Un nuovo fronte giudiziario si apre per Alberto Stasi. Secondo quanto riporta “La Provincia Pavese”, il 42enne di Garlasco, condannato in via definitiva nel 2015 per l’omicidio di Chiara Poggi, avrebbe querelato per diffamazione la criminologa forense Anna Vagli, oggi anche opinionista televisiva e più volte ospite al programma “Ore 14” di Milo Infante.
A finire sotto accusa sarebbe un articolo firmato nel 2022 dalla 36enne di Forte dei Marmi per una testata online. Nel testo, dal titolo “Perché Alberto Stasi è l’assassino di Chiara Poggi al di là di ogni ragionevole dubbio”, Vagli avrebbe indicato come possibile movente la scoperta, da parte di Chiara, di materiale pedopornografico nel computer del fidanzato dell’epoca. Nella ricostruzione ipotetica dell’omicidio, ciò avrebbe potuto portare a una lite e di conseguenza all’assassinio della 26enne per mano di Stasi.
Le affermazioni della criminologa, però, avrebbero indotto il 42enne, assistito dall’avvocata Giada Bocellari, a sporgere denuncia per diffamazione. Stasi, infatti, è stato condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, ma non per la detenzione di materiale pedopornografico, in quanto la relativa condanna fu annullata dalla Cassazione che stabilì la non sussistenza del fatto. Fu accertata invece la presenza, nel computer del condannato, di materiale pornografico adulto, che però non rappresenta un illecito ed è privo di rilievo penale.
Il processo a carico di Vagli inizierà a marzo 2026 ed è del tutto autonomo rispetto agli ultimi sviluppi del caso Garlasco, dove proseguono le indagini della Procura di Pavia su Andrea Sempio. Inizialmente il fascicolo era stato aperto a Milano, ritenendo che la diffamazione fosse stata percepita lì, dal momento che Stasi è detenuto nel carcere di Bollate. La criminologa, però, difesa dall’avvocata Federica Tartara, avrebbe sollevato un’eccezione di competenza territoriale, sostenendo che il procedimento dovrebbe svolgersi nel luogo di residenza dell’imputata.