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Il razzo di Elon Musk esplode improvvisamente, voli di linea sfiorati dai detriti: “Una tragedia sfiorata per 450 passeggeri, un aereo ha lanciato il ‘mayday'”

Secondo il Corriere della Sera, frammenti infuocati del razzo SpaceX hanno messo in pericolo tre voli civili. Dichiarati Mayday ed emergenze carburante, indagini sulla gestione dell’allarme

di Redazione FqMagazine
Il razzo di Elon Musk esplode improvvisamente, voli di linea sfiorati dai detriti: “Una tragedia sfiorata per 450 passeggeri, un aereo ha lanciato il ‘mayday'”

Un pugno di minuti e poche migliaia di metri hanno separato, lo scorso 16 gennaio, una missione sperimentale di Elon Musk da una catastrofe dell’aviazione civile. Mentre i detriti infuocati del razzo Starship di SpaceX piovevano dal cielo a velocità ipersonica dopo un’esplosione post-decollo, tre velivoli — due aerei di linea e un jet privato — si sono ritrovati a incrociare la traiettoria della pioggia metallica. Come riportato dal Corriere della Sera, che cita documenti della Federal Aviation Administration (FAA) e un’inchiesta del Wall Street Journal, la tragedia è stata solo sfiorata, mettendo potenzialmente a rischio la vita di circa 450 persone.

La tragedia è stata sfiorata il 16 gennaio scorso: quel giorno Starship, al suo settimo volo di prova, era decollato dal Texas meridionale alle 17.38 locali (le 23.38 in Italia) con l’obiettivo di sorvolare la Terra e ammarare nell’Oceano Indiano. Pochi minuti dopo il lancio, però, il razzo è esploso. I frammenti, proiettati ad altissima velocità, hanno iniziato a cadere in un’area caratterizzata da traffico aereo intenso tra la Florida e i Caraibi: secondo l’analisi del Corriere sui movimenti aerei di quella sera, almeno 23 velivoli commerciali e privati si trovavano sopra i 20 mila piedi nelle tre aree di pericolo individuate dalla Faa.

Tra questi figuravano un Airbus A321 di JetBlue e un Airbus A330 di Iberia diretti a Porto Rico, oltre a un Gulfstream G550 decollato da New York. I velivoli sono stati costretti a entrare in circuiti di attesa per evitare i detriti, caduti per circa 50 minuti. Neanche a dirlo, a causa di questa modifica della rotta tutti gli aerei coinvolti hanno presto avuto problemi di carburante: tutti e tre gli equipaggi hanno dichiarato l’“emergenza carburante” e uno ha lanciato un Mayday, come risulta dai documenti citati dal Corriere.

In uno degli scambi radio riportati, un controllore di volo avrebbe detto all’equipaggio JetBlue (volo 561 da Boston): “Se volete andare a San Juan lo potete fare a vostro rischio e pericolo”, mentre i passeggeri osservavano dalle finestre le scie luminose dei frammenti nel cielo. In quei minuti concitati, due velivoli si sono anche avvicinati pericolosamente, tanto da rendere necessario un intervento urgente dei controllori per evitare una collisione. La Faa spiega sul proprio sito che, in caso di malfunzionamento di un veicolo spaziale, vengono attivate specifiche “Debris response areas”, zone temporaneamente interdette al volo che restano chiuse “fino a quando i detriti del veicolo di lancio non sono caduti al suolo”. Nel caso del 16 gennaio, però, secondo quanto riportato dal Corriere, SpaceX non avrebbe informato immediatamente l’ente federale dell’esplosione. Le aree di interdizione sono state attivate quattro minuti dopo che Starship aveva smesso di trasmettere dati in tempo reale, mentre la conferma ufficiale della disintegrazione del razzo — lungo 120 metri, con un diametro di 9 metri e un peso di 5 mila tonnellate — è arrivata circa un quarto d’ora dopo. Un vuoto informativo che ha portato i controllori di Miami a venire a conoscenza dell’incidente direttamente dai piloti che vedevano i detriti.

Da JetBlue fanno sapere che “tutti i nostri aerei hanno evitato le zone in cui i detriti erano stati segnalati o osservati”. Iberia, invece, replica al Corriere che “la sicurezza non è mai stata in discussione”: “Il volo IB379 ha dichiarato un’emergenza carburante dopo essere rimasto in circuito di attesa per un periodo prolungato, aspettando l’autorizzazione all’atterraggio poiché l’area era stata chiusa. Una volta che il rischio legato alla possibile caduta di detriti si è esaurito, lo spazio aereo è stato riaperto e l’aeromobile ha effettuato avvicinamento e atterraggio in condizioni normali e pienamente sicure”. All’epoca dei fatti, Elon Musk aveva commentato l’esplosione con un post su X, scrivendo: “Il successo è incerto, il divertimento garantito”, accompagnando il messaggio con il video dei detriti. Un’uscita che, sempre secondo il Corriere, ha irritato non poco le compagnie aeree che operano in quell’area. Al momento della pubblicazione dell’articolo, SpaceX non ha rilasciato commenti ufficiali. I dati storici mostrano però che su 11 lanci di Starship effettuati finora — dal primo del 20 aprile 2023 all’ultimo del 13 ottobre 2025 — sei hanno avuto successo e cinque si sono conclusi con un insuccesso. Gli incidenti hanno già avuto ripercussioni anche su voli a lungo raggio, come quelli della compagnia australiana Qantas.

Il Wall Street Journal, citato dal Corriere, riferisce che a febbraio la Faa ha convocato un panel di esperti per riesaminare la gestione dei rischi legati ai detriti spaziali, un lavoro reso ancora più urgente da un’ulteriore esplosione di Starship a marzo. La revisione, tuttavia, è stata sospesa ad agosto perché “la maggior parte delle raccomandazioni in materia di sicurezza di SpaceX era già in fase di attuazione” e perché “è necessario consultare ulteriori esperti, anche al di fuori degli Stati Uniti”.

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