebbe potuto causargli una piccola ferita e di conseguenza una lieve fuoriuscita di sangue. Ma Giarda lo rassicura, sottolineando che è possibile distinguere tra “sangue che è uscito per effetto di una caduta, di un taglio o di una percossa”: “Quello che dici tu è quando il sangue esce da un’acne. Quel sangue di cui tu hai paura è un sangue misto a pus, non succede niente”, gli suggerisce l’avvocato. Aggiunge poi che non c’è bisogno di allarmarsi: “C’è semplicemente questa novità con queste unghie che sono state repertate, ci sono tracce ematiche che sono riconducibili a persona di sesso maschile, non c‘è preoccupazione alcuna”. È a questo punto che Stasi introduce un’ipotesi alternativa, collegata a una possibile reazione della vittima durante l’aggressione: “Si spera magari che avendo avuto una colluttazione abbia graffiato chi sia stato”, afferma. Una ricostruzione che, a distanza di 18 anni, richiama uno scenario ipotizzato anche oggi dalla Procura di Pavia nell’ambito delle indagini a carico di Andrea Sempio.
I tempi della telefonata al 118: “Ero completamente nel panico, non ricordavo il numero civico”
Quella relativa al materiale biologico rinvenuto sulle unghie di Chiara non è l’unica intercettazione telefonica mandata in onda a “Quarta Repubblica”. Il programma, condotto da Nicola Porro ogni lunedì su Rete 4, aveva già diffuso un’altra telefonata, risalente al 15 novembre 2007, sempre tra Stasi e l’avvocato Giarda. Nel corso di quella conversazione, il legale chiede al proprio assistito quanto tempo sia trascorso tra l’ultimo squillo al telefono della vittima e la chiamata al 118: “Sul mio telefono sono sei minuti – spiega Stasi -. Sarò rimasto lì (nella villetta dei Poggi, ndr) per pochi secondi, al massimo 20 o 30. Appena l’ho vista sono scappato via e ho chiamato (il 118, ndr) quando ero in macchina”. Poi conclude: “Adesso le cognizioni sui tempi sono quelle che erano. Non ricordavo nemmeno il numero civico della casa, cioè ero completamente nel panico. Non ho niente di inventato”.