Trending News

“Avrei meritato di più di quanto ho guadagnato. Chiamo la morte Mo’, so già cosa scriverò sulla mia tomba. Garlasco? Per me è stata una donna”: così Lino Banfi

Ospite al podcast “Sette Vite” della conduttrice Hoara Borselli, il “nonno d’Italia”, si è raccontato con sincerità: dal lavoro set ai motivi dell’amore del pubblico. E ha dato la sua versione sulla morte di Chiara Poggi nel 2007

di Gabriele Scorsonelli
“Avrei meritato di più di quanto ho guadagnato. Chiamo la morte Mo’, so già cosa scriverò sulla mia tomba. Garlasco? Per me è stata una donna”: così Lino Banfi

Ottantanove anni e una lunga carriera alle spalle nel mondo del cinema e della tv con cui ha conquistato l’affetto dei telespettatori e degli appassionati del grande schermo. Non a caso, è soprannominato “il nonno d’Italia”. Lino Banfi ha ancora voglia di stare davanti alle telecamere: “Non ho finito, ci sono delle cose che devo completare. I tempi supplementari: uno spot istituzionale, un film e poi mi godo gli anni che restano”. Ospite al podcast “Sette vite” della conduttrice Hoara Borselli, l’attore pugliese si è raccontato con sincerità. Dall’amore per la moglie Lucia Zagaria passando gli aspetti economici del suo mestiere fino ai ricordi dei set de “L’allenatore del pallone” e “Un medico in famiglia” nei ruoli di Oronzo Canà e nonno Libero.

La fama e i guadagni di una carriera

Forse, i personaggi che più di tutti gli hanno regalato l’amore del pubblico: “Le persone mi sentono come uno di loro perché non ho mai dimenticato da dove vengo. Quando arrivo in un posto vado prima da chi soffre, questo l’hanno notato in molti”, ha evidenziato Banfi, riconoscendosi di non aver mai trasformato la fama in un piedistallo distante dalla gente. Com’è naturale, poi, non si può piacere a tutti. E le critiche sono arrivate anche per lui, soprattutto agli esordi, dai conterranei pugliesi. “Gli intellettuali baresi dissero ‘Banfi è bravo ma sta rovinando il nostro idioma, dovrebbe essere eliminato dal mondo dello spettacolo’”. Come si dice, nemo propheta in patria. “Adesso, però, si sono ricreduti e mi vogliono tutti bene”, ha precisato l’attore. Che, con il set è riuscito a mantenersi per tutta la vita. Oggi “sono uno che sta bene” anche se “avrei meritato di più di quanto ho guadagnato”. Non un rimpianto, ma la consapevolezza di essersi messo in gioco senza compensi per iniziative di valore sociale o istituzionale: “Molte cose le ho fatte gratis, per spirito di servizio”, ha spiegato.

L’opinione sul caso Garlasco e il rapporto con la morte

Tra i temi toccati durante la chiacchierata, Banfi si è sbilanciato sul delitto di Garlasco, l’uccisione di Chiara Poggi (datata 2007) che da mesi è centrale nel dibattito pubblico. “Mi piacciono le trasmissioni che seguono l’attualità, con vicende che alimentano discussioni. Questo caso mi appassiona. Io sono convintissimo sempre più che o c’entra questo nuovo che hanno trovato, Sempio, o quello che da anni è in carcere, Stasi. Ammettiamo che siano colpevoli entrambi, sto facendo un’ipotesi assurda”. ha specificato l’attore. Poi ha aggiunto: “Però, io credo che chi ha dato qualche botta terribile con qualche oggetto è una donna. Quella violenza… quando una donna odia un’altra donna, diventa una bestia irrefrenabile. Quelle secondo me sono botte di una donna”. Per quanto riguarda il rapporto con la morte, invece, ha tenuto a sottolineare di non averne paura. “La chiamo Mo’. Quando arriverà, voglio che la gente sorrida”, ha rivelato. Sa già pure cosa scriverà sulla sua tomba: “Se ci tieni, falla la lacrimuccia, però sorridi”.

Precedente
Precedente
Successivo
Successivo
Playlist

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione